Maria Sibylla Merian, la signora delle farfalle

Maria Sibylla Merian, la signora delle farfalle

Fonte foto: Millepioppi

Sappiamo perfettamente che le donne, nella storia, hanno fatto una grandissima fatica a essere prese sul serio, soprattutto nell’ambito degli studi. Eppure, a ben cercare, nel tessuto della storia spiccano diverse donne che hanno sfidato o aggirato le regole, fino ad avere il loro meritato posto nel mondo. Una di queste donne è Maria Sibylla Merian, naturalista, pittrice ed esploratrice.

La vita di Maria Sibylla Merian

Maria Sibylla Merian

Nata a Francoforte sul Meno il 2 aprile 1647, Maria Sibylla Merian era la figlia di Matthäus Merian, incisore ed editore svizzero, e di Johanna Sibylla Heim. Il padre morì quando Maria aveva solo tre anni. Johanna Sibylla Heim si risposò con un pittore, Jacob Marell, che insegnò a Maria Sibylla tutte le tecniche di disegno e pittura.

Fu la stessa Maria Sibylla Merian a dichiarare: «In gioventù mi dedicai a ricercare insetti: cominciai con i bachi da seta nella mia città natale di Francoforte. Osservai poi che essi, come altri bruchi, si trasformavano in belle farfalle notturne e diurne. Questo mi spinse a raccogliere tutti i bruchi che potevo trovare per osservarne la trasformazione. Ma, per disegnarli e descriverli dal vero con tutti i loro colori, ho voluto esercitarmi anche nell’arte della pittura.»

Lo studio delle farfalle

Maria Sibylla Merian

Alcune farfalle disegnate da Maria Sibylla Merian
Fonte della foto: Il Post

La passione per le farfalle non è mai stata facile per lei. Nonostante fosse cresciuta in un ambiente piuttosto favorevole agli studi, le farfalle non erano viste di buon occhio dalla società e da sua madre, che scoraggiò i suoi studi sugli insetti. Infatti, la credenza popolare diceva che le farfalle erano esseri diabolici, oppure il segno sicuro dell’ira di Dio, al punto che la Chiesa Cattolica stessa consigliava degli esorcismi per liberarsi della loro presenza.

Nel 1665, all’età di 18 anni, Maria Sibylla Merian sposò il pittore Johann Andreas Graff. Il matrimonio fu, in un certo senso, una sorta di liberazione dalle credenze materne e Maria Sibylla iniziò ad approfondire lo studio delle farfalle, nutrendole e osservandone da vicino il comportamento. La sua osservazione fu la base per i suoi disegni, da cui nacquero molte pubblicazioni che le permisero di mantenere, almeno in parte, la sua famiglia. Infatti, Johann Andreas non era ricco e per mantenere una vita decorosa Maria Sybilla dovette ingegnarsi in più modi, tra cui insegnare ricamo, vendere articoli per pittura e, per l’appunto, i suoi libri. In quegli anni pubblicò due libri sui fiori e un libro sui bruchi.

Dal suo matrimonio nacquero due figlie, Johanna Helena e Dorothea Henrica, entrambe pittrici. Dorothea Henrica divenne persino una stretta collaboratrice della madre.

Il divorzio e il viaggio in Suriname

Nel 1685, Maria Sibylla Merian si separò dal marito, entrando a far parte dei laburisti, una setta pietista dell’epoca. Per qualche anno visse nel castello Waltha, di proprietà del governatore del Suriname, all’epoca colonia olandese. Fu nel castello che continuò lo studio delle farfalle, grazie alla vastissima collezione di insetti tropicali lì presente. La setta, però, imponeva una vita troppo rigida e alla fine Maria Sibylla se ne andò, prendendo una decisione di vitale importanza: sarebbe partita per il Suriname.

L’impresa sembrava più facile a dirsi che a farsi, visto che non si era mai sentito di una donna esploratrice. Eppure Maria Sibylla Merian riuscì nell’impresa, accompagnata dalla figlia Dorothea. Nel Suriname studiò farfalle, insetti, ma anche coccodrilli e serpenti. Dai suoi studi nacquero diversi libri corredati di disegni estremamente dettagliati, al punto che anche ora vengono considerati dei piccoli capolavori che coniugano arte e scienza.

Dopo avere vissuto una vita che si può dire avventurosa, Maria Sibylla morì ad Amsterdam per problemi cardiaci.

Di lei rimangono le sue opere e la consapevolezza che la vita va vissuta fino in fondo, anche contro le credenze comuni.