L’inquinamento delle falde acquifere in Veneto

“Bevo per dissetarmi, non per avvelenarmi” sembra uno slogan pubblicitario che ricorda l’importanza di evitare di ingerire prodotti nocivi alla salute come, ad esempio, bevande che presentano un elevato tasso di alcool.

In realtà questo non è uno slogan. E’ una semplice frase, e non è riferita a nessun tipo di alcolico ma all’acqua. La domanda che sorge spontanea è in che modo può un elemento così puro arrecare danno?

La risposta, purtroppo, è retorica: l’acqua arreca danno quando viene inquinata da coloro che della salute altrui non hanno il benchè minimo rispetto. Sono inquinati da decenni fiumi, mari, laghi, acque sotterranee.

Un esempio eclatante di inquinamento delle falde acquifere, ormai diventato un caso nazionale ed europeo e che ha provocato un vero e proprio disastro ambientale, è quello che riguarda una vasta area del Veneto che interessa in particolare le province di Vicenza, Verona e Padova. A tal proposito, un documentario televisivo, scritto e diretto dalla giornalista Luisa Di Simone,  andato in onda su Rai Tre nel mese di luglio, ha trattato in maniera precisa e dettagliata l’argomento, attraverso una serie di reportage e interviste a persone del posto. L’epicentro dell’area interessata al danno corrisponde al comune vicentino di Lonigo, nel cui sottosuolo si estende una falda acquifera dalla quale attingono molti acquedotti, che forniscono acqua a migliaia di abitanti. Nell’acqua di tale falda sono stati trovati, in una quantità estremamente elevata, i PFAS (acidi perfluoroacrilici) ovvero dei composti chimici che servono a impermeabilizzare vari prodotti come pentole e pelli. Tali acidi provengono dalla Miteni, uno stabilimento presente sin dagli anni ‘60 nel comune di Trissino (VC)  che, nel corso del tempo, aveva cambiato nome e proprietari, ma non aveva mai cessato di inquinare le acque sotterranee.

Questa situazione è andata avanti fino a quando le autorità si sono accorte del grave problema e nel 2017 hanno aperto l’inchiesta, sottoponendo gli abitanti del luogo ad esami del sangue specifici, in cui sono stati individuati livelli di PFAS superiori al massimo consentito. Le mamme del comune, i cui figli hanno riportato concentrazioni di PFAS elevatissime nel sangue, si sono unite in un comitato che si è costituito parte civile al processo contro la Miteni, consapevoli anche del fatto che l’azienda, pur sapendo da tempo del problema, aveva omesso di segnalarlo, arrecando un gravissimo danno non solo agli abitanti del posto ma anche a quelli di vaste aree del Veneto; un danno che si manifesta con un forte aumento di malattie congenite, tumori, diabete, ipertensione e neonati nati con un peso basso rispetto alla media nazionale.

Non si sa quanto tempo sarà necessario affinchè le vaste aree della regione colpite dall’inquinamento siano messe completamente in sicurezza, in modo da evitare sia che gli acquedotti attingano alle falde inquinate sia che vengano coinvolti ulteriori territori nei quali quelle acque si stanno espandendo. Per il momento una cosa sola è certa: è stato procurato sia all’ambiente che alle persone un altro grave danno, uno dei tanti di cui la specie umana è diventata “dispensatrice” dai tempi in cui l’industria si è sviluppata in maniera caotica e selvaggia, senza la programmazione e attuazione di metodi finalizzati alla salvaguardia della natura e degli uomini stessi. In questo contesto, l’acqua, il più puro e salutare degli elementi presenti in natura, senza pietà alcuna, viene trasformato in pericoloso veleno.

Come l’acqua

Sii come l’acqua,

fresca onda sulla pelle,

rugiada di un fiore di campo.

Sentila dentro il tuo corpo,

in ogni tua cellula e organo.

Bevine in abbondanza:

lei esiste per dissetarti.

Immergiti nelle sue braccia:

lei esiste per coccolarti.

Sii come l’acqua,

imita la sua trasparenza,

attingi alla sincerità e alla purezza.

Trattala come un’amica,

ti verrà sempre incontro.

Trattala male e

perderai per sempre il suo amore.

Annalisa Potenza