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“Il mio nome è Bond, James Bond“. Basta sentire questa frase per ricordare immediatamente il mitico 007. Per ben quindici anni è stato Daniel Craig ad interpretare i panni della spia più famosa del mondo del cinema. Ma c’è ormai aria di cambiamento e a quanto sembra Bond cambierà nuovamente sembianze. Tra i vari attori in lista possiamo trovare il nome di Idris Elba, Tom Hardy, Hery Cavill e Regé Jean-Page. Fino ad arrivare al trentadueenne Aaron Taylor Johnson, il quale ha avuto definitamente la parte.
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Questo perché i fratelli Broccoli, storici produttori della saga di James Bond, hanno preso la decisione di prendere un volto giovane. In questo modo, infatti, potrà essere protagonista di più film, proprio come è successo a Daniel Craig. L’attore ha per l’appunto iniziato a vestire i panni del personaggio all’età di 40 anni.
Cosa sappiamo su Aaron Taylor Johnson
Ma cosa sappiamo sul nuovo volto del famoso ed amato James Bond? Per prima cosa bisogna specificare che l’attore ha iniziato la sua carriera quando era molto giovane. All’età di sei anni ha iniziato a studiare recitazione, canto e ballo presso la scuola d’arte drammatica Jackie Palmer Stage School. Lo abbiamo visto nel ruolo di Kick-Ass nell’omonimo film drammatico del 2010, a fianco di Nicholas Cage. E ha anche lavorato nel film “Avengers: Age of Ultron”, vestendo i panni di Quicksilver. Inoltre compare anche in “Le belve” di Oliver Stone. Il primo ruolo sul grande schermo è del 2002 con “Tom & Thomas – un solo destino”. L’anno dopo ha poi interpretato Charlie Chaplin in “Due cavalieri a Londra”. E non dimentichiamo poi il ruolo di John Lennon in “Nowhere Boy”. E, per dirne un’altra, ha vinto il Golden Globe come miglior attore non protagonista recitando in “Animali notturni” di Tom Ford.
Un curriculum di tutto rispetto, quindi. E sarà per questo decisamente un James Bond che saprà farsi valere, ne siamo sicuri. Non ci resta che aspettare per vederlo finalmente all’azione.
Sono quella che in prima elementare si annoiava mentre la maestra spiegava le lettere dell’alfabeto ai suoi compagni di classe, perché le conosceva già da almeno un anno. Sin da quei tempi, durante i temi in classe sarei stata capace di riempire con pensieri e parole dieci fogli protocollo. Scrivere per me è un’esigenza, la mia costante, una delle poche cose che mi fanno realmente sentire giusta in questo mondo, insieme alla gentilezza e ai miei sorrisi. Trentatré anni, diplomata come tecnico dei servizi sociali e qualificata assistente di studio odontoiatrico, ho cambiato diverse volte strada, ma il bisogno di scrivere mi ha sempre seguito come se fosse la mia ombra.