James Dean nasce l’8 febbraio 1931. La sua importanza nella storia del cinema mondiale lo fa rientrare sicuramente nel pantheon di quelle star e miti dalla fama immortale.
Il giovane attore girò solo 3 film: La valle dell’Eden del 1955 diretto da Elia Kazan, Gioventu’ bruciata del 1955 diretto da Nicholas Ray e Il gigante 1956 diretto da George Stevens. Tramite questi tre ruoli James Dean si costruì il personaggio del giovane problematico alle prese con lo scontro generazionale di una società in evoluzione. Questi tre film, seppur girati nel breve arco di 18 mesi, rivoluzionarono non soltanto la vita di milioni di teenagers, ma anche lo stile di recitazione degli attori del cinema anni cinquanta. Dean con il suo stile ha ispirato e ispira anche oggi moltissime star hollywoodiane diventando una vera e propria icona al pari delle colleghe attrici Audrey Hepburn e Marilyn Monroe.
Si pensa che le persone migliori vengano strappate prematuramente alla vita per diventare spiriti guida. James Dean morì a 24 anni in un tragico incidente sulla strada a sud di San Francisco il 30 settembre 1955.
Il meccanico che viaggiava sul sedile accanto a lui riportò solo alcune costole rotte, Dean venne decapitato. Quel giorno andava piano. La sua può essere definita la tipica morte annunciata. Dean era solito dire agli amici che non sarebbe vissuto oltre i 30 anni. Questi in genere rispondevano facendogli notare che sicuramente la sua passione per le auto da corsa era piuttosto rischiosa, ma James aveva anche in questo caso la battuta pronta: “Quale modo migliore per morire? È veloce, pulito e te ne vai in un tripudio di gloria“. A rimarcare l’ironia della sorte un aneddoto nefasto: poco prima della tragedia, James, terminate da poco le riprese del suo terzo film Il gigante, aveva registrato uno spot sulla sicurezza stradale. Prima di salutare aveva detto all’attore Gig Young che lo intervistava: “Siate prudenti perché la prossima vita che salvate potrebbe essere la mia!”. A seguito della sua morte, la Warner Bros. decise di non mandare in onda l’intervista.
La sua fama avrà un’eco immortale, tanto che si può usare il presente per descriverlo: ha tutto dell’angelo caduto: è giovane, bello, tormentato, curioso, solitario e…. sfortunato. Ma è soprattutto un ribelle. Diventerà un simbolo per le generazioni successive che ben presto proveranno le sue stesse inquietudini.
Ma oggi noi vogliamo ricordare il suo compleanno e per farlo abbiamo ricercato le curiosità meno conosciute su questa figura del cinema mondiale tanto osannata, quanto sfortunata.
Lo sapevate che nonostante dalle foto sembri sempre iper curato, Dean amava uno stile trasandato? Sembra che potesse tranquillamente presentarsi a pranzi e cene eleganti senza scarpe e con addosso dei jeans sporchi. A volte i suoi vestiti erano talmente usurati che sembravano sul punto di cadere a pezzi. Di lui un critico cinematografico disse: “Jimmy si veste come un letto sfatto“.
Si dice di lui che è stato un avvocato mancato: durante il liceo dimostrò un grande talento per il discorso in pubblico e i dibattiti, riusciva a inventare argomentazioni per difendere una causa nel giro di pochissimo.
Sembra che Dean nutrisse un’ammirazione molto chiacchierata per il collega Marlon Brando. ll web si è spesso divertito ad immaginare, attraverso dei fotomontaggi, un love affair tra le due più grandi icone virili del cinema. Poi però, come un fulmine a ciel sereno, cominciò a circolare la notizia che davvero Marlon Brando e James Dean sono stati amanti. In realtà, comunque, di romantico c’era ben poco nel loro rapporto tormentato: il rude Brando, che era bisessuale, pare dominasse psicologicamente e fisicamente il più govane Dean, in un rapporto dalle chiare connotazioni sadomasochiste. Brando però ha sempre negato la relazione e, anzi, accusava il collega di essere ossessionato da lui.
Un altro dettaglio che spesso viene tralasciato nella biografia dell’attore è il suo pessimo rapporto con il padre. Dopo la morte della madre fu infatti spedito da quest’ultimo a vivere dagli zii e divenuto adulto, James, non parlò mai più con lui.
Pochi sanno che James Dean fosse un apprendista mago. Era infatti un appasionato di magia e dilettava gli amici con una serie di piccoli trucchi magici che riuscivano sempre a stupire. Il suo trucco più riuscito consisteva nel mettere in bocca una sigaretta e farla ricomparire accesa.
Fu il primo a ricevere due nomination agli Oscar come miglior attore dopo la sua morte. La prima nel 1955 per La valle dell’Eden, la seconda nel 1956 per il ruolo di protagonista ne Il Gigante. Sfortunatamente non vinse in nessuno dei due casi, ricevette però un Golden Globe sempre dopo la sua morte.
Aveva una passione per la musica. La sua canzone preferita era When Your Lover Has Gone e secondo le testimonianze degli amici il suo album preferito era Songs for Young Lovers di Frank Sinatra. Ma Dean non amava solo la musica pop degli anni 50 e il jazz, apprezzava anche la musica classica e quella Afro-Cubana al punto che adorava suonare il bongo.
Merita nota infine, per i 90 anni dalla sua nascita, la sua resurrezione. James Dean è stato letteralmente fatto risuscitare dalla CGI. Il suo volto ricostruito in pixel è stato, infatti, utilizzato per il film sul Vietnam Finding Jack, di cui James Dean è il co-protagonista. Gli eredi hanno infatti, nel 2019, concesso alla Magic City Films, il permesso di “riportare in vita” l’attore.
Finding Jack si basa su un romanzo di Gareth Crocker e racconta la storia dell’abbandono da parte dell’esercito americano di 10.000 unità cinofile alla fine del conflitto in Vietnam. Il film rappresenta, secondo i produttori un viaggio emotivo di amicizia e amore in circostanze disperate.
Questa idea è stata però controversa: se dal fronte della produzione e della famiglia la scelta di utilizzare James Dean in un nuovo film è stata presa con serenità, molti altri si sono inorriditi alla sola notizia di questa distopica possibilità. Primo fra tutti Chris Evans che, in un tweet infuocato, ha affermato che di questo passo faremo dipingere un Picasso o scrivere il nuovo brano di John Lennon da un computer.
Ci sono miti destinati a durare per sempre! Questo è il caso.
Mi rimetto in gioco sempre. Cerco ogni giorno il meglio da me e per me. Curiosa, leggo e scrivo per passione. Imparo dal confronto, dalle critiche costruttive e rinasco cercando di superare i miei limiti. È così che approdo a nuove mete dopo scelte di studio e lavoro completamente diverse, quali la contabilità e un impiego in amministrazione in un’azienda privata e mi dedico a ciò che avrei dovuto fare fin dall’inizio.