Sulmona è la città più grande del Parco della Majella, nel cuore dell’Abruzzo e certamente una delle più eleganti e sofisticate.
Le sue origini sono molto antiche, ma assunse una certa importanza in epoca romana e nel medioevo, vivendo sotto gli Svevi e gli Angioini un periodo di particolare splendore.
Cosa vedere
Il centro storico di Sulmona si sviluppa all’interno di una cinta muraria che serviva anticamente a difendere la città dagli attacchi esterni. Diverse sono le porte d’accesso per entrare nella città.
Quella più a sud, da cui si consiglia di partire per un itinerario completo del centro, è Porta Napoli, costruita in epoca Sveva e inizialmente chiamata Porta Nova, perché dava su via Nova che collegava Sulmona con Napoli, Capitale del Regno.
Di qui si accede a Corso Ovidio, la strada principale di Sulmona su cui sorgono la maggior parte delle attrazioni cittadine, tra cui i numerosi negozietti di confetti che, oltre a vendere graziose composizioni floreali fatte di confetti, non negheranno una degustazione dei numerosi gusti di cui la produzione è ricca.
Proseguendo sul corso si incontra Piazza Garibaldi cinta, da un lato dall’Acquedotto Medievale e dall’altro dalle bellissime montagne della Majella.
Qui si tiene il mercato rionale e su di essa affacciano la Chiesa di Santa Chiara e, di fronte, la Chiesa di San Francesco della Scarpa.
Il principale monumento cittadino è il Complesso dell’Annunziata, che presenta uno stile architettonico e decorativo misto: tra il gotico, il rinascimento fiorentino e il medioevo. Al suo interno troviamo la Chiesa dell’Annunziata e il Museo Civico. Molte sono inoltre le manifestazioni culturali, artistiche e sociali che il complesso ospita durante l’anno.
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L’itinerario termina alla Villa Comunale di Sulmona, polmone verde in cui sarà piacevole passeggiare.
Dopo pochi passi si arriva alla Cattedrale di San Panfilo, patrono di Sulmona le cui reliquie sono custodite e mostrate presso l’altare maggiore.
La città dei confetti
I confetti di Sulmona sono una delle principali attrazioni delle città e sono stati citati e amati da famosi poeti come Boccaccio e Leopardi.
Sono molti i visitatori che accorrono in città per fare una scorpacciata di queste piccole delizie o per sceglierle per le proprie cerimonie.
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Ciò che li rende così speciali è la lavorazione artigianale con cui vengono prodotti.
La tradizione risale all’epoca romana, quando si cominciò a produrre piccoli dolcetti utilizzando la frutta secca che cresceva nei boschi circostanti, ricoperta di miele. Ma bisognò aspettare l’importazione dello zucchero (XVII secolo) perché il confetto una forma più simile a quella che conosciamo oggi.
Si racconta, inoltre, che nel XV secolo le suore del convento di Santa Chiara cominciarono a dare particolari forme e colori ai confetti e col tempo cominciarono a confezionarli con tessuti, nastri ornamentali e tulle per creare bouquet, grappoli d’uva, spighe, simboli cristiani da donare ai giovani sposi.
Tutt’oggi queste composizioni vengono vendute nelle botteghe locali.
Oggi, però, la produzione si è industrializzata e sono ben nove le fabbriche di confetti a Sulmona. La ricetta però è rimasta invariata e si basta sull’utilizzo di ruotanti bassine in rame che confettano lentamente lo zucchero aromatizzato e solo dopo si procede con l’asciugatura e il confezionamento.
La città dell’amore
Sulmona è famosa per aver dato i natali a Ovidio, poeta latino dell’Ars Amatoria. Non a caso una statua che raffigura il poeta, scolpita dal Maestro Ettore Ferrari, si erge in Piazza XX Settembre.
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Sul basamento è incastonata una piastra su cui sono scolpiti alcuni versi di Ovidio, tratti dal terzo libro dei “Tirsia”:
“Qui giaccio io, Nasone, che scherzando, cantai teneri amori e trovai la morte per il mio talento. Non ti sia di peso, o passante, se mi hai amato, dire: le ossa di Nasone abbiano dolce riposo”.
Essendo considerato Ovidio il poeta dell’amore, è diventata tradizione per gli innamorati baciarsi sotto il monumento di Ovidio. Il tipico rito avviene in particolare durante la kermesse di fine anno “Ars, Eros, Cibus”, che vede centinaia di coppie radunarsi in Piazza XX Settembre per giurarsi eterno amore con un bacio che serva di buon auspicio per l’anno nuovo.
Presso la frazione Fonte d’Amore di Sulmona esiste inoltre la Fontana dell’amore, non troppo distante dall’antica abitazione di Ovidio. Pare infatti che il poeta avesse proprio lì degli incontri amorosi con la sua Corinna, protagonista dei suoi Amores. Una leggenda, che si racconta sin dai tempi di Ovidio, racconta che le acque della fontana avessero miracolosi poteri afrodisiaci, per cui bere cinque sorsi da questa fonte, servirebbe a sugellare l’eterno amore.
Pare dunque essere una città perfetta per un weekend romantico, magari in concomitanza con San Valentino.
Classe ’84, laureata in lingue straniere e discipline dello spettacolo. Ama il cinema, le serie tv, il teatro, l’arte e la scrittura. Indossa spesso gli occhiali da sole “per avere più carisma e sintomatico mistero”.
Ha scritto due fumetti (“I Voccapierto’s – Le Origini” e “I Voccapierto’s – Back to the Vocca”) e ogni tanto insegna quel poco che ha imparato in giro. Il resto del tempo aspetta che suo figlio si addormenti per leggere un libro.