Angelo Luprano, foggiano di nascita ma napoletano nel cuore e allievo di Enrico Porzio, lo scorso 27 gennaio 2025, nella cornice senza tempo del Teatro Totò, è entrato a far parte della prestigiosa guida de L’Arcimboldo.
Angelo, in quanto artista del gusto è stato premiato nell’ambito dei pizzaioli per la categoria “Artista tradizionale” con “2 Pennelli d’ Oro”.
Un successo inaspettato? Non proprio. È dal giorno dell’inaugurazione della sua pizzeria, supervisionata e presenziata dal maestro Porzio, che Angelo colleziona successi.
Per lui quello di puntare in alto e fare sempre meglio è una promessa silente che deve a chi gli ha stretto la mano nel suo momento più buio e che mantiene ogni giorno con orgoglio.
Nella sua Makò ogni materia prima sa di rivincita, riscatto, di cura e ricerca dei dettagli, eppure il tempo non ha scalfito, come spesso succede, la voglia di fare meglio e di proporre al cliente sempre il meglio.
Foto di Angelo Luprano
Cos’è la Guida de L’Arcimboldo
La Guida de L’Arcimboldo è una prestigiosa pubblicazione annuale che celebra e promuove l’eccellenza nel settore enogastronomico italiano.
Istituita nel 2012, prende il nome dal pittore cinquecentesco Giuseppe Arcimboldo, noto per le sue “Teste Composte” realizzate con elementi alimentari.
La guida si propone di raccontare le storie di chef, pizzaioli, pasticcieri e panificatori, mettendo in luce il loro talento e l’impegno nella valorizzazione delle tradizioni culinarie locali.
I professionisti selezionati vengono insigniti del riconoscimento “L’Arcimboldo d’Oro” e dei “Pennelli d’Oro”, simboli di maestria e dedizione all’arte culinaria.
XII Edizione della Guida de L’Arcimboldo
La XII Edizione del Festival Artisti del Gusto de L’Arcimboldo d’Oro si è svolta il 27 gennaio 2025 presso il Teatro Totò di Napoli, nel cuore del quartiere San Lorenzo.
Durante l’evento, numerosi professionisti del settore enogastronomico sono stati premiati per il loro contributo all’arte culinaria.
Tra i riconoscimenti assegnati, spiccano quelli a Matteo Toma, pizzaiolo salentino insignito de “L’Arcimboldo d’Oro – 3 pennelli 2025”, e a quattro pizzerie della provincia di Foggia, inserite nella guida per la loro eccellenza nell’arte bianca tra cui, appunto, la Pizzeria Makò di Angelo Luprano insignito de “L’Arcimboldo d’Oro – 2 pennelli 2025” .
La manifestazione ha visto la partecipazione di candidati provenienti da diverse parti del mondo, tra cui Stati Uniti, Messico, Australia ed Emirati Arabi, confermando il respiro internazionale dell’iniziativa.
Fonte foto: notizienazionali.it
A tu per tu con il l’Artista Pizzaiolo da i “2 Pennelli d’ Oro”
Oltre che a congratularmi ed a assaggiare la sua pizza, ho avuto l’opportunità di fare quattro chiacchiere proprio con Angelo Luprano, pizzaiolo da i “2 Pennelli d’ Oro” e proprietario della pizzeria Makò a Foggia.
Abbiamo parlato oltre che del premio prestigioso che ha confermato la sua competenza dell’arte bianca, anche del suo percorso professionale e personale.
Aldilà dell’apparenza “rude” e a tratti presuntuosa, come riconosce lo stesso Porzio nelle righe di un post dedicato proprio all’allievo, inaspettatamente mi ha restituito un confronto intimo che mi ha reso più chiaro il Luprano pizzaiolo oltre che il Luprano uomo.
Infatti, dietro il personaggio, piuttosto che al profilo Instagram da 15.000 follower, c’è un ragazzo umile che ha avuto il coraggio di chiedere aiuto e reinventarsi, dimostrandosi artefice del suo destino e della sua rinascita.
Ma non voglio spoilerarvi troppo, vediamo Angelo cosa ci ha raccontato…
L’intervista
Siamo qui con Angelo Luprano, proprietario della Pizzeria Makò a cui lo scorso 27 gennaio 2025 è stato consegnato un prestigioso riconosciemnto per la categoria dei Pizzaioli. Angelo vuoi raccontarci qualcosa su questo riconosciemnto?
“Si, certo. Come hai ben detto tu lo scorso 27 gennaio sono entrato a far parte della guida internazionale L’Arcimboldo d’oro che in pratica assegna, in base alle categorie una targa, ovvero un riconoscimento in quanto artista del gusto. Tutto questo , ovviamente, mi inorgoglisce”.
Che emozione hai provato quando hai saputo di avere avuto la nomination e che, quindi, c’era la possibilità di ricevere questo premio?
”Non posso spiegarti l’emozione, la pizzeria come la conosciamo oggi non ha che due anni e sapere che in così poco tempo sono riuscito a raggiungere questo traguardo, insieme alla mia brigata, mi emoziona”.
Come hai appreso la notizia della nomination, ti ricordi quando?
“Sono stato contattato prima di Natale dalla signora Angela Merolla che si occupa delle varie candidature che, congratulandosi per le recensioni positive, mi informava della nomination.
Sono stato entusiasta dei complimenti quella signora Merolla, perché non solo persone provenienti dalla mia città mi onorano della loro presenza in pizzeria, ma anche da Napoli e da tutta l’Italia.
Per questo devo un grazie enorme anche al mio maestro Enrico Porzio. È grazie a lui e alla sua pubblicità, soprattutto nel periodo iniziale, che la mia attività ha superato i confini Foggiani”.
Il legame con Napoli e il rapporto con Enrico Porzio
Per te come è stato venire a Npoli, la città a cui un po’ devi il tuo successo?
“Ti dirò io mi sento metà foggiano a metà napoletano perché Napoli mi ha salvato mi ha cambiato la vita. A Napoli le devo tutto, sicuramente devo dire grazie alla mia città Foggia che è stata brava ad accogliere la cultura napoletana che ho voluto fortemente portare nella mia città. Infatti, non abbiamo portato solo una pizza o i prodotti, ma abbiamo portato proprio la mentalità napoletana ed è stata accolta con successo”.
Il ruolo di Porzio in tutto questo dove lo collochi? Quanto è stato importante allora e quanto lo è oggi?
“Ad Enrico devo la mia vita e quello che sono io oggi. Mi sono alzato grazie a lui e se non lo avessi conosciuto, forse tutto questo non sarebbe stato possibile.
Mi ha dato una mano in un momento difficile della mia vita, quando tutti mi avevano voltato le spalle e non avevo amici, non avevo nessuno.
Lui mi ha accolto a Soccavo, nella sua casa. Mi ha insegnato tutto, ma non solo come fare un’ottima pizza ma anche molte dritte a livello imprenditoriale e anche una grandissima pubblicità, che non è scontato al giorno d’oggi. Ho avuto un grande maestro”.
La pizza ‘Arcimboldo’
Un altro tuo punto a favore è la qualità dei prodotti che mantieni alta da due anni a questa parte.
“Noi siamo fissati sulla qualità, c’è ricerca di materie prime di alto livello, magari difficili da trovare ma che possono dare quel quid in alla nostra pizza, come la salsiccia di maialino nero casertano e la pancetta di maialino nero casertano. Cerchiamo di non abbassare mai la qualità anzi proviamo a migliorarla ogni giorno sempre di più”.
In occasione dei ‘2 Pennelli d’Oro’, come è tuo solito hai creato la pizza “Arcimboldo”, vuoi raccontarci come è nata l’idea?
“Per ogni diciamo avvenimento importante facciamo quello che sappiamo fare meglio, la pizza e abbiamo dedicato al riconosciemnto ricevuto la pizza “Arcimboldo” per ringraziare la Guida Arcimboldo, che entusiasti per il video ci hanno anche ripostati, ma anche tutte quelle persone che ogni giorno ci sostengono”.
Quali sono le tue prospettive future?
“Non ti nascondo che c’è la voglia di fare di più, sempre mantenendo alta la qualità e facendo quello che sappiamo fare meglio. Stiamo pensando di ingrandirci, ma continuando a rimanere qui, a via Manerba, la nostra sede storia. Ci sono in vista nuove aperture e nuovi progetti, anche insieme ad Enrico, ma non mi sposterò mai da dove è iniziato tutto”.
Fonte foto: pizzeriamako.it
Da Pizzeria Europa alla rinascita come Pizzeria Makò
So che in principio sei partito come Pizzeria Europa, prima di evolverti come “Pizzeria Makò”. Ci vuoi raccontare come è avvenuto questo cambiamento?
“Io partivo come Pizzeria Europa, dopo 10 anni ho avuto un periodo di depressione: mi dovevo sposare, fare tante cose, però la vita purtroppo non è mai come la programmi. Durante questo periodo avevo perso la voglia di lavorare, odiavo la mia pizzeria, odiavo tutto. Volevo andare via da Foggia.
Nello stesso periodo comincio a seguire sui social Enrico Porzio. I suoi video, la sua spontaneità mi fanno amare di nuovo la pizza, oltre a trasmettermi la voglia di conoscerlo. Da un giorno all’altro, mi infilo in macchina e mi presento da Enrico a Soccavo. Fortunatamente c’era, e appena ho la possibilità di parlarci gli confesso la mia situazione e lui mi ascolta di buon grado.
Gli spiego che quel giorno mi ero presentato così da lui perché era stato l’unico che mi aveva dato quella forza che mi serviva e che nessuno era stato capace di darmi. Gli confesso che avevo voglia di riscattarmi, di prendere in mano la mia vita, ristrutturare il locare, imparare come migliorarmi attraverso il suo aiuto.
È così che Enrico, accetta di aiutarmi: mi dice di iniziare i lavori e prendere una stanza a Soccavo. Successivamente mi avrebbe aiutato ed insegnato l’arte della pizza e mi avrebbe fatto andare via solo quando avrebbe ritenuto fossi pronto per cominciare una nuova avventura. E così è stato.
Poi, dopo avermi insegnato tutto il necessario è venuto con me a Foggia e abbiamo inaugurato il locale. Così è nata la mia Pizzeria Makò.
Fonte foto: pizzeriamako.it
‘Stiamo portando il turismo a Foggia’
Com’era il detto: “Fuggi da Foggia ma non per Foggia ma per i foggiani che vivono a Foggia”?
Ma in questo caso nessuno scappa né dai foggiani e né da Foggia. Anzi, a Foggia c’è chi ci va appositamente per assaggiare la pizza napoletana di Makò.
Ora, pensare che ci sia un vero e proprio flusso turistico forse è eccessivo, ma nel foggiano, o meglio nel Gargano, quella di Makò, e quindi di Angelo Luprano, è la vera pizza napoletana.
Complice la serrata pubblicità di Enrico Porzio, Angelo ogni giorno non delude le aspettative dei clienti che ormai arrivano da ogni parte di Italia.
Insomma, che sia di passaggio o la meta, se si va a Foggia la Pizzeria Makò – via Via Pasquale Manerba, 4/6 – è diventata una tappa fissa!
Ed è da qui che nasce il suo payoff, ormai famoso per chi lo segue sui social: “Stiamo portando il turismo a Foggia”.
Questo slogan, oltre a essere “una provocazione ad effetto”, riflette anche la volontà di rivincita di Angelo nei confronti della sua tanto amata città, forse perché un po’ ci si rivede e vorrebbe vederla rinascere, dal lato buono della medaglia, come è successo per lui.
Inoltre, a Foggia ha dedicato anche un fuori menù in edizione limitata.
Infatti, Angelo ha deciso di trasformare un piatto della tradizione culinaria foggiana in una pizza che sa di tradizione, oltre che di amore, ingrediente segreto che orami a molti è sconosciuto.
La pizza Fave e cicorie, quindi, punta a valorizzare Foggia e la Puglia: partendo dagli ingredienti dell’omonimo piatto povero foggiano, il disco di pizza è farcito con provola affumicata, olio Evo, crema di fave, cicoria spadellata e crumble di pane di Monte Sant’Angelo.
Non ci resta che correre ad assaggiarla!

Sono una Boomer intrappolata nel corpo di una Millennial a cui piace scrivere. Ho un background variegato, sono eclettica e la semplicità non sempre fa parte di me (fortunatamente). Ho qualche laurea che attesta la mia specializzazione nel settore food, ma la verità è che mi piace comunicare il cibo in ogni sua forma, mi occupo di formazione, adoro la cultura coreana, la musica underground e vorrei essere perennemente affetta dalla sindrome di stendhal. A livello associazionistico, ricopro il ruolo di Responsabile Comunicazione, Marketing, Ufficio Stampa e Social Media Manager di Slow Food Roma & MULTI, viaggio alla scoperta delle culture e cotture che ci uniscono, evento a cura di Slow Food Roma & Lucy – Sulla cultura, ormai alla sua seconda edizione. Ho collaborato con media territotiali e riviste on line, ma Hermesmagazine è stata l’opportunità per entrare a far parte di una vera e propria redazione giornalistica ed avere uno spazio dove esprimermi e permettere alla mia natura dinamica di captare nuovi stimoli e trasformarli in occasioni per imparare e superare i miei limiti.