La settima arte appassiona per la sua capacità di emozionare: gioia, rabbia, adrenalina, paura, tristezza, momenti di profonda riflessione, il cinema è capace di incantare.
In questo contesto, i film con finale a sorpresa hanno un potere particolare ovvero quello di capovolgere le aspettative di chi guarda, lasciando a bocca aperta mentre scorrono i titoli di coda. Sono quelle pellicole che rimangono impresse nella memoria a tal punto da spingere a rivederle per cogliere tutti i dettagli e le sfumature sfuggite alla prima visione. E quest’ultima è sempre una nuova scoperta, come se si stesse rivedendo il film per la prima volta, grazie a un’altra prospettiva che prima era ignota.
Di seguito scoprirai una selezione di 5 film con finali inaspettati e memorabili che hanno decisamente ridefinito il concetto di narrazione cinematografica.
The Prestige di Christopher Nolan
Diretto da Christopher Nolan nel 2006, The Prestige racconta la rivalità tra due illusionisti nell’Inghilterra vittoriana: Robert Angier (Hugh Jackman) e Alfred Borden (Christian Bale). Dopo un tragico incidente durante uno spettacolo, i due iniziano una competizione ossessiva per superarsi a vicenda, cercando di creare l’illusione perfetta.
Il finale rivela che Borden aveva un gemello identico, con cui condivideva la propria vita per eseguire il trucco del trasporto umano. Angier, invece, utilizza una macchina creata da Nikola Tesla (interpretato da un magnifico David Bowie, ndr) per clonarsi, uccidendo ogni volta il proprio duplicato per mantenere l’illusione.
Questo colpo di scena svela fino a che punto entrambi siano disposti a spingersi per la loro arte, lasciando lo spettatore a riflettere sul costo dell’ossessione e della rivalità.
Shutter Island di Martin Scorsese
Nel 2010, Martin Scorsese dirige Shutter Island, un thriller psicologico ambientato negli anni ’50. Il film segue il maresciallo Teddy Daniels (Leonardo DiCaprio) e il suo partner Chuck Aule (Mark Ruffalo) mentre indagano sulla scomparsa di una paziente dall’ospedale psichiatrico di Shutter Island. Man mano che l’indagine procede, Teddy inizia a mettere in discussione la propria sanità mentale.
Leonardo Di Caprio in una scena di Shutter Island
Il finale svela che Teddy è in realtà Andrew Laeddis, un paziente dell’ospedale che ha creato un’illusione per sfuggire al trauma di aver ucciso la moglie dopo che questa aveva annegato i loro figli. L’intero staff dell’ospedale ha assecondato la sua fantasia nella speranza di riportarlo alla realtà, ma Andrew sceglie di farsi lobotomizzare piuttosto che affrontare il dolore delle sue azioni. Questo epilogo solleva interrogativi sulla natura della realtà e sulla fuga dalla colpa.
L’uomo senza sonno di Brad Anderson
Incontriamo di nuovo Christian Bale ne L’uomo senza sonno, diretto da Brad Anderson nel 2004. La trama parla delle vicende di Trevor Reznik, un operaio affetto da insonnia cronica che non dorme da un anno. La sua condizione lo porta a un progressivo deterioramento fisico e mentale, con allucinazioni e paranoie tali da indurlo a credere di essere vittima di una cospirazione orchestrata da un collega misterioso di nome Ivan.
Il finale rivela che Ivan è una proiezione della mente di Trevor, creata dal senso di colpa per aver investito e ucciso un bambino in un incidente stradale, fuggendo senza prestare soccorso. Le allucinazioni e l’insonnia sono il risultato del suo rimorso repressivo. Alla fine, Trevor decide di costituirsi, trovando finalmente la pace e riuscendo a dormire.
Anche in questo caso, il finale è spunto di riflessione sui devastanti effetti della colpa sulla psiche umana.
The Others di Alejandro Amenábar
Nel 2001, Alejandro Amenábar dirige The Others, horror gotico ambientato in una dimora isolata durante la Seconda Guerra Mondiale. Nicole Kidman interpreta Grace, una madre devota che vive con i suoi due figli fotosensibili. La famiglia inizia a sperimentare eventi paranormali e, credendo che la casa sia infestata, Grace impone rigide regole per proteggere i bambini dalla luce e dalle presunte presenze.
Il finale svela che Grace e i suoi figli sono in realtà fantasmi, morti anni prima, e che le presenze che percepiscono sono i nuovi inquilini viventi della casa. La donna aveva ucciso i suoi figli e poi si era suicidata, incapace di affrontare la realtà. Questo colpo di scena ribalta la prospettiva dello spettatore, trasformando i presunti spettri in vittime inconsapevoli della loro stessa condizione.
Lo stesso tema ricorre ne Il Sesto Senso. Anche qui il protagonista Malcom Crowe (Bruce Willis) si rende conto solo alla fine del film di essere un fantasma, perché incapace di accettare la sua morte e la conseguente separazione da sua moglie.
Fight Club di David Fincher
Diretto da David Fincher nel 1999, Fight Club è un cult movie basato sul romanzo di Chuck Palahniuk. Il protagonista, interpretato da Edward Norton, è un uomo insoddisfatto dalla vita moderna che soffre di insonnia. Incontra il carismatico Tyler Durden (Brad Pitt), e insieme fondano un club clandestino di combattimento come forma di sfogo maschile. Man mano che il club cresce, Tyler propone azioni sempre più anarchiche.
Edward Norton e Brad Pitt in una scena di Fight Club
Il colpo di scena finale rivela che Tyler è una proiezione della mente del protagonista, una personalità alternativa creata per sfuggire alla monotonia e all’alienazione della vita quotidiana. Questo epilogo sorprendente esplora temi di identità, consumismo e ribellione, evidenziando il carattere dualistico della natura umana.
Capolavori del cinema entrati nella storia
I finali a sorpresa hanno il merito di trasformare un buon film in un capolavoro, lasciando gli spettatori con molti interrogativi sui cui riflettere e discutere per giorni. Ognuno dei film citati offre un finale che arricchisce la trama e spinge a guardare l’insieme con un occhio nuovo e da un’angolazione differente.
Se non li hai ancora visti, è il momento di rimediare.
Da bambina mi chiamavano “la piccola scrivana”, forse perché stavo sempre con carta e penna in mano. Soprannome profetico? Chi sa. Intanto porto in borsa biro e taccuino, non si sa mai.