Aprendo un’analisi di ciò che è accaduto negli ultimi anni, una partnership commerciale come quella tra Italia e Svizzera è evidenziata in crescita. In modo proporzionale sono aumentati non solo gli scambi doganali ma anche il numero di attività nostrane che hanno aperto una seconda sede all’interno dei confini elvetici.
Nonostante l’incredibile vicinanza geografica, la Svizzera non fa parte dell’Unione Europea: ha dunque mantenuto la propria moneta e vanta regole specifiche per ciò che riguarda l’import-export, il passaggio doganale e la rendicontazione IVA. Proviamo a capire in modo più dettagliato l’argomento.
Rendicontazione IVA: cosa c’è da sapere
La rendicontazione IVA svizzera, pur risultando simile alla situazione italiana, vanta peculiarità che la differenziano. Chi desidera lavorare sul territorio deve quindi applicare, secondo le regole locali, un’imposta valida per chi ha un fatturato annuo superiore ai 100.000 franchi svizzeri. Non è espressa in euro per un semplice fatto: nonostante la posizione geografica, la nazione non fa parte dell’Unione Europea.
Come funziona l’IVA in Svizzera? Ci sono tre aliquote principali. Quella ordinaria è pari all’8,1%, quella ridotta su alimenti e farmacia è al 2,6% e poi c’è quella speciale al 3,8%.
La rendicontazione IVA si effettua tramite dichiarazioni periodiche che vengono presentate all’AFC, cioè l’amministrazione federale delle contribuzioni. Chi è in possesso di un’industria o un’impresa dovrà scegliere tra due opzioni:
– Metodo effettivo. Legato a ciò che viene incassato o pagato;
– Metodo a saldo. Si basa su percentuali fisse applicate a volumi d’affari.
La fase è estremamente delicata, richiede attenzione e precisione oltre ad un rispetto meticoloso delle scadenze. L’inserimento di dati errati o dichiarazioni incomplete possono condurre a sanzioni, addebiti di mora e controlli fiscali più approfonditi. Nei casi più gravi? Si rischia un danno reputazionale impattante che potrebbe inibire il lavoro nel Paese.
Ecco perché consigliamo di prendere questi obblighi con serenità affidandosi a professionisti del settore. Una squadra di consulenti gestirà con un supporto completo la dichiarazione e la compilazione, intervenendo persino in caso di controlli fiscali.
Scambi commerciali: la dogana e altri dettagli
Non possiamo negare che l’Italia abbia un grande interesse nella commercializzazione con la Svizzera, specialmente per ambiti quali l’artigianato, l’alimentare, l’abbigliamento e la produzione farmaceutica. Il numero di aziende nostrane che hanno una seconda sede su territorio elvetico o esporta in Svizzera è davvero alto. Ecco perché non possiamo non parlare dell’importanza delle operazioni doganali.
L’importazione richiede la compilazione di diversi documenti, tra cui la fattura commerciale, il DDT (documento di trasporto) e, soprattutto, la dichiarazione doganale. In determinati casi è richiesto anche il certificato di origine. Attenzione poi ad alcuni materiali specifici come i metalli che possono essere sottoposti a controlli per verificare che non rappresentino un pericolo per le persone e l’ambiente.
Se da una parte possiamo mettere sulla bilancia una serie di vantaggi e benefici che nascono dalla collaborazione commerciale tra Italia e Svizzera, dall’altra bisogna affidarsi sicuramente a professionisti specializzati che possano aiutare le aziende nella gestione burocratica e documentale riguardo l’IVA, la dogana e altri dettagli per poter continuare ad operare sul territorio in modo regolare e senza incorrere in sanzioni o blocchi temporanei.
