Fonte foto: reggiadicaserta.cultura.gov.it
Da un lato Giuseppe Sanmartino, scultore nato e vissuto a Napoli, autore del celebratissimo Cristo Velato. Dall’altro, Carlo Tito, primogenito di Maria Carolina d’Asburgo e Ferdinando IV di Borbone, principe ereditario del Regno delle Due Sicilie e deceduto a soli tre anni a causa del vaiolo. E ciò che li unisce è proprio un’opera d’arte.
L’opera
Nel 1775, per commemorare la nascita del loro primo figlio, Ferdinando IV e Maria Carolina scelsero di far realizzare un ritratto a grandezza naturale del piccolo principe. Commissionarono l’opera nientemeno che al più importante scultore del regno, Giuseppe Sanmartino, la cui fama si era sparsa in ogni luogo – meritatamente – in seguito alla creazione del Cristo Velato per la cappella napoletana di Raimondo de Sangro, Principe di Sansevero.
La volontà inziale di Maria Carolina era quella di trasformare poi l’opera in argento per donarla come ex voto all’antico convento napoletano di San Francesco di Paola, al quale era molto devota. Per questo motivo si suppone che ci fosse anche un’altra scultura identica, in terracotta, da utilizzare proprio per la fusione in argento.
Ma dove è stata ritrovata?
Si sa: i musei italiani, e l’Italia stessa, sono un vero e proprio tesoro a cielo aperto; e il loro depositi lo sono altrettanto. In special modo se si parla della Reggia di Caserta.
La scoperta è avvenuta durante il riordino dei depositi voluta dalla Direzione del Museo del Ministero della Cultura, in vista anche dei riallestimenti degli Appartamenti Reali. “Qualche mese fa“, racconta Valeria Di Fratta, funzionaria della Reggia, “il direttore Tiziana Maffei mi chiese di venire in deposito perché c’era una statua di un neonato dormiente che le sembrava di pregevole interesse artistico. Appena la vidi rimasi folgorata, mi sembrò subito di grandissima qualità e, dai tratti, pensai che l’autore potesse essere rintracciato tra i maggiori rappresentanti della scultura napoletana del Settecento; il primo nome che mi venne in mente era quello di Giuseppe Sanmartino“.
Studiando dunque la monografia e la documentazione, sono così emersi degli accenni ad una scultura del principe ereditario appena nato, Carlo Tito di Borbone, apparentemente presente nelle collezioni della Reggia sin da almeno il 1879.
Allo stesso modo anche la conferma dell’attribuzione dell’opera a Giuseppe Sanmartino è avvenuta grazie agli antichi inventari postunitari della Reggia di Caserta. Questi, difatti, riportano accanto alla descrizione della statua denominata “Bambino dormiente” proprio il nome di Sanmartino. Altri studi sullo scultore ne menzionavano in realtà l’esistenza, ma si parlava di un’opera considerata oramai perduta.
Un’opera struggente, delle reali dimensioni di un bimbo neonato, che ha instillato in tutti i collaboratori un sentimento di profonda tenerezza. E tristezza, conoscendo l’infelice destino del piccolo principe.
Il restauro
La Reggia di Caserta sta attualmente conducendo dei lavori di restauro sulla scultura, condotti da Anna Manzone all’interno dei laboratori della Reggia, nell’ambito dell’Area Cura e Gestione delle Collezioni coordinata da Giuseppe Graziano. Le attività sono volte all’eliminazione dello sporco presente su tutta la superficie marmorea, composto da polvere mista a cera, nel rispetto dei criteri di minima invasività..
Al fine di chiarire la metodologia da utilizzare per la pulitura e identificare il tipo di marmo utilizzato dall’artista, oltre al livello di degrado fisico e biologico, sono state condotte delle indagini diagnostiche con la collaborazione dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. I lavori termineranno a dicembre: durante il periodo natalizio il Ritratto del Real Infante Carlo Tito di Borbone verrà presentato al pubblico e in seguito esposto nella Cappella Palatina della Reggia di Caserta.
La Direttrice Tiziana Maffei coglie l’occasione per ricordare “l’importanza di valorizzare depositi come il nostro, che sono luoghi di approfondimento e di studio che possono coinvolgere un intero territorio. Uno dei tanti temi della Reggia è poter iniziare a narrare questa nostra storia, del regno dei Borboni, dell’Unità d’Italia; con questo pezzettino di storia, viene ribadito quanto sia fondamentale il centro di documentazione borbonica“.
Fonte foto: Reggia di Caserta
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Nata a Vicenza, sono laureata in Lingua Giapponese presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Ho vissuto per 1 anno a Sendai, nel Tohoku, e 2 anni a Napoli; mi sono specializzata in marketing e in quest’ambito lavoro ora nell’ufficio Marketing e Comunicazione di un’azienda TLC&ICT.. Il mio motto? 必要のない知識はない