La condizione di parziale o totale isolamento nella quale tutto il mondo si è trovato nell’ultimo anno a causa della Pandemia da Sars-CoV-2 ha portato inevitabilmente ognuno di noi ad alimentare ulteriormente la propria sfera privata e ha ridotto notevolmente la platea degli hobby praticabili. Il lungo lasso di tempo nel quale la sospensione delle attività quotidiane è diventata la normalità e ha costretto a ridefinire le priorità personali. Mentre le relazioni sociali si sono trasformate in relazioni mediate da schermi, la voglia di viaggiare ha assunto le sembianze di un ricordo nostalgico da alimentare solo con la fantasia.
Le condizioni economiche precarie e l’incertezza hanno spinto molti a reinventarsi totalmente, mentre altri hanno subito un peggioramento delle condizioni di vita già complesse in precedenza. Il mercato editoriale in questo periodo è stato uno dei pochi a non aver subito un arresto totale, come dimostra l’apertura delle librerie che non ha mai avuto interruzioni poiché considerata un “bene di prima necessità”. I libri sono rimasti l’unico mezzo culturale a cui rivolgersi per distrarsi, sognare, progettare ed evadere.
Nei mesi scorsi, parte della giornata nella quale non si era impegnati in attività lavorative o di studio, veniva dedicata alla lettura. Un rapporto Istat conferma che “Durante la prima fase dell’emergenza, la lettura ha accompagnato le giornate di più di 6 persone su 10 (62,6%), rappresentando la terza attività del tempo libero maggiormente svolta dopo la TV-radio (93,6%) e i contatti telefonici/videochiamate con parenti e amici (74,9%)”. La lettura e i consumi culturali fino a dicembre 2020 hanno mostrato una crescita del 3%. Per contro, la produzione editoriale ha subito un calo (relativo al numero di libri pubblicati) riequilibrando il gap tra offerta e domanda del lettore. Per quanto riguarda la fascia di popolazione, i giovani e gli adolescenti hanno rivolto la loro attenzione verso l’uso dei cellulari e dei videogames.
Le radici del disinteresse
In cosa si può rintracciare la mancanza di attenzione verso la lettura? Proviamo a darne una spiegazione sociologica. Anzitutto, il libro è il mezzo attraverso il quale si esprimono i nostri interessi, le nostre predisposizioni. In un momento storico come quello attuale con grosse difficoltà di gestione dello stress, i più colpiti sono per l’appunto i giovani. Limitati nelle attività di socializzazione e condivisione delle emozioni, molti di loro hanno riportato conseguenze psicologiche importanti nella definizione della propria sfera personale. Le conseguenze sono allarmanti, come testimonia l’aumento di gesti estremi. Un secondo elemento da considerare per esaminare la scarsa propensione dei giovani alla lettura potrebbe essere la presenza di numerosi generi letterari – spesso sconosciuti al grande pubblico – che ha l’effetto di diminuire la platea dei possibili acquirenti, concentrando sovente l’attenzione verso gli scrittori considerati “classici”. Ciò a scapito di autori validi e conosciuti ma valutati come di nicchia perché meno presenti nei circuiti della grande distribuzione.
A questo è collegata la sostenibilità economica delle librerie indipendenti dai grandi marchi, sempre meno presenti nelle nostre città e schiacciate dai colossi editoriali. Altro spunto di riflessione interessante è l’inversione di tendenza tra scrittori e lettori, testimoniato dalla grande partecipazione di aspiranti scrittori a premi nazionali. Negli ultimi anni, l’aumento di scrittori non supportato da un percorso professionale mirato è probabilmente considerato come una possibilità di realizzazione lavorativa. Ciò abbassa la qualità del mercato editoriale poiché, com’è ovvio, il punto di partenza per la realizzazione di un buon libro è di essere innazitutto dei lettori.
Un esempio recentissimo è quello del concorso per esordienti InediTO, giunto alla XX Edizione, che ha visto il raddoppiarsi degli iscritti esordienti. Perché quindi è importante alimentare la lettura in periodi di grosso isolamento sociale e deprivazione culturale? Compensare l’assenza di uno spettacolo teatrale o di un film atteso al cinema non è facile, ma utilizzando la nostra immaginazione possiamo dar voce a quelle esigenze sopite da troppo tempo, trasformandole in emozioni. L’aiuto della lettura nel momento pandemico è imprescindibile per evitare il soffocamento culturale e limitare il bombardamento mediatico nel quale siamo immersi.
Sociologa calabrese con specializzazione in sviluppo del territorio, particolarmente interessata ai temi delle aree interne e della loro valorizzazione e ripresa economica.
Con questi obiettivi ho creato Let’s CA, una piattaforma che racconta il territorio dal punto di vista paesaggistico, culturale e associativo. Ne portale si supportano le piccole realtà, pubblicando costantemente le esperienze da vivere nella Locride e nell’Area Grecanica. Di recente insieme ad altri soci è stata costituita l’Associazione di promozione sociale Let’s Ca – Andiamo in Calabria, che porta avanti i valori nati da questo percorso.
Su Hermes scrivo di svariati temi, anche se prediligo gli argomenti di experience ed di arte.