Il cibo come “vaccino”: così la Pandemia cambia lo stile alimentare degli italiani

Il 2020 è stato un anno molto diverso dagli altri. Ha stravolto l’ordinario svolgimento della vita di tutti i giorni, inducendo le persone a rivedere sé stessi e le loro abitudini e, nella maggior parte dei casi, a cambiare il loro stile di vita. Uno degli aspetti che ha subìto maggiori cambiamenti è stato il regime alimentare, con una particolare influenza positiva riguardo alla diminuzione dello spreco del cibo.

 

Alcuni studi realizzati da Waste Watcher (un osservatorio sugli sprechi creato da Last Minute Market per “EXPO 2015”), hanno evidenziato due elementi: a seguito del primo lockdown, 4 persone su 10 hanno cambiato il loro stile alimentare, e vi è stato un aumento del numero di persone che si è affidato alla Dieta mediterranea, con delle variazioni dettate dalla situazione eccezionale di quest’anno. Secondo tali studi, risalenti al 16 novembre scorso, è aumentato l’acquisto e il consumo di legumi, verdura e frutta fresca, e non manca l’incremento delle quantità di farina e lievito acquistate per la preparazione in casa di prodotti che, fino all’anno scorso, si soleva comprare già pronti. In effetti, il confinamento e le restrizioni riguardanti lo spostamento hanno conseguentemente indotto le persone a organizzare la propria vita tra le loro mura domestiche, causando anche maggiore stress e ansia. Questo fenomeno ha favorito anche l’acquisto del cosiddetto “comfort food”, ovverosia dolci e cioccolata, un ottimo espediente per trovare piccole consolazioni in un periodo così difficile. 

 

Quanto detto finora permette di comprendere meglio la ragione per cui la Dieta mediterranea è tornata ad essere la favorita, e per diversi motivi. La difficoltà a poter mangiare fuori casa ha “costretto” gli individui ad organizzarsi riguardo all’acquisto degli alimenti, con la conseguente razionalizzazione delle quantità da consumare. In poche parole, si acquista più cibo ma se ne spreca di meno, e la Dieta mediterranea sembra essere un vademecum utile e strategico per la pianificazione delle spese e la prevenzione degli sperperi. È stata constatata anche una leggera flessione per la scelta del cibo takeaway e una maggiore predilezione per i negozi al dettaglio; anche l’e-commerce, un sistema sempre più familiare alle persone, viene utilizzato maggiormente per l’acquisto di prodotti alimentari. Viene prestata più attenzione al consumo di pesce rispetto alla carne e ai prodotti a lunga conservazione, ma un altro principio si è consolidato: alimentarsi in modo sano e sostenibile costa meno.

 

Quest’ultima considerazione porta con sé un ulteriore argomento da approfondire. I regimi alimentari sono fondamentali non soltanto per la salute umana, ma anche per l’intero ecosistema. Una dieta sostenibile, infatti, garantirebbe una maggiore sicurezza alimentare, stili di vita sani, eviterebbe perdite e sprechi di cibo, e ridurrebbe l’impatto ambientale, tutti elementi che contribuiscono al miglioramento del benessere della società. La Dieta mediterranea sembra essere davvero efficace da questo punto di vista, anzi si potrebbe addirittura definire un vero e proprio vaccino – forse il più efficace – contro ogni pandemia.