Quando parliamo di “musa ispiratrice”, intendiamo la persona o l’oggetto che ispira l’artista. Il termine deriva dalla mitologia greca e indica le nove figlie di Zeus e Mnemosine.
Le muse greche
Ciascuna di esse presiede a un’arte e viene raffigurata con dei simboli specifici. Clio (“colei che rende celebre”), ad esempio, è la musa della Storia, Urania (“colei che è celeste”) è la musa dell’Astronomia, Calliope (“colei che ha una bella voce”) è la musa della poesia epica, e così via.
Le muse della letteratura classica
Oggi però, quando parliamo di figure ispiratrici, ci riferiamo per lo più alle donne divenute protagoniste di testi e opere. Nella cultura popolare, la musa per eccellenza, infatti, è Beatrice Portinari, le cui virtù furono più volte decantate da Dante Alighieri. Non sappiamo molto del suo aspetto fisico, perché il poeta trasfigurò il suo personaggio, rendendola simbolo dell’amore puro e platonico. A lei dedicò La Vita Nova e, successivamente, fu proprio lei a guidare i visitatori nel Paradiso della Divina commedia, divenendo a tutti gli effetti una creatura angelica e di conseguenza ultraterrena.
“Tanto gentile e
Tanto onesta
Pare
La donna mia,
quand’ella altrui
saluta,
ch’onge lingua
devèn, tremando,
muta,
e li occhi no
l’ardiscon di
guardare”
Francesco Petrarca, invece, vide per la prima volta la sua musa ispiratrice nella chiesa di Santa Chiara di Avignone, il 6 aprile 1327. Scrisse per Laura numerosi sonetti. Mentre Dante idealizzava la figura dell’amata, Petrarca ne desiderava ardentemente il corpo e soffriva perché non riusciva ad averla.
“Erano i capei d’oro a l’aura sparsi
Che ‘n mille dolci nodi gli avolgea,
e ‘l vago lume oltra misura ardea
di quei begli occhi, ch’or ne son sì
scarsi;”
La letteratura è piena di esempi in cui l’amore ha ispirato poeti e scrittori, incentivandoli a creare opere universalmente belle, di cui tutti possiamo godere.
Quando il protagonista è l’odio
Tuttavia, l’amore non è l’unico sentimento ispiratore di sonetti e versi: da sempre, infatti, anche l’odio fa la sua parte, a volte mescolandosi proprio ai sentimenti più nobili. Basti pensare, ad esempio, al celebre Odi et amo di Catullo:
“Odio e amo. Mi chiedi come io faccia;
Non so, ma sento che questo mi accade, e mi tormento.”
Ma facciamo un balzo in avanti!
In tempi più recenti, l’opera più famosa in cui amore e odio sono indissolubilmente incatenati è Cime tempestose di Emily Bronte. In questo romanzo, vendetta, ferocia e ossessione distruttiva risuonano prepotenti, dando vita a un’opera straordinaria. Si vocifera che la scrittrice si sia ispirata al rapporto complesso e incestuoso col suo stesso fratello.
“E io elevo una sola preghiera, la ripeterò fino a che la lingua non si sia seccata:
Catherine Earnshaw, possa tu non trovare pace! Finché io avrò vita, perseguitami!
Sii sempre con me, assumi qualsiasi forma, fammi impazzire.”
A volte, a sollecitare l’urgenza di produrre un’opera, non è una persona ma un fatto accaduto, una storia di cronaca o un particolare momento politico. La produzione artistica in tal senso è vastissima. Riporto solo alcuni esempi:
1. I have a dream, ovvero il celebre discorso tenuto da Martin Luther King il 28 agosto 1963 e divenuto ormai patrimonio letterario universale.
2. Il giorno della civetta, il racconto di Leonardo Sciascia che denuncia per la prima volta nella storia le malefatte della mafia italiana.
3. L’amore molesto, il thriller psicologico di Elena Ferrante che denuncia la condizione psicologica vissuta spesso dalle donne quando sono in condizioni di oppressione.
Quanto è importante, quindi, l’altro nella produzione artistica? Si scrive sempre pensando a qualcuno?
Rispondere è complesso.
Io credo che chi scriva sia mosso sempre da un sentimento. Che si tratti di amore, di odio o di indignazione, non importa: la passione è il vero movente che scatena gli autori e li guida verso la realizzazione di opere sublimi, capaci di commuovere ed emozionare tutti noi.
Giornalista, lettrice professionista, editor. Ho incanalato la mia passione per la scrittura a scuola e da allora non mi sono più fermata. Ho studiato Scrittura e Giornalismo culturale e, periodicamente, partecipo a corsi di tecnica narrativa per tenermi aggiornata.
Abito in Calabria e la posizione invidiabile di Ardore, il mio paese, mi fa iniziare la giornata con l’ottimismo di chi si ritrova la salsedine tra i capelli tutto l’anno.