Demian – La creatura quasi astrale

Demian viene scritto da Hermann Hesse durante la sua seconda grande epifania, a cavallo tra il 1916 ed il 1917 e pubblicato per la prima volta nel 1919.

Demian

Hesse

Conviene partire da principio poiché Demian è un romanzo che tratta svariate parti di vita del personaggio principale, Emil Sinclair, le cui scelte hanno senso se messe in relazione alla vita dell’autore. Hermann Hesse nasce nel 1877 in una famiglia di alta cultura. I genitori sono entrambi pietisti e volontari in India, mentre il nonno materno, figura fondamentale nella formazione di Hesse scrittore, è un rinomato linguista specializzato in lingue orientali. Che l’India sia un punto fermo nei romanzi di Hesse è cosa più che ovvia per chi è affezionato all’autore. Il motivo è proprio dato dal fatto che è parte dalle radici della sua infanzia. Hermann Hesse si allontana precocemente dalle credenze religiose dei genitori e ad allontanarlo sono le esperienze che la vita gli riserva. L’allontanamento dalle tradizioni familiari coincidono con la nascita dell’Hermann Hesse scrittore, l’anno in questione è il 1892.

1892-1894

Nell’arco di questo anno Hermann Hesse viene espulso dal Ginnasio nel quale studia per via del fatto che viene considerato un elemento deviante per i compagni. Una volta allontanato dal liceo inizia un fulmineo tracollo dovuto al fatto che i genitori lo mandano a studiare presso il pastore esorcista Christoph Blumhardt. A giugno, distrutto dalla vita in cui è stato costretto, Hermann si procura una pistola e minaccia di suicidarsi nel caso in cui i genitori insistano nel lasciarlo lì. Purtroppo non sortisce il risultato sperato e passa i successivi mesi in una casa di cura per malattie mentali. Anche in questo caso Hermann se ne tira fuori da solo, attraverso lettere di supplica che lo portano fuori dalla clinica e dentro il Ginnasio di Cannstatt. Dopo pochi mesi si rende conto di non essere in grado di sostenere i ritmi di studio del liceo e chiede ai genitori di potersi ritirare. Inizia così, nel 1894, a lavorare prima come apprendista orologiaio e poi come aiuto libraio.

L’Hermann Hesse scrittore

In questo clima e dopo le disavventure vissute lungo il 1892 si iniziano a formare, in totale autonomia, le basi culturali che portano Hermann Hesse a prendere in mano la penna e a scrivere. Trova i suoi maestri nella fornitissima biblioteca del nonno materno dove sono custoditi i volumi dei maggiori poeti e filosofi del XVIII secolo ai quali il futuro autore affianca molti scrittori a lui contemporanei.

Il 1916

Si tratta dell’anno in cui arriva un’altra forte scossa all’equilibrio di Hermann Hesse, si tratta dell’anno in cui muore il padre, Martin, uno dei tre figli, è gravemente malato e la moglie di Hermann viene ricoverata in clinica psichiatrica. Per affrontare questa situazione l’autore si sottopone a ben 60 sedute di psicoanalisi di matrice junghiana dalla quale nascono i germogli per il Lupo delle Steppe e per Demian.

Il prologo

Due anni prima di morire, ovvero nel 1960, Hermann Hesse sceglie di aggiungere al testo di Demian un prologo al romanzo, si tratta di un vero tocco di classe. Così, anche se può sembrare strano iniziare da un inizio tanto distante dalla fine della stesura del romanzo, è doveroso aprire con le parole suggestive che lo caratterizzano:

“Volevo solo cercare di vivere
ciò che spontaneamente veniva da me.
Perché fu tanto difficile?”

“Certo non posso chiamarmi saggio. Sono stato un cercatore e ancora lo sono, ma non cerco più nelle stelle e nei libri: incomincio a udire gli insegnamenti che il mio sangue mormora in me”. Queste sono le parole d’apertura, segue un’analisi simbolica di come pochi esseri umani siano davvero tali nonostante il loro aspetto possa farci pensare il contrario. Uomini per metà pesce, altri non arrivano mai ad avere forma umana “ma ognuno è un tentativo della natura verso l’uomo. Tutti noi abbiamo in comune le origini, le madri, tutti veniamo dallo stesso abisso; ma ognuno diviluppandosi dalle profondità dalla profondità di affanna verso la propria meta”.

È con questa premessa che sul finire della sua vita Hermann Hesse sceglie di fare iniziare Demian, ma perché tra tutti i suoi romanzi la scelta ricade proprio su questo romanzo? Forse perché una parte dell’autore è proprio nel piccolo Emil.

Demian

Il romanzo parla del difficile passaggio dalla fanciullezza all’età adulta di Emil Sinclair. Inizialmente Hesse pubblica nel 1919 il romanzo sotto pseudonimo, utilizzando proprio il nome del protagonista del romanzo. Il nostro Emil è un ragazzo che tende a subire gli eventi della vita, in suo aiuto arriva un personaggio singolare Max Demian. Demian affascina Emil sin dal primo momento e Demian, probabilmente sentendo l’attrazione che Emil sente verso di lui, lo avvicina volutamente ma con tempi lenti e concilianti con l’altrettanto lenta evoluzione di Emil. Mettendo insieme i pezzi che durante la lettura parlano di Demian possiamo ammirarlo in tutte le sue sfaccettature. Hesse vuole che il lettore sappia come lo sguardo di Demian sia quello di un adulto, la sua voce è profonda ma dolce, il volto diafano, intelligente e con una forza fuori dal comune. Demian sembra anche essere capace di leggere nel pensiero, in realtà la sua capacità di osservazione e la sicurezza che porta nello sguardo lo aiutano a capire gli intenti e a veicolare le azioni degli altri. Emil vede dietro la gentilezza dell’amico rimprovero ed una sorta di disprezzo verso gli altri. Quando cerca di ricordarlo dice:

“Lo vedo andare a scuola solo o tra alunni più grandi come un estraneo, solitario, silenzioso, quasi astrale, circondato da un’aura tutta sua, soggetto a proprie leggi.”

Tale ammirazione verso l’amico non dura per tutto il romanzo, ad un certo punto le attenzione di Emil vengono catturate da Eva senza però alterare il grande legame tra lui e Demian.

Caino

Emil Sinclair ha comunque le sue certezze relative all’amico e a ciò che li lega. Ad esempio è consapevole di come la sua vita sarebbe stata sempre manipolata dal bullo della scuola, tale Kromer, senza l’intervento di Demian. E poi c’è la questione del segno. Il primo discorso che avviene tra Demian e Emil riguarda la storia di Caino e Abele. Demian porta il giovane e spaventato Emil a provare a guardare le cose da un altro punto di vista. E se Caino non fosse stato cattivo ma se avesse avuto qualcosa, come ad esempio una luce negli occhi, che incuteva timore negli altri perché saltava subito all’occhio che la sua acutezza era diversa? Se fosse stato solo più consapevole e più capace e per questo temuto? Chi vuole avere a che fare con gente così Sinclair? Questa domanda trova risposta tempo dopo, quando Sinclair si sta preparando per la cresima, sacramento che Demian non prende. Durante una delle lezioni di catechismo si parla della colpa di Caino e la magia avviene. Emil non si trova d’accordo, volge lo sguardo altrove e incontra quello di Demian. Sinclair ha appena accettato Caino nella propria vita.

Illusioni e realtà

Abbiamo già visto questa tipologia di avvicinamento di una creatura ne Il volto Verde dove però questa viene definita come un Dio di natura non specificata. Demian è la concretizzazione del Caos, lui conosce l’ordine, non dubita di Dio semplicemente non è d’accordo con lui. Demian può peccare rimanendo innocente perché usa l’esperienza per rafforzare la forza di volontà e per non dover ripetere un’esperienza che non serve più una volta imparato ciò che ha da insegnare. Demian è una creatura elevata, di quelle che si avvicinano agli esseri umani solo quando ne sono fortemente attratti e accompagna Emil sino a quando questi non diventa uomo.