Arroccato nel cuore del Gargano a Monte Sant’Angelo in provincia di Foggia, il Santuario di San Michele Arcangelo è uno dei luoghi di culto più antichi e suggestivi della Puglia.
Inserito nel 2011 nella lista dei Patrimoni dell’Umanità tutelati dall’UNESCO, questo santuario non è solo una meta di pellegrinaggio spirituale, ma anche una testimonianza straordinaria di arte, storia e cultura che attira visitatori da ogni angolo del mondo.
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La storia millenaria del Santuario
La storia del Santuario affonda le sue radici nel V secolo, quando, secondo la leggenda, l’Arcangelo Michele apparve per tre volte in una grotta a Monte Sant’Angelo sul Monte Gargano.
Questo evento prodigioso spinse i fedeli a costruire tutto intorno al luogo del mistico presagio un Santuario che ben presto diventò un punto di riferimento per la cristianità. Da allora, il Santuario è stato meta di continui pellegrinaggi e ha accolto papi, re e pellegrini, appunto, in cerca di protezione e benedizione.
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L’edificio è unico nel suo genere: l’ingresso avviene attraverso una scalinata monumentale che conduce a una grotta naturale, il cuore pulsante del complesso. Qui, l’atmosfera mistica, amplificata dalla luce soffusa e dalle antiche decorazioni, invita alla riflessione e alla preghiera.
Nel corso dei secoli, il Santuario è stato ampliato e arricchito con elementi architettonici di epoca longobarda, normanna e barocca, rendendolo un vero gioiello artistico.
La struttura del Santuario
Il Santuario si sviluppa su due livelli distinti. Al piano superiore si erge una torre alta 27 metri, il cui suono delle campane risuona per tutta la città. Si tratta di un campanile ottagonale, conosciuto come “Torre Angioina”, progettato seguendo la pianta di Castel del Monte di Andria. Oltrepassando il portale d’ingresso, si incontrano gli 86 gradini della scalinata che conducono alla cosiddetta “Porta del Toro”. È possibile notare al passaggio le incisioni lasciate dai pellegrini nel corso dei secoli, un aspetto suggestivo che contribuisce al fascino di questo santuario.
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Al livello inferiore, superate le monumentali Porte di Bronzo, realizzate a Costantinopoli nel 1076, si accede alla navata angioina. Qui, al centro della Basilica, si trova la maestosa Grotta di San Michele Arcangelo, una suggestiva cavità naturale con una volta rocciosa. La grotta ospita l’altare maggiore e una statua di San Michele scolpita in marmo di Carrara. Scendendo ulteriormente, si arriva al “Santuario Alto Medioevale”, dove si trovano le Cripte Longobarde, ricche di iscrizioni legate ai duchi di Benevento, che scelsero questo luogo come Santuario nazionale.
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Nel Medioevo, il Santuario era parte di un percorso spirituale noto come “Homo, Angelus, Deus”, che includeva tre tappe principali: la prima si configurava come visita alle tombe dei Santi Pietro e Paolo a Roma e di San Giacomo a Compostella in Spagna (Homo), la seconda come visita all’Angelo di Monte Sant’Angelo (Angelus) e la terza ai luoghi sacri della Terra Santa (Deus).
Questo luogo ha accolto nel tempo pellegrini provenienti da tutto il mondo, ma non solo. Anche numerosi pontefici hanno fatto visita al luogo delle apparizioni dell’Arcangelo, l’ultimo dei quali è stato Giovanni Paolo II nel 1987.
Inoltre, oggi il Santuario ospita due importanti musei: il Museo Devozionale e il Museo Lapidario. Questi, insieme alle Cripte Longobarde, formano il polo Museale TECUM, acronimo di “TEsori del CUlto Micaelico”.
Un cammino di fede lungo i secoli
Monte Sant’Angelo è una delle tappe principali della Via Sacra Langobardorum, uno dei primi itinerari di pellegrinaggio che collegava i più importanti luoghi sacri dell’epoca medievale. Ancora oggi, fedeli e viaggiatori percorrono il cammino per raggiungere il Santuario, seguendo le orme di chi, nel passato, cercava conforto spirituale sotto la protezione dell’Arcangelo.
Ogni anno nei giorni dedicati a San Michele, ovvero l’8 maggio e il 29 settembre, , il Santuario si anima di celebrazioni, processioni e momenti di intensa devozione, confermando il suo ruolo di fulcro spirituale per i fedeli.
I riconoscimenti
Il Santuario, come già descritto in precedenza, ha la peculiarità unica al mondo di essere costituito da una grotta naturale, oltre che da un complesso di costruzioni stratificate che fanno capo ad epoche successive.
Per la sua importanza storico architettonica nel 2011 è stato annoverato tra i Beni Patrimonio dell’Umanità tutelati dall’UNESCO, come parte del sito seriale “I Longobardi in Italia, i luoghi del potere (568-774 d.C.)”.
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Inoltre, nel 2014 la rivista americana National Geographic ha inserito la Grotta dell’Arcangelo Michele, e di riflesso il Santuario annesso, tra le dieci Grotte Sacre più belle al mondo.
Questa importante menzione che la configura come unica Grotta italiana presente in classifica, ha rappresentato una cassa di risonanza importante per il luogo di culto così importante che meritava di essere valorizzato anche oltre oceano.
Monte Sant’Angelo e le sue specialità gastronomiche
Dopo un’immersione nella spiritualità e nella storia, Monte Sant’Angelo offre un altro viaggio imperdibile: quello nei sapori della sua cucina tradizionale.
Il borgo garganico vanta una ricca tradizione gastronomica, che fonde sapientemente semplicità e gusto, grazie all’uso di ingredienti locali e genuini.
Tra le specialità più rinomate spicca il pane di Monte Sant’Angelo, presidio Slow Food dal 2022 ,un prodotto artigianale dalla crosta croccante e dalla mollica soffice, perfetto da gustare con l’olio extravergine di oliva del Gargano.
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Immancabili sono anche i caciocavalli podolici, formaggi a pasta filata dal sapore intenso, prodotti con il latte delle vacche podoliche che pascolano libere nelle zone circostanti.
Per chi ama i dolci, i mostaccioli garganici e le ostie ripiene sono un vero must: i primi sono biscotti speziati al miele, mentre le seconde sono cialde sottilissime farcite con mandorle e miele, un connubio di fragranze che racconta la tradizione secolare del luogo.
Infine, i piatti a base di carne, come l’agnello alla brace e il fritto di maiale, rappresentano l’essenza della cucina rustica e genuina dell’entroterra del Gargano.
Un’esperienza completa tra sacro e profano
Visitare il Santuario di San Michele Arcangelo non significa solo esplorare un luogo di straordinaria importanza spirituale e storica, ma anche immergersi nella bellezza del borgo di Monte Sant’Angelo, con i suoi vicoli antichi, le case bianche e i panorami mozzafiato sul Gargano, abbracciando la filosofia della “vita lenta” anche nell’entroterra.
E quando la contemplazione lascia spazio ai piaceri della tavola, la cucina locale è pronta a regalare un’esperienza autentica e indimenticabile, degna di un viaggio che unisce fede, cultura e sapori.
Sono una Boomer intrappolata nel corpo di una Millennial a cui piace scrivere. Ho un background variegato, sono eclettica e la semplicità non sempre fa parte di me (fortunatamente). Ho qualche laurea che attesta la mia specializzazione nel settore food, ma la verità è che mi piace comunicare il cibo in ogni sua forma, mi occupo di formazione, adoro la cultura coreana, la musica underground e vorrei essere perennemente affetta dalla sindrome di stendhal. A livello associazionistico, ricopro il ruolo di Responsabile Comunicazione, Marketing, Ufficio Stampa e Social Media Manager di Slow Food Roma & MULTI, viaggio alla scoperta delle culture e cotture che ci uniscono, evento a cura di Slow Food Roma & Lucy – Sulla cultura, ormai alla sua seconda edizione. Ho collaborato con media territotiali e riviste on line, ma Hermesmagazine è stata l’opportunità per entrare a far parte di una vera e propria redazione giornalistica ed avere uno spazio dove esprimermi e permettere alla mia natura dinamica di captare nuovi stimoli e trasformarli in occasioni per imparare e superare i miei limiti.