Quattro Fiumi

La storia della Fontana dei Quattro Fiumi


La Fontana dei Quattro Fiumi di Roma è forse la più celebre della capitale ed è sita in Piazza Navona di fronte alla maestosa chiesa di Sant’Agnese in Agone.

Il bando

La fontana fa parte di un progetto più grande voluto da papa Innocenzo X che nel 1647 commissiona al Borromini, realizzatore della chiesa di Sant’Agnese in Agone che affaccia sulla piazza, la realizzazione delle condutture per portare l’acqua fino alla piazza. Per la realizzazione della fontana il papa sceglie di indire un concorso. Le regole da seguire sono l’altezza di circa 4 metri e mezzo e l’inclusione nel progetto dell’obelisco Agonale in porfido presente al circo di Massenzio ormai in rovina. La fontana deve rappresentare i quattro fiumi più lunghi del mondo conosciuto: Danubio, Gange, Nilo e il Rio de la Plata.

Bernini vincitore

Il progetto che ottiene l’appalto è quello del Bernini; quest’ultimo, avvalendosi di un gruppo di scultori, porta a compimento l’opera in soli tre anni (1648-1651). Quattro nomi spiccano nel gruppo di scultori impegnati nell’opera e che si occupano ciascuno di uno dei quattro fiumi: al Danubio si dedica Ercole Antonio Raggi, al Nilo Jacopo Antonio Fancelli, al Gange Cloude Poussin e al Rio del la Plata Francesco Baratta. I materiali impiegati per la realizzazione dell’opera sono marmo, travertino e bronzo.

Leggenda

Ci piace pensare che la vittoria sia dovuta alla poliedricità artistica del Bernini, capace di unire nella scultura la conoscenza di tutte le arti capaci di tornare utili per ottenere la vittoria, quali: sceneggiatura, scultura, urbanistica, idraulica e recitazione. In realtà voci di corridoio narrano che per avere una possibilità di vittoria in più Bernini porge in dono alla cognata del papa, Donna Olimpia Maidalchini principessa di Alviano famosa per la sua avidità, un modello di un 150cm del suo progetto della fontana interamente in argento. La principessa, di fronte ad un dono di questa portata, fa pressioni sul papa affinché sia proprio il progetto del Bernini a vincere l’appalto. Questo fatto, ovviamente, scatena l’ira del Borromini.

Lo scontro tra Bernini e Borromini

C’è sempre un modo per leggere la simbologia dietro e dentro la posa in cui viene realizzata una statua, il fine con il quale un monumento viene costruito. In questo caso, prima di vedere l’allegoria certa e canonica, è il caso di porre l’accento sulla maestria con cui Bernini cela l’accesa rivalità con il collega Borromini.

Pare, infatti, che la statua rappresentante il Nilo non porti il volto parzialmente coperto dal velo in riferimento agli dei Amon e Aton (ovvero il Dio Sole rivelato e nascosto della tradizione egizia) o ancora per via del fatto che la sede della sorgente del fiume sia ancora un mistero in età barocca.

Uno dei motivi potrebbe essere dato dal fatto che si copre il volto per non dover guardare la statua rappresentante Sant’Agnese realizzata da Borromini e sulla quale si sarebbe inevitabilmente fermato lo sguardo del Nilo senza velo. L’altro aneddoto divertente vede protagonista la statua rappresentante il Rio de la Plata con il suo braccio proteso in avanti per difendersi dall’eventuale crollo della facciata borrominiana della chiesa Chiesa di Sant’Agnese in Agone.

Fontana dei quattro fiumi

Fonte foto: wikipedia.it

Il vero significato

Uno dei motivi che porta il Bernini alla vittoria è la tematica sulla quale sviluppa il progetto che si basa sulla realizzazione di un’allegoria della Grazia divina, unita ad una visione cosmologica del mondo. In cima all’obelisco troneggia la colomba che, oltre ad essere parte dello stemma araldico della famiglia del papa, rappresenta in modo inequivocabile lo Spirito Santo.

L’obelisco con la sua centralità si trova quindi a rappresentare la materializzazione della luce divina che inondano la Terra e le sue acque e con esse nutre e permette alla vita di prosperare. La luce passa oltre, un oltre che coinvolge il ventre della terra e dal quale sgorga l’acqua dei fiumi creando una tensione tra luce e ombra.

Quella tensione si dissolve e trova il suo equilibrio nelle sorgenti dei fiumi. Il Leone, altra statua caratterizzante la fontana, simboleggia proprio la forza della luce, mentre le ombre e il caos prendono forma nella statua raffigurante il cavallo marino.

L’acqua che giace nella fontana senza poter toccare la sorgente simboleggia l’acqua del Nilo. Un’acqua che non solo disseta, ma capace di rendere il terreno fertile anche nel deserto. Il cerchio si chiude proprio qui, su quest’acqua salvifica dalla quale si abbevera il Sole, ovvero il leone.

Fontana dei quattro fiumi

Fonte foto: studiarapido.it