L’autore
Carlo Boumis è un professore romano che insegna lingua e letteratura italiana e latina. Per diversi anni si è dedicato allo studio della poesia e ha lavorato nell’ambito dell’educazione ambientale. Prima di “Scheria”, ha pubblicato un saggio su Leonardo Sciascia.
L’opera
“Scheria” è un racconto ambientato in Sicilia, ai piedi del vulcano. Il protagonista è Giulio, insegnante in preda a una crisi esistenziale, che si ritrova a lavorare in un istituto di rieducazione per adolescenti problematici. Attraverso i suoi pensieri, vengono a galla insicurezze e interrogativi di un uomo stanco e demotivato, ma ancora desideroso di incantare e incantarsi. Il responsabile della scuola è Gregorio, uomo enigmatico e scostante, amante della natura. Le lezioni si svolgono in modo assolutamente non convenzionale, nel tentativo di attirare l’attenzione degli studenti e di dare loro gli strumenti per riscattarsi. Tra gli alunni, troviamo Arianna e Lucia, due ragazze simili che compiono però scelte diverse, andando di conseguenza incontro a un futuro completamente opposto.Durante la lettura, vengono più volte a galla dubbi e riflessioni sul compito dell’insegnamento in generale, e sulla volontà di questo di attecchire e fare da scudo nelle menti di chi vive una realtà difficile e ben lontana da quella ovattata dei testi scolastici. Il libro descrive, in sostanza, una sorta di percorso rieducativo compiuto dagli studenti, ma anche e soprattutto dall’insegnante stesso.
”Avrebbe dovuto fare quello: tramandare quei frammenti di significato svenduti al margine d’una cultura all’incanto, tornare a insegnare come si formava il pensiero e tenerlo in vita, con la speranza che il grande stravolgimento di una cultura nuova ne traesse vita in sè, quando, in un altro tempo, la grande deriva dei continenti avesse ricongiunto alla terra ferma anche la zolla della scuola.”
In conclusione
L’opera conta circa 108 pagine, ed è pubblicata da Le Commari Edizioni. Il testo è caratterizzato da un linguaggio arzigogolato, complesso, che trasuda cultura e conoscenza anche involontariamente. L’argomento è quanto mai attuale, a causa di un momento storico in cui l’Istruzione italiana viene continuamente messa in discussione. L’amore per la natura fa da collante: mantiene viva l’attenzione dei ragazzi, fa da sfondo ai discorsi tra Giulio e Gregorio, avvalora la metafora sul Realismo, tirata in ballo dallo stesso scrittore. I richiami alla Letteratura classica sono tantissimi – a partire dal titolo – e permettono al lettore di arricchirsi, di godere dei continui giochi di parole, delle citazioni storiche, senza mai appesantirsi.Lo stile dell’autore è già riconoscibile, ben lontano dalla scrittura piatta e uniforme a cui ci siamo abituati negli ultimi anni.
A libro concluso, la sensazione è quella di voler leggere subito qualcos’altro, anche solo per capire se tutti questi “ghirigori stilistici” riuscirebbero a valorizzare un romanzo più corposo. Insomma, se vi volete bene, leggete “Scheria”!
Giornalista, lettrice professionista, editor. Ho incanalato la mia passione per la scrittura a scuola e da allora non mi sono più fermata. Ho studiato Scrittura e Giornalismo culturale e, periodicamente, partecipo a corsi di tecnica narrativa per tenermi aggiornata.
Abito in Calabria e la posizione invidiabile di Ardore, il mio paese, mi fa iniziare la giornata con l’ottimismo di chi si ritrova la salsedine tra i capelli tutto l’anno.