La libertà è un concetto che ritroviamo spesso espresso nelle opere d’arte, da quelle storiche a quelle più contemporanee. Vi siete mai chiesti quali opera meglio rappresentano questo concetto? Vediamone alcune.
1. La libertà che guida il popolo, Delacroix, 1830
“La Libertà che guida il popolo” è un olio su tela di Eugène Delacroix, uno dei massimi esponenti del romanticismo. L’opera rappresenta, con tutte le sue caratteristiche, la rivoluzione parigina avvenuta nel luglio 1830. Il dipinto è stato realizzato nell’ottobre del 1830 ed è esposto al Museo del Louvre a Parigi.
ll governo di Polignac andò a favorire l’aristocrazia terriera a discapito della classe più povera. “La Libertà che guida il popolo” ritrae un’istantanea di una delle quattromila barricate parigine, alzate durante la seconda giornata della rivoluzione dei tre giorni. I parigini, guidati da una donna (libertà) si ribellarono contro le autorità nelle cosiddette Tre gloriose giornate.
Fonte foto: Wikipedia
2.“La Grande Famiglia” Renè Magritte, 1963
L’opera di Magritte “La grande famiglia”, dipinto olio su tela del 1963, fu oggetto di grande stupore e scandalo, in quanto si discosta dalla consueta rappresentazione di un “ritratto di famiglia” come vuole fare intendere il suo titolo.
Il dipinto rappresenta infatti un cielo scuro coperto di nuvole, con in primo piano un mare turbolento. Solo all’orizzonte si intravede il sereno.
Nell’opera viene ritratta una colomba in volo, simbolo di libertà, come una finestra all’interno del quadro e proveniente da un’altra dimensione. Il cielo all’interno della colomba appare sereno e luminoso. Vi è quindi un quadro all’interno del quadro stesso, tipico degli artisti surrealisti.
Il dipinto letto in termini surrealisti, rappresenta l’armonia all’interno della discordia, valori presenti in qualsiasi famiglia. L’uccello potrebbe raffigurare l’amore all’interno del nucleo familiare, si crea quindi un contrasto all’interno del dipinto tra serenità-interna e tormento-esterno. L’immagine della colomba ritorna spesso nel pensiero artistico di Magritte come il nido e la maternità.
Fonte foto: WahooArt
3. “Heritage of Pride manifesto” di Keith Haring
I disegni di Keith Haring sono conosciuti in tutto il mondo per la cromia brillante e per la forma caratteristica dei personaggi rappresentati.
Oltre ad essere un’artista incredibilmente prolifico, Haring ha ricoperto il ruolo di attivista gay, battendosi per la libertà e per tutto ciò che porta con sé. Il disegno “Heritage of Pride manifesto” è stato realizzato per il ventesimo anniversario dei monti di Stonewall, come ricordo delle rivolte della comunità LGBTQ+ contro le autorità e le violenze subite.
Ed è solo un piccolo esempio della grande produzione di Haring, che ha dedicato parte della propria vita alla lotta per la libertà e per la massima espressione di sé. Nel suo caso, l’arte diventa un mezzo per sostenere un ideale, per dimostrare che “l’arte è per tutti”, così come la libertà può essere di tutti.
Fonte foto: La Settimana TV
4. “Il Bacio dei poliziotti” di Bansky
Il famoso murales di Bansky, realizzato nel 2004, ha creato molto scalpore. L’autore non è nuovo infatti alla provocazione. Qui l’immagine vuole ritrarre l’omosessualità contrapposta nei confronti dell’autorità. È una rappresentazione che vuole creare una forte riflessione nel pubblico che la guarda, dove è ritratta l’omosessualità in ambito militare.
Il murales negli anni ha subito parecchi danneggiamenti e il bacio dei poliziotti è così trasferito su tela. Al suo posto è instaurato un facsimile. L’opera è diventata il precursore dei graffiti che l’autore ha poi effettuato sul muro che divide Israele dalla Cisgiordania. Qui Bansky disegnò dei bambini che perquisiscono alcuni poliziotti. Egli è infatti grande sostenitore da sempre di libertà e di messaggi contro la guerra e il razzismo.
Fonte foto: ART+PLUS
5. “La Nike di Samotracia” di Pitocrito
La Nike di Samotracia è una scultura che rappresenta la dea alata della vittoria nell’atto di spiccare il volo o di posarsi sulla prua di una nave.
L’opera originale è stata scolpita nel marmo di Rodi dallo scultore Pitocrito, della Scuola di Rodi, nel 190 avanti Cristo per commemorare le vittorie riportate dalla flotta di Rodi su Antioco terzo, Re della Siria. In origine era posta sulla prua di una grande nave di marmo, su una collinetta di fronte al Santuario dei Cabiri, nell’isola greca di Samotracia.
Il corpo femminile è coperto da un leggero chitone, la tipica tunica greca, ed è caratterizzato da due grandi ali, mentre la testa e le braccia sono andate perdute; nonostante la sua incompletezza è un’opera, ancora oggi ritenuta di grande fascino.
Il fascino di questa Nike è dato soprattutto dalla sua veste, il cui panneggio ci permette di percepire l’invisibile presenza del vento che investe la divinità, librandola in volo.
Fonte foto: Arte Svelata
Studentessa di Didattica e Mediazione culturale del patrimonio artistico. Amante della musica, teatro, della danza, dell’arte in ogni sua manifestazione, appassionata di Monet, Klimt- Secessione viennese ed arte contemporanea orientale.