Anche se è noto ai più con il nome di Ugo (forse ingiustamente accostato all’omonimo infelice e comico Fantozzi per una sorta di maledizione sulla vita), è giusto che voi, cari lettori, sappiate che è Niccolò il vero nome di Foscolo. Poeta e scrittore italiano, uno dei principali letterati del Neoclassicismo e del Preromanticismo a cavallo fra il Settecento e l’Ottocento, Ugo Foscolo nacque a Zante, in Grecia, il 6 febbraio 1778. Proprio come oggi! Un uomo che ha dedicato più poesie e più parole alla morte che all’amore per una donna. Un vero pioniere dell’arte funeraria. La sua vita non durò nemmeno mezzo secolo, ma fu ricca, ricca d’inquietudini, di momenti no, e di poca fede verso il mondo e tutto ciò che sta al di sopra e al di sotto del cielo e della terra. Ugo si rifaceva spesso alle tenebre, al buio, alla notte, alle ombre, nelle sue lettere e nel suo modo di delineare una letteratura classica, ma con uno stile del tutto medievale.
Costretto fin da giovane ad allontanarsi dalla sua patria, ovvero l’isola greca di Zacinto – oggi più nota col nome di Zante – che allora era sotto il dominio della Repubblica di Venezia, si sentì esule, espatriato per tutta la sua intera esistenza, strappato da quel mondo di ideali classici e perfetti in cui era nato. Errando e vagabondando di terra in terra, privo di credenza religiosa in quanto intellettualmente devoto alla scuola degli Illuministi, incapace di trovare felicità nell’amore di una donna, avvertì sempre dentro di sé un infuriare di passioni, (preferiamo omettere il modo in cui convertiva la sua folle passione, lasciamo dare sfogo alla vostra immaginazione) ma, come molti intellettuali della sua epoca, si sentì attratto dalle splendide immagini dell’Ellade in toto il suo splendore, come simbolo di armonia e divirtute artistica. Probabilmente era stato accecato dalle sue furiose passioni, che non riusciva a espletare corporalmente; perché senza nulla togliere alla Grecia, ma mi chiedo: di cosa stiamo parlando? Probabilmente nei suoi assidui viaggi, tra una terra e l’altra, non era mai passato per Roma o altre città, altrimenti non si spiega questo non vedere le bellezze artistiche italiane.
Morì il 10 settembre 1827 alla veneranda età di quarantanove anni. Probabilmente di depressione. Dal cimitero di Chiswick dove fu sepolto. Ma successivamente, nel 1871, le sue infauste spoglie furono traslate nella Basilica di Santa Croce a Firenze, il tempio delle itale glorie del tempo che aveva celebrato nel carme Dei Sepolcri, (allora qualcosa di bello aveva notato anche nel nostro Paese!) con una grande celebrazione voluta dal nuovo Regno d’Italia. Del caro amato Foscolo ci resta un ricchissimo epistolario, ovvero un documento molto importante della sua vita tumultuosa, le lettere di un certo Jacopo Ortis, dove parlerà di un tizio che s’innamora di una Teresina sposata. Storie già sentite, insomma. Comunque alla fine lui muore. Ops, scusate lo spoiler, ma credo fosse quasi la prassi.
Dulcis in fundo: Auguri Ugo.
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.