In scena dal 31 gennaio al Teatro Sannazaro di Napoli, lo spettacolo “2084 – l’anno in cui bruciammo Chrome“.
Il testo e la regia a cura di Marcello Cotugno hanno fatto il loro debutto in Sala Assoli nel luglio 2022 in occasione del Campania Teatro Festival. Questo weekend 2084 – l’anno in cui bruciammo Chrome calca le scene del Sannazaro e chiude l’ambiziosa trilogia di Cotugno nata nel 2000 con Anatomia della morte di… (già vincitore del premio “7 spettacoli per un nuovo teatro per il 2000”) e proseguita con Liquido, in cui si assiste, alle soglie del terzo millennio, all’evoluzione e conseguente crisi della famiglia e della società, vittime di sperimentazioni tecnologiche.
Lo spettacolo vede la luce grazie ad un riuscitissimo progetto nato tra le mura del Suor Orsola Benincasa, come evoluzione di una ricerca nel Master in “Teatro Pedagogia e Didattica. Metodi, tecniche e pratiche delle arti sceniche” diretto da Nadia Carlomagno, protagonista del cast di Marcello Cotugno.
Così, in uno dei teatri più antichi di Napoli, in uno scenario completamente lontano dalla narrazione, 2084 – l’anno in cui bruciammo Chrome apre un’inquietante finestra temporale: uno sguardo distopico avanti di 59 anni, in un futuro che, in realtà, non sembra poi così lontano.
La platea, accolta da una mela, ricostruisce la surreale condizione di una famiglia ridotta al lastrico, affidandosi alla narrazione ora del padre, ora della madre, ora dei figli; da un irreale racconto corale, a monologhi individuali rivelatori, indagando la psicologia umana del 2084 al servizio di una società sopraffatta dalla tecnologia.
Sullo sfondo, le espressioni cinesi che appaiono non appena pronunciate in scena e gli abiti evocativi di un mondo lontano dal nostro rivelano quanto l’Oriente si sia impadronito della nostra società. Sarà, infatti, proprio il governo cinese, al servizio di famiglie in estrema povertà, ad offrire ai due genitori lavori disumani, alienanti, gli stessi a cui i giovani figli si sono prestati, togliendo loro ogni contatto con la realtà.
Ci affacciamo, per una sera, ad un futuro così lontano ma allo stesso tempo così prossimo e possibile, quello di una generazione di giovani sempre più alienati ed isolati nel metaverso, pronti a negare se stessi, la propria identità in ogni sua forma, a costruirsi una realtà inesistente, tra NFT e nuove valute monetarie, alla ricerca di nuove emozioni.
Si empatizza e ci si intenerisce con l’ingenuità del padre, ultimo tratto umano che sopravvive, interpretato da un magistrale Francesco Maria Cordella; ci si emoziona di fronte alla cruda realtà del tempo che passa nei monologhi della madre, grazie all’incredibile talento di Nadia Carlomagno. Si rivivono i drammi adolescenziali della figlia, interpretata ora da Sveva De Marinis, ora da Arianna Cremona, tra la paura di accettare se stessi fino all’inquietante impossibilità di riconoscersi.
Sarà Graziano Purgante, nella freschezza della sua interpretazione, nei panni del figlio, a dare speranza in questa angosciante previsione del futuro. Il ragazzo, macchiato di un cyber-crimine, dopo aver trascorso un intero anno in nuova dimensione, quella del metaverso, sceglierà di cambiare le cose, per sè, per la sua famiglia e per l’intera società.
2084 – l’anno in cui bruciammo Chrome è in scena per l’ultima replica questa sera al Teatro Sannazaro di Napoli.

Laureata in marketing e masterizzata in comunicazione e altro che ha a che fare con la musica. Fiera napoletana, per metà calabrese e arbëreshë, collezionista compulsiva di vinili, cd o qualsiasi altro supporto musicale. Vanto un ampio CV di concerti e festival.