Fonte foto: ilsussidiario.net
I fan di Ghali possono finalmente gioire: dopo oltre un anno di stop, il 22 giugno è uscito il suo nuovo singolo, del tutto inaspettatamente. Il rapper di Baggio, nato a Milano e di origini tunisine, ha dato la bella notizia sui suoi social ufficiali solamente il giorno prima, cogliendo tutti quanti di sorpresa. Ma non è tutto, perchè questa volta il cantante non è da solo. A cantare “Chiagne ancora”, questo il titolo del nuovo brano, ci sono infatti anche Liberato, l’ormai famoso rapper partenopeo dal volto a tutti sconosciuto, e J Lord, giovanissimo rapper ghanese cresciuto a Casoria. Una vera e propria collaborazione che unisce a tutti gli effetti l’Italia e il mondo in un’unica canzone dal sapore fresco, dove si alternano sia italiano che napoletano in un sound del tutto innovativo. La dimostrazione che la musica unisce sempre. Tutto pare essere nato quasi per caso, come Ghali stesso ha raccontato, un giorno in cui il rapper si trovava a casa di Ava, giovane produttore discogafico. Lo stesso giorno in cui, riascoltando la sua nuova creazione, ha subito pensato di contattare Liberato e J Lord per proporre loro una collaborazione che nessuno si sarebbe mai aspettato.
Il videoclip ufficiale, che si trova su YouTube, è uscito il giorno dopo il singolo, ha superato le 840.000 visualizzazioni in pochi giorni ed è stato diretto da Argo, duo parigino diventato celebre per la capacità di rinnovare il linguaggio dei video. Qui possiamo ammirare la G Varsety jacket, che è stata disegnata da Ghali in persona per “United Colors of Ghali”, capsule collection con il marchio internazionale United Colors of Benetton firmata dal rapper.
Ancora una volta Ghali ha voluto rischiare con nuove idee per cercare di lasciare il segno con la sua arte. Che dite, ce l’ha fatta? Noi di Hermes Magazine non abbiamo dubbi.
Sono quella che in prima elementare si annoiava mentre la maestra spiegava le lettere dell’alfabeto ai suoi compagni di classe, perché le conosceva già da almeno un anno. Sin da quei tempi, durante i temi in classe sarei stata capace di riempire con pensieri e parole dieci fogli protocollo. Scrivere per me è un’esigenza, la mia costante, una delle poche cose che mi fanno realmente sentire giusta in questo mondo, insieme alla gentilezza e ai miei sorrisi. Trentatré anni, diplomata come tecnico dei servizi sociali e qualificata assistente di studio odontoiatrico, ho cambiato diverse volte strada, ma il bisogno di scrivere mi ha sempre seguito come se fosse la mia ombra.