I figli sono “pezzi di cuore” e se te li strappano dalle braccia, è come se ti portassero via un pezzo di cuore o l’anima. Questo è ciò che devono aver provato i genitori di tutti i bambini tolti ingiustamente alla loro custodia dai Servizi Sociali della Val D’Enza.
Il caso “Angeli e Demoni” ha scosso notevolmente l’opinione pubblica mettendo in discussione tutto l’operato di chi dovrebbe aiutare la fascia più debole della società, ovvero i bambini.
Ai Servizi Sociali della Val D’Enza e, più in particolare di Bibbiano (Comune di circa 10.000 abitanti di Reggio Emilia), viene contesta la buonafede nel redigere relazioni al Tribunale dei Minori di Bologna raccontando di abusi e violenze ai danni dei loro assistiti da parte di genitori e/o affidatari. Violenze mai avvenute ma dimostrate con false prove. In particolare avrebbero indotto i bambini a riportare abusi e maltrattamenti mai avvenuti attraverso veri e propri “lavaggi al cervello” durante le sedute di psicoterapia.
L’indagine dei Carabinieri di Reggio Emilia ha inizio nell’estate del 2018, insospettiti dall’aumento delle denunce dei Servizi Sociali per maltrattamenti familiari ma resa nota solo il 27 giugno 2019 con la notifica di misure cautelari per 10 persone e gli arresti domiciliari per altre 6. Fra queste 6 c’è anche il Sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, accusato di falso e abuso d’ufficio, ovverosia avrebbe saputo ma taciuto sul traffico illecito dei bambini. I domiciliari vengono revocati in settembre ma rimane l’obbligo di dimora fino a dicembre. Costretto ad abbandonare il mandato, il Sindaco, si proclama sempre innocente e viene poi scagionato in cassazione e reinsediato nella sua carica.
L’inchiesta si allarga e porta all’arresto di altre persone per un totale di 28, fra cui la responsabile dei Servizi Sociali, Federica Aghinolfi, già licenziata in precedenza ed indagata, e Francesco Monopoli, suo “braccio destro”. Per loro pesanti le accuse, Aghinolfi avrebbe inscenato i maltrattamenti con l’aiuto di collaboratori e, una volta tolti i bambini alle famiglie d’origine, li avrebbe affidati a terzi per “favori” o in cambio di denaro: un giro d’affari di circa 150.000 euro.
Tutto ciò avviene con il grande contributo di Claudio Foti, psicoterapeuta e direttore della Onlus “Hansel e Gretel” di Moncalieri, nel torinese. Foti, infatti, avrebbe suggestionato i piccoli pazienti inducendoli a credere che nei comportamenti dei genitori/amici/parenti, ci fosse qualcosa di losco, sbagliato. Li esortava così a raccontare fatti mai avvenuti, distorcendo la realtà.
Le indagini terminano nel gennaio 2020 con 26 persone su cui pesano 108 capi di accusa.
In qualunque modo vada a finire questa vicenda, niente e nessuno riuscirà mai a rimarginare le profonde ferite inferte a bambini e genitori