Cocconato: la Riviera di Monferrato


Pensando a una riviera ci viene in mente per prima cosa la celebre riviera romagnola con le sue centinaia di località balneari, i suoi locali e i suoi alberghi dai prezzi quasi sempre fiammanti. Ciononostante esiste una precisa zona nell’entroterra dell’Italia nordoccidentale, più precisamente nella provincia di Asti, che porta il nome di Riviera del Monferrato. Un nome inusuale per una regione senza sbocco sul mare. E con essa scopriremo anche il borgo di Cocconato.

 

Cos’è la Riviera del Monferrato?

No, non è un lungomare artificiale creato da enti misteriosi che si divertono a modificare a proprio piacimento il nostro territorio, bensì un’unione amministrativa che comprende due Comuni: Piovà Massaia e Cocconato, di cui parleremo tra poco. Il motivo di questo nome così autentico è dovuto dal fatto che in queste due località (e nei dintorni) crescano senza troppi problemi piante come mimose e palme, e questo per via di un clima molto più mite rispetto al resto del territorio astigiano, derivato soprattutto dalla loro posizione geografica.

Cocconato, uno dei Borghi più belli d’Italia e “capitale” della Riviera

Già, perché questa località nel 2019 è entrata a far parte dell’omonima associazione che ha come obiettivo la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico e culturale dei piccoli centri urbani. La sua prima fondazione risale con molta probabilità ai tempi di Roma antica. Tuttavia, è più conosciuta la sua nascita vera e propria, in epoca medievale, quando intorno al X secolo la nobile famiglia dei Conti Radicati ne fece uno Stato indipendente che mantenne la sua autonomia per quasi quattro secoli, più precisamente fino al 1480. Dopo quell’anno, infatti, la famiglia Savoia cominciò ad espandere il suo dominio proprio in quei territori, e la sua avanzata durò fino al 1586, momento in cui l’intero territorio, compresa la località di Cocconato, cadde definitivamente in mani savoiarde.

Il suo nome ricomparirà in epoca napoleonica per l’insediamento di una stazione telegrafica, e poi nel Novecento per aver probabilmente (e tristemente) ospitato una sorta di istituto di confino dove venivano internati i prigionieri durante il Ventennio.
Ad oggi, Cocconato è un Comune che conta poco più di 1400 abitanti. Il borgo regala incredibili panorami su tutto il territorio circostante, fatto prevalentemente di colline verdeggianti, e ha numerose chicche da scoprire.

Fonte foto: TripAdvisor (recensione di Ufficio Informazioni Cocconato)

Cosa vedere a Cocconato?

In questo borgo sembra valga il detto “tutte le strade portano alla chiesa”, nel senso che la quasi totalità dei vicoli e delle stradine conduce inevitabilmente alla Chiesa parrocchiale di Santa Maria della Consolazione, costruita intorno al Seicento in cima alla collina, probabilmente sui ruderi di una struttura più datata.
Tra gli altri edifici religiosi c’è una menzione particolare alla Chiesa di Santa Caterina da Siena, che vide la luce tra il 1747 e il 1770, e la Chiesa della Santissima Trinità, sorta qualche secolo prima, tra il 1617 e il 1667, e che per tutto il Settecento vide le sue espansioni più significative quali il porticato laterale e la sacrestia.

Dopo la sacralità, ovviamente, arriva anche l’architettura detta civile, dunque perché non visitare il Palazzo Comunale del borgo? Conosciuto come un esempio più unico che raro di edificio tardo gotico, vide la luce nel XV secolo circa e presenta dei portici davvero suggestivi.

Per ultima, ma non meno importante, va citata la Torre di Cocconato, costruita nel X secolo e miracolosamente sopravvissuta alle distruzioni del castello circostante, che fu poi demolito per far posto dapprima alla stazione telegrafica e poi ad un mulino a vento. Oggi è parte di un’abitazione privata.

Quando la visita si conclude

Se si è nel periodo giusto, ossia a ridosso dell’ultima domenica di settembre, si assiste al cosiddetto Palio degli Asini! Dal 1970, il borgo di Cocconato ospita una delle giostre più autentiche e suggestive d’Italia. La cittadina si divide in ben otto contrade che si sfideranno in una corsa, ma attenzione: gli asini non saranno cavalcati, bensì “incitati” da dei giostranti.

La gara si terrà su un circuito cittadino ovale. Una curiosità: la competizione si divide in due parti, la corsa finale e la corsa di ripescaggio, e chi perde quest’ultima non solo non parteciperà alla finale, ma dovrà anche offrire al resto dei rioni la cosiddetta saracca, e cioè un banchetto a base di acciughe. Nel mentre, il centro storico veste i panni del feudo medievale quale è stato tra il 1200 e il 1400: l’evento è accompagnato, infatti, da un corteo storico in cui devono essere accuratamente rispettati i costumi e le consuetudini di quel periodo storico.

Nel caso non si sia arrivati in tempo per il palio, si può comunque gustare una varietà non indifferente di prodotti tipici. I più conosciuti sono l’omonima robiola, dal sapore dolce e delicato, che in origine veniva prodotta con latte di capra, e un’infinita varietà di vini dotati del marchio Monferrato DOC, che spaziano dal classico Nebbiolo al meno noto Dolcetto.

Comunque, dopo formaggi e vini troviamo anche salumi quali il cotechino, che sembra vantare di una ricetta segreta che viene tramandata esclusivamente da genitore a figlio, e il prosciutto crudo locale, la cui stagionatura è certamente favorita dal microclima della zona.


 Fonte foto: Guida Torino

E dopo Cocconato?

Non perdetevi il resto del Monferrato Astigiano! Anzitutto c’è sempre un’altra località “rivierola” non molto lontana da Cocconato, ossia Piovà Massaia, poi c’è tutto un mondo da scoprire, a partire dai comuni limitrofi: ad esempio Montiglio Monferrato e Costigliole d’Asti coi loro suggestivi castelli, e Nizza Monferrato, con i suoi palazzi e le sue numerose chiese. Ovviamente, vista la breve distanza dal capoluogo (circa 30km), non perdete l’occasione di visitare la vera e propria Asti!