“Le otto montagne”: dal romanzo al film

Da qualche tempo, più precisamente da circa otto settimane (due mesi), sono iniziate nella Valle d’Aosta le riprese del film Le otto montagne, diretto dai registi Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch e ispirato all’omonimo romanzo scritto da Paolo Cognetti, che è stato vincitore del Premio Strega nel 2017.

Il libro, uscito nel 2016 edito da Einaudi, aveva riscosso fin da subito un notevole successo, tanto che l’anno successivo era stato tradotto in 35 lingue e ora vede una sua trasposizione cinematografica che, a giudicare dal cast e anche dalla produzione in senso generale, dovrebbe essere davvero interessante.

Un cast attesissimo…

Infatti, il cast è ricco di nomi italiani, tra cui Elena Lietti, Filippo Timi, Luca Marinelli e Alessandro Borghi, che tornano a recitare insieme come attori protagonisti in un film dopo quasi sei anni. Infatti, la coppia aveva già lavorato alla produzione del film Non essere cattivo (2015) e quest’occasione aveva fatto sì che i due attori romani fossero lanciati a livello nazionale ed in un certo senso “consacrati”.

le otto montagne

Fonte foto: ciakmagazine

…e una trama avvincente

La pellicola, che si presenterà con una triplice nazionalità (Italia, Francia e Belgio) e che verrà prodotta dalla casa cinematografica italiana Wildside (per la quale lavoreranno Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa), dalla francese Pyramide Production e dalla belga Rufus/Menuetto, parlerà sostanzialmente di amicizia e di scelte di vita; la sinossi che attualmente sta circolando in ogni angolo del web recita così:

Una storia di amicizia, di padri e di figli e delle scelte che facciamo nella vita che ci viene data, sullo sfondo delle montagne che dobbiamo scalare fisicamente e psicologicamente. Una storia universale sull’inesorabile ricerca del conoscere sé stessi e al contempo di essere fedeli agli altri.

Insomma, così come è stato il romanzo, anche il film sarà una storia di formazione in cui i rapporti personali, in particolare tra padre e figlio e tra il protagonista e il suo io, faranno da padroni insieme alla montagna stessa, che in questo caso va considerata non solo come elemento paesaggistico, ma anche come un soggetto vero e proprio.