Federico Buffa sale sul palco del Teatro Diana di Napoli con La Milonga del Fútbol, il racconto di un secolo argentino oltre i confini sportivi per esplorare storie di migrazioni, di genio e sregolatezza, di città in fermento e di fenomeni che conquistano il cuore di interi paesi.

Buffa, con la regia di Pierluigi Iorio, rapisce gli spettatori per portarli a bordo della Mendoza, in quel viaggio che molti dei nostri hanno compiuto alla fine dell’800: 25 giorni a largo della terraferma per raggiungere il nuovo continente ed una nuova vita, per approdare in una terra vivace ed ospitale, l’Argentina. La platea anagraficamente varia e gremita si lascia guidare in un’ora e quaranta di scoperta, con occhi e orecchie puntate sul palco, avventurandosi in mare con la famiglia Cesarini, per testimoniare la nascita di un talento unico, quello di Renato.

Dal genio calcistico alle follie notturne in una Buenos Aires che non dorme mai, si assiste, guidati dall’ipnotico storytelling di giornalista, alla nascita ed esplosione del fenomeno Cesarini, italiano di adozione argentina, in un andirivieni oltreoceano, dalla Juventus al River Plate, da calciatore ad allenatore, per poi scoprire El Cabezón Sivori, la sregolatezza tutta argentina che approderà in Italia; e ancora, si intonano cori da stadio che sembrano filastrocche, si vive la lunga notte dei teatri che chiudono all’una inoltrata e si assapora la creatività di un popolo che rivendica non tanto l’invenzione del calcio, quanto l’amore per lo stesso.

 

E così, alla suadente voce di Mascia Foschi e alle note incisive del pianoforte di Alessandro Nidi, Buffa mima la bicicleta e altre fantasiose creazioni calcistiche del popolo argentino, evocando scene da libri di storia. La narrazione, così trasversale ed appassionata, avvicina e coinvolge anche chi è lontano da quel mondo lì.

Basterà nominare una data per sollevare uno scrosciante applauso: 30 ottobre 1960, la nascita di un mito. Le luci e le ombre di Diego Armando Maradona sono affidate all’intensità e delicatezza di chi sa intrecciare le parole, come i passi di una travolgente e passionale Milonga.

Federico Buffa incanta con dialettica ipnotica, emoziona e regala, a fine spettacolo, due aneddoti di carriera che lo hanno portato al fianco del Dio del calcio. Napoli ringrazia con un lunghissimo e fragoroso abbraccio.

 

 

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