2084 – L’anno in cui bruciammo chrome di Marcello Cotugno porta al Teatro Sannazaro di Napoli uno sguardo su un futuro prossimo, distopico e inquietante: un futuro in cui l’ascesa economica della Cina ha ribaltato i rapporti di forza sullo scenario globale e in cui Napoli, come le altre città occidentali, è stata colonizzata dall’egemonia economica e culturale cinese.
Dopo il debutto in Sala Assoli nel luglio 2022 nell’ambito del Campania Teatro Festival, il testo di Cotugno – che firma anche regia, progettazione video e colonna sonora – dischiude una visione fantascientifica (ma non troppo) che trova echi in un’attualità già caratterizzata da una crescente tensione tra Cina e Occidente per il controllo della cultura e dei mercati. Il 2084, anno in cui si svolge l’azione, ci sembra dunque spaventosamente vicino.
Nella visione di Cotugno, la Cina ha non solo espanso la propria influenza economica, ma anche esportato il proprio sistema di controllo sociale. Una sola applicazione regola le vite delle persone: un unico ecosistema digitale, che raccoglie diversi social, consente l’accesso a ogni tipo di servizio e pagamento. La vita della collettività è disciplinata dai crediti sociali: ogni azione dei cittadini è controllata dal governo che assegna loro un punteggio, in base al quale ne stabilisce l’affidabilità. Il denaro contante non esiste più, le transazioni vengono fatte principalmente in π (PiGreco), una delle principali criptovalute in circolazione. Il lavoro – che si è evoluto quasi del tutto in modalità smart, accentuando la capillarizzazione delle competenze e il disgregamento sociale – è l’unica vera ragion d’essere delle persone. Gli NFT (oggetti digitali con un codice identificativo univoco) hanno del tutto sostituito le arti figurative e plastiche. Il metaverso è diventato l’unico possibile orizzonte di relazione e rappresentazione, dove vivere esperienze altrimenti irrealizzabili.
Pedine di un sistema che li monitora e li gestisce, dietro la promessa di un benessere che mira a ottunderne le coscienze, agli individui – come la famiglia Donati, i protagonisti della pièce – resta un margine ristrettissimo di libertà. Un margine, forse, appena sufficiente ad esercitare l’unica scelta possibile per sottrarsi al controllo: autodistruggersi per distruggere il sistema.
Gli attori in scena
In scena: Francesco Maria Cordella, che ha lavorato con registi del calibro di Robert Wilson ed è tra gli storici attori dell’Arlecchino di Strehler, Nadia Carlomagno, che vanta collaborazioni con registi come Ettore Scola e Alfonso Santagata, e i giovani e talentuosi Graziano Purgante, Sveva De Marinis, Arianna Cremona e Onorina Della Rocca. Nel cast, anche Paolo De Vita, reduce dal successo della serie Disney Qui non è Hollywood. Le scene sono firmate da Assunta La Corte, i costumi da Irma Ciaramella, le luci ideate da Pasquale Mari, la progettazione grafica e video da
Francesco Domenico D’Auria, le coreografie curate da Valeria Apicella e l’aiuto regia e la collaborazione alla drammaturgia da Marta Finocchiaro e Arianna Cremona. La produzione è del teatro Sannazaro con la collaborazione di ACTS e del Master in Arti Performative Teatro Pedagogia e Didattica dell’Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli.
Per la prima volta in Italia, a uno spettacolo teatrale è abbinata una collezione di NFT, disegnati dal regista e acquistabili all’indirizzo: https://opensea.io/Izar_65
Il 1° febbraio al Teatro Sannazaro, alle ore 12, si terrà inoltre la presentazione del volume Nel modo più assoluto, no che raccoglie la trilogia di Marcello Cotugno sulla famiglia. L’introduzione del libro
Le parole del regista
2084 può considerarsi come il capitolo conclusivo di una ideale trilogia sul futuro e sulla famiglia, due temi che ho iniziato a esplorare sin dall’anno 2000.In quell’anno, scrissi e diressi Anatomia della morte di… (vincitore del premio “7 spettacoli per un nuovo teatro per il 2000”, indetto da Mario Martone, allora direttore del Teatro Argentina di Roma), un testo che analizzava il disagio di un giovane uomo, suicida a causa del conflitto con i genitori e la società alle soglie del terzo millennio. La tecnologia, in Anatomia… era presente con due megaschermi collegati per tutta la durata dello spettacolo (con tecnologia ISDN), e rappresentava un ulteriore personaggio sulla scena, importante al pari degli attori protagonisti e cruciale negli snodi della storia. Molti anni dopo, nel 2017, con Liquido, ho affrontato lo stesso tema dal punto di vista dei padri, immaginando una famiglia in cui fosse il padre ad abbandonare le figlie, colpevoli di aver contribuito, col loro cinismo, a rovinargli la vita. Deus ex machina tecnologico, una apparentemente miracolosa terapia riabilitativa simile a quella, di origine militare, chiamata deprivazione sensoriale.
“2084 si rivolge anche a un pubblico di giovanissimi, – continua Cotugno – non solo attraverso la rappresentazione dei social e del gaming come parti integranti della vita dei protagonisti, o attraverso la riflessione su fenomeni sempre più presenti nel nostro presente, come la dipendenza digitale, le criptovalute, l’intelligenza artificiale, gli NFT, ma anche affiancando nuovi linguaggi ai codici teatrali tradizionali, nella consapevolezza che il teatro è un’arte viva, che può e deve trasformarsi al passo con una società che cambia.”
