Fonte foto: laschitadelloltrepopavese.it
In provincia di Pavia vince la semplicità. Ce lo dimostra la Schita, piatto tipico dell’Oltrepò Pavese e più precisamente di Voghera, che lo scorso anno ha iniziato a riscuotere parecchio successo sui social. Ma cos’è esattamente, e come ha fatto a conquistare tutti quanti?
Una ricetta destinata a finire nel dimenticatoio
La schita non è nient’altro che una sorta di frittella dalle sembianze simili ad una crêpe francese e può essere sia dolce che salata, a seconda del condimento con cui la si accompagna. Tra le schite salate, la più famosa è indubbiamente quella con il salame di Varzi. Conosciuta nel pavese come “la schita d’la nona” (letteralmente “la schita della nonna”, perché era la merenda tipica di quando si andava a trovare i nonni), ha origini molto antiche: si pensa che si possano addirittura collocare a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento. Certo è che i contadini, prima di andare a lavorare nei campi, facevano con essa colazione. Tuttavia è una ricetta talmente povera e semplice da essere quasi finita nel dimenticatoio, tant’è vero che per lei non c’è mai stato molto spazio nemmeno sui libri di cucina. Ed è proprio qui che arriviamo ai giorni nostri.
In pieno lockdown, ecco la rivincita
Come spesso si sente dire, è proprio quando non si direbbe mai che accadono le cose più inaspettate. Ed è proprio questo il caso. Nell’aprile 2020, in pieno lockdown, la scrittrice oltrepadana Cinzia Montagna pubblicò sul suo profilo ufficiale Facebook, una fotografia della schita che aveva appena preparato. Probabilmente incuriositi da quella ricetta sconosciuta e dall’aspetto semplice, i suoi follower iniziarono a cucinarla e a condividere a loro volta le fotografie di quel piatto che, in pochi giorni, iniziò a diventare a tutti gli effetti un fenomeno social.
Montagna decise così di creare il gruppo “La schita dell’Oltrepò Pavese”, proclamando poi la Giornata mondiale della schita virtuale il 28 giugno 2020, giorno in cui si raggiunse il vero record di fotografie di schite condivise: ben 450. Esistono inoltre il sito ufficiale della schita dove potete trovare la ricetta e scoprire i posti migliori dove poterla mangiare, e la favola “Il piccolo Mediterraneo scopre la schita dell’Oltrepò Pavese“, scritta da Cinzia Montagna stessa. A partire dal novembre 2020 la schita è inoltre diventata parte dell‘Arca del Gusto Slow Food in Oltrepò Pavese, grazie a Teresio Nardi. L’artista pavese Diego Baiocchi ha inoltre realizzato il logo della schita, che si può trovare sui gadget presenti nel sito ufficiale.
Sono quella che in prima elementare si annoiava mentre la maestra spiegava le lettere dell’alfabeto ai suoi compagni di classe, perché le conosceva già da almeno un anno. Sin da quei tempi, durante i temi in classe sarei stata capace di riempire con pensieri e parole dieci fogli protocollo. Scrivere per me è un’esigenza, la mia costante, una delle poche cose che mi fanno realmente sentire giusta in questo mondo, insieme alla gentilezza e ai miei sorrisi. Trentatré anni, diplomata come tecnico dei servizi sociali e qualificata assistente di studio odontoiatrico, ho cambiato diverse volte strada, ma il bisogno di scrivere mi ha sempre seguito come se fosse la mia ombra.