Fonte della foto: CiociariaOggi
Ferentinum, participio presente del verbo latino ferre, “produrre”.
Ed è forse proprio questo il verbo che meglio descrive quest’antica città.
La leggenda narra che fu il Dio Saturno in persona a fondare Ferentino, allontanato dall’Olimpo e insediatosi in un nuovo territorio fertile, dove diffuse arti e tecniche. E prova terrena di queste abilità sono senza dubbio le possenti mura ciclopiche per cui il Comune è maggiormente conosciuto, formate da enormi blocchi calcarei incastrati tra loro senza alcun utilizzo di malta cementizia.
Lunga 2500 metri, la cerchia muraria poligonale risale addirittura al IV secolo a.C., con successive aggiunte e modifiche avvenute nel corso del II-I secolo a.C. e nel Medioevo, ed è attraversata da cinque porte monumentali: Porta Sanguinaria, Porta Maggiore, Porta Montana, Porta San Francesco e Porta Sant’Agata. La cinta sarebbe opera degli antichi Ernici, una popolazione proto-italica del Lazio, la quale le avrebbe erette allo scopo di difendersi dai vicini Volsci a sud e Marsi ad est. Custodita all’interno di queste mura, nel punto più alto della città – come vuole il termine stesso – svetta inoltre l’Acropoli di Ferentino.
Ed è proprio nella zona sud della città, nei pressi di Porta Sanguinaria, così definita per la vicinanza ad un’area dedicata alle esecuzioni capitali, che si trova il Teatro Romano di Ferentino, d’epoca imperiale. Scoperto all’interno di un giardino privato agli inizi del XX secolo, dall’Archeologo Alfonso Bartoli, gli scavi ebbero inizio in seguito ad una più approfondita verifica dell’atipica pianta semicircolare delle case circostante, difatti costruite seguendo la forma delle gradinate sottostanti.
La struttura ha un diametro di circa 54 metri e ad oggi è ancora in parte nascosta al di sotto delle abitazioni. Da ciò che riaffiora, si sono tuttavia potute distinguere tre tipologie murarie: una costruita in laterizi, con mattoni quadrati tenuti assieme da malta e pozzolana, una in pietrame e un’ultima a costruzione mista tra pietrame e laterizi. Considerati i materiali e le tecniche edilizie, il Teatro è riconducibile al II secolo d.C. ed è ora protagonista di un importante restauro.
Il progetto è stato presentato alla stampa italiana ed estera il 30 Maggio, in occasione di un press tour organizzato dalla sezione di Ferentino dell’Archeoclub d’Italia, e a cui erano presenti Antonio Ribezzo, Presidente dell’Archeoclub di Ferentino; Rosario Santanasio, Presidente Nazionale dell’Archeoclub d’Italia; Antonio Pompeo, Sindaco del Comune di Ferentino, accompagnato dall’Assessore del Comune al Turismo, Cultura e Attività Produttive Angelica Schietroma; la Dott.ssa Chiara Delpino, della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio di Frosinone, Latina, Rieti; e l’Architetto Paolo Culla, il progettista dei restauri.
L’iniziativa è frutto della collaborazione tra Ministero della Cultura, Soprintendenza e Comune di Ferentino, e intende riportare alla luce l’intera struttura del Teatro, un obiettivo a cui si puntava da oltre 20 anni e per la quale è stato ora stanziato un finanziamento di 1.500.000 euro. “Ormai è quasi un ventennio”, ha commentato il Sindaco Antonio Pompeo, “che cerchiamo di dare avvio a questo grande progetto. È un orgoglio essere stati selezionati dal Ministero assieme a scavi tutti collocati in grandi centri: bello che nel gruppo ci sia anche una cittadina da 20mila abitanti come Ferentino. E ora il 7 giugno si parte con le demolizioni e gli scavi”.
La campagna operativa avrà inizio il 7 Giugno 2021 e durerà almeno 24 mesi. I lavori prevedono la demolizione dell’intero isolato e proseguiranno in parallelo agli scavi archeologici, che permetteranno di aggiornare le operazioni a seconda dei nuovi elementi venuti nel frattempo alla luce. In seguito, sarà possibile procedere con gli interventi di restauro e di valorizzazione del sito, per restituirlo alla sua funzione originaria.
Come spiega l’Architetto Paolo Culla, “Ogni ipotesi e rendering che già possiamo mostrare non tiene conto della variabile dello scavo stesso. In base a quello che troveremo il progetto potrà cambiare. Intanto è certo che ripristineremo la cavea nella parte bassa, nove gradinate, con dei materiali da decidere e poi nella parte alta ci sarà una sistemazione a verde con interventi di ingegneria naturalistica ovvero sempre gradinate ma con finitura a erba. Per quanto riguarda la scena, per ora è prevista una finitura ‘a rudere’ ma è probabile che si dovrà pensare a soluzioni che permettano un reale utilizzo a teatro da parte della cittadinanza”.
L’obiettivo è dunque non solo quello di riportare il Teatro di Ferentino al suo originale splendore, ma altresì di restituire alla città il gioiello che già le appartiene, perché gli abitanti e i visitatori possano godere della bellezza della storia che ci ha creati e che ci circonda. Il passo successivo, come ricordato anche dal Presidente di Archeoclub d’Italia Rosario Santanasio, sarà quello di pensare al “dopo”: il Teatro avrà tutte le carte in regola per divenire una nuova meta di turismo culturale, e proprio per questo dovrà essere adeguatamente predisposto e gestito.
Un ulteriore valore aggiunto per una città, come quello di Ferentino, dalla già inestimabile ricchezza storica.
Giappone, archeologia, storia antica, videogiochi, horror, astronomia, marketing, scrittura. Sono felice quando gioco a Dragon Quest e quando tocco qualcosa di antico. Ho troppi interessi ed è per questo che amo scrivere: perché mi permette di viverli tutti.
Nata a Vicenza, sono laureata in Lingua Giapponese presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Ho vissuto per 1 anno a Sendai, nel Tohoku, e 2 anni a Napoli; mi sono specializzata in marketing e in quest’ambito lavoro ora nell’ufficio Marketing e Comunicazione di un’azienda TLC&ICT.. Il mio motto? 必要のない知識はない