Con l’arrivo della bella stagione le città si riempiono di turisti. Napoli, meta ambita da molti, offre ai visitatori una vasta gamma di monumenti e luoghi da ammirare. Cosa c’è di meglio allora se non partire dalle antiche leggende sulla città?
Molte sono le leggende sulla fondazione di Napoli: una di queste è la leggenda della Sirena Partenope che viene narrata da Omero nell’Odissea.
La leggenda
Nell’antichità le sirene erano creature mitologiche, esseri per metà donna e metà pesci. Abitavano le acque antistanti le coste campane e il loro canto era così dolce e melodioso da ammaliare qualsiasi equipaggio di navi, che transitava da quelle parti. Nessuno riusciva a sottrarsi al loro canto, che però era l’esca che queste usavano per catturare i marinai e poi ucciderli, facendoli avvicinare così tanto alla costa da finire irrimediabilmente per sfracellarsi contro gli scogli. Ulisse, però, fu più fortunato, perchè venne avvisato dalla maga Circe delle conseguenze che avrebbe avuto se non avesse preso dei provvedimenti. Così ordinò ai suoi uomini di mettersi dei tappi di cera nelle orecchie e di legarlo all’albero maestro della nave, vietando loro al contempo, di slegarlo. Ulisse così ascoltò quel canto omicida se pur soave, per soddisfare la sua curiosità, ma non cadde preda della trappola e le sirene, sconfitte, si tuffarono suicidandosi. Una di loro, Partenope, trasportata dalle correnti del mare arrivò sull’isolotto di Megaride – dove oggi sorge il Castel dell’Ovo – e dissolvendosi diede vita al paesaggio di Napoli. Da allora i pescatori la venerarono come una Dea e i napoletani presero a definirsi “partenopei”.
Potrebbe essere da questa leggenda che lo scultore Onofrio Buccini prese ispirazione per una delle sue opere più importanti: la fontana della Sirena, una delle fontane simbolo di Napoli.
Situata al centro di Piazza Sannazaro è stata costruita nella seconda metà dell’Ottocento. È rappresentata da un gruppo marmoreo composto da una vasca circolare interrata nella quale si erge un grande scoglio con quattro animali marini, simboli di tradizioni iniziatiche – un cavallo, un leone, un delfino e una tartaruga – oltre ad alcune piante acquatiche, che sollevano la sirena Partenope con la coda avvolta intorno ai fianchi. La sirena stringe una lira con il braccio destro, mentre il braccio sinistro è puntato verso l’alto. La fontana fu realizzata per ornare i giardini della stazione ferroviaria, ma nel 1924 fu spostata in piazza Sannazaro, in occasione dell’inaugurazione della Galleria Laziale, la galleria che collega Mergellina a Fuorigrotta.
La Sirena Partenope appare rappresentativa per singolarità di concezione e impianto scenico, a cui partecipa vivamente il gioco dell’acqua in movimento. Essa risulta una straordinaria combinazione di architettura, scultura, elementi naturali e fantastici. La sua realizzazione fu certamente difficoltosa per il fatto che non presenta un solo punto di osservazione, ma tanti quanti ne offre la veduta dalla quale può essere ammirata.
Se vi abbiamo incuriositi, non mancate in una prossima gita a Napoli di fare un salto in Piazza Sannazaro, ma attenzione: abbiate cura di mettere dei tappi di cera nelle orecchie, non si sa mai.
Mi rimetto in gioco sempre. Cerco ogni giorno il meglio da me e per me. Curiosa, leggo e scrivo per passione. Imparo dal confronto, dalle critiche costruttive e rinasco cercando di superare i miei limiti. È così che approdo a nuove mete dopo scelte di studio e lavoro completamente diverse, quali la contabilità e un impiego in amministrazione in un’azienda privata e mi dedico a ciò che avrei dovuto fare fin dall’inizio.