Cyberbullismo in Italia: il punto sulle leggi e sulle pene

Cyberbullismo in Italia: il punto sulle leggi e sulle pene

Quando si parla di tecnologia, al giorno d’oggi, si affronta un argomento particolarmente ampio e sfaccettato. Questo, perché ognuno di noi è stato coinvolto nel processo di digitalizzazione e dall’avvento di dispositivi sempre più performanti ed utilizzabili, dagli smartphone ai tablet e i computer. Tutto questo ha, sicuramente, condotto ad una maggiore esposizione delle persone, soprattutto dei più giovani, sulle piattaforme di social network: realtà web sulle quali confluiscono miliardi di utenti e dove, purtroppo, vengono riscontrati giornalmente anche casi di molestie e bullismo.

Il termine cyberbullismo è stato coniato proprio in questo peculiare periodo storico allo scopo di indicare gli abusi perpetrati ai danni degli utenti online da parte di altri, appartenenti o meno alla loro cerchia di contatti. Il tema del cyberbullismo in Italia richiama l’attenzione sulla necessità di leggi e pene adeguate ad affrontare questa forma di violenza digitale. Tuttavia, oltre a tale aspetto, è importante fare luce anche sul ruolo della prevenzione e da questo punto di vista sottolineiamo che la tecnologia – tramite strumenti come i software per spiare cellulari, di cui è possibile approfondire la conoscenza sul sito endoacustica.com – offre supporto ai genitori dato che dà loro la possibilità di monitorare l’attività online dei propri figli e scovare per tempo eventuali episodi di violenza e molestie.

La sensibilizzazione in merito ad una tematica tanto delicata quanto quella del cyberbullismo non risulta essere mai abbastanza, se non altro, per l’elevato quantitativo di giovani che, giorno per giorno, fa uso delle piattaforme social. I casi di cyberbullismo in Italia continuano ad essere all’ordine del giorno, trasponendo un disagio sociale che caratterizza strutture come le Istituzioni scolastiche (e non solo) anche oltre le loro mura. La piaga del cyberbullismo, infatti, si insinua subdola tra le pareti dell’ambiente domestico delle vittime, rappresentando una problematica ancor più grave rispetto agli abusi psicologici diretti. In Italia, la legge prevede una disciplina specifica per il bullismo tra minori a mezzo di social e chat. Ciò nonostante, preme sottolineare che la tutela risulti ancora scarsa, vista l’assenza di vere e proprie condanne per il reato di bullismo.

Cyberbullismo: tutto ciò che c’è da sapere sugli attuali provvedimenti legislativi

Come già precedentemente accennato, l’ordinamento italiano deve ancora essere sottoposto agli aggiornamenti necessari per poter affrontare in maniera attiva la tematica del cyberbullismo. Le leggi attualmente in vigore, però, mettono già a disposizione alcuni strumenti di tutela a favore delle vittime di una simile condotta, per quanto questi non risultino sempre efficaci.

Innanzitutto, la legge italiana prevede l’oscuramento dei siti Internet sui quali avviene un simile abuso, oltre al reclamo al Garante per la privacy. È prescritto dalla normativa vigente anche che i genitori del cyberbullo vengano avvisati in merito alla dinamica, oltre ad un ammonimento del questore nel caso in cui il cyberbullismo costituisca anche reato.

Ovviamente, tali soluzioni legislative fanno riferimento ad attività di cyberbullismo perpetrate da minori che abbiano compiuto quattordici anni. A partire dalla stessa età, il minorenne può anche sporgere denuncia o querela, qualora le fattispecie di cyberbullismo configurino anche ipotesi di reato.

Cyberbullismo tra minori: come vengono puniti i colpevoli

Qualora il cyberbullo non abbia commesso reati, le uniche azioni intentabili nei suoi confronti riguardano sanzioni di tipo scolastico. Per esempio, la legge afferma che il dirigente a conoscenza di un episodio di cyberbullismo commesso dagli studenti del proprio istituto sia tenuto ad informare immediatamente i genitori dei responsabili, oltre a dover assolutamente prendere dei provvedimenti disciplinari di carattere educativo consoni alla gravità effettiva della dinamica in oggetto. Potrebbero seguire anche dei corsi di rieducazione all’interno dell’istituto. In conclusione, sottolineiamo che sussistono delle aggravanti al cyberbullismo, in grado di renderlo una fattispecie di reato.