Immagine: Pierre Subleyras, Diana ed Endimione, Londra, National Gallery dal sito lavenaria.it
Quasi un salto nel tempo quello che riporta Torino nelle rivoluzionarie opere, che fra il 1680 e il 1750 hanno dato vita al movimento di sfida al Barocco che vede proprio la città di Torino come polo e tramite fra l’evoluzione artistica che stava avvenendo fra Roma e Parigi, che all’epoca erano i due punti di massima espressione artistica presenti.
Infatti fino al 20 di settembre è possibile ammirarvi presso la Venaria Reale oltre 200 opere, che raccontano poco meno di un secolo di rivoluzione artistica. Periodo in cui artisti ispirati iniziano a mettere in relazione lo sguardo sulla natura e sul reale creando un ponte con la magnificenza rinascimentale. Questo è in sintesi lo spirito che muove la sfida al Barocco. In mostra opere magnifiche che palesano quanto lo sguardo al rinascimento e al passato è stato considerato fondamentale dagli artisti del movimento.
L’attenzione per il lavoro di Raffaello viene sottolineata dallo studio, in disegni di copie dal vero, di Pompeo Batoni e di Edmé Bouchardon che ne miravano la delicatezza del segno e delle forme.
François Boucher ci dimostra, attraverso uno dei suoi studi dedicati a Rembrandt, come inizi ad essere presente l’interesse degli artisti francesi verso gli artisti nordici. Mentre la presenza dei lavori di Pompeo Batoni, Pierre Subleyras e Jean Simeon Chardin, con le loro allegorie delle arti offrono al visitatore l’opportunità di comprendere visivamente una parte fondamentale del quesito dell’epoca: la vitalità del confronto fra antico e moderno.
Il connubio classicismo pittura nordica viene sottoposto all’attenzione del visitatore con il “Ratto di Proserpina” Di Charles de La Fosse (1670 c.a.) dove troviamo un paesaggio di derivazione nordica con una composizione dei corpi prettamente classicista.
Come sappiamo però la pittura italiana e quella francese prendono strade significativamente diverse e in mostra non mancano gli esempi che sottolineano anche questo momento storico, ce ne mostra un un primo e significativo segno in ”educazione di Maria Vergine” di Jean Jouvent, il quale introduce realismo e intimità dei sentimenti che da questo momento in poi fanno scuola nella Parigi del ‘700.
Sempre di stampo francese è l’impegno in ambito scultoreo del periodo che alla Venaria possiamo ammirare nella sintesi del confronto fra “Il Polifemo” di Corneille Van Clève 1681 e la “Leda e il cigno” di Jean Thierry del 1717. Dall’iniziale passione eroica di fine seicento del ciclope, ispirata all’affresco del Carracci. Alla grazia ispirata dal Correggio che si può leggere nella sensualità raffinata della Leda di inizio settecento.
Anche all’interno del territorio italiano vediamo gli artisti prendere due direzioni diverse: da una parte Carlo Maratti, considerato il massimo esponente della formazione classicista. Dall’altra la dirompente luce di Luca Giordano, del quale si può ammirare la pala d’altare della “destinazione della Vergine”.
Una parte dell’allestimento è stato dedicato al lavoro preparatorio che permette la realizzazione effettiva della mostra. Anche in questa sezione è palpabile la sinergia fra Torino, Roma e Parigi poiché la mostra ha potuto prendere vita così com’è in corso grazie alla collaborazione del Louvre, della Fondazione 1563 per l’arte e la cultura e dei grandi musei di Roma, Torino e Parigi.
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Lavoro come grafica-creativa, illustratrice e content editor freelance.
Sono diplomata in grafica pubblicitaria e parallelamente ho studiato disegno e copia dal vero con Loredana Romeo.
Dopo il diploma ho frequentato beni culturali presso l’università di lettere e filosofia e parallelamente seguivo un corso di formatura artistica, restauro scultoreo e creazione ortesi per il trucco di scena.
A seguire l’Accademia Albertina di Belle Arti con indirizzo in grafica d’arte (che mi ha permesso di approfondire: disegno, illustrazione, incisione, fumetto).
Sono sempre stata interessata e assorbita dal mondo dell’arte in tutte le sue forme e dopo la prima personale nel 1999-2000 non ho mai smesso di interessarmi alle realtà che mi circondavano.
Nel 2007 ero co-fondatrice e presidente dell’Associazione Arte e Cultura Culturale Metamorfosi di Torino e in seguito ho continuato e continuo a collaborare con vari artisti e ad esporre.
L’amore per l’arte in tutte le sue forme, il portare avanti le credenze e le tradizioni familiari hanno fuso insieme nella mia mente in modo indissolubile: filosofia, letteratura, esoterismo, immagine e musica.