“Essere Giorgio Strehler” è il documentario sulla vita artistica e affettiva di Giorgio Strehler, in uscita il 14 novembre su Sky Arte alle ore 21.15.
Il documentario, diretto da Simona Risi, porta le firme di Matteo Moneta e Gabriele Raimondi ed è prodotto da Didi Gnocchi per 3D Produzioni, in collaborazione con Il Piccolo Teatro di Milano e Sky Arte, il Comune di Trieste e il Museo Teatrale Carlo Schmidl di Trieste.
Il film celebra il centenario della nascita dell’artista triestino ed è stato presentato in anteprima alla 16esima Festa del Cinema di Roma.
Sinossi
“Sono Giorgio Strehler che vi parla, tra gli scettri e le corone, tra i ventagli e le spade…” le parole, pronunciate dal protagonista, aprono il documentario suggerendo immediatamente il taglio personale e poetico di ciò che lo spettatore sta per vedere.
La voce di Strehler, tratta da una serie di interviste del 1992 registrate tra Parigi, Milano e Dusserdorf, è un unico flusso. L’io narrante al racconto, mai interrotto, è arricchito da interventi che commentano e approfondiscono le sue parole. Gli intervistati (tra i tanti: la moglie Andrea Jonasson, le attrici Ottavia Piccolo e Giulia Lazzarini e il regista Lluís Pasqual) , mai inquadrati in primo piano, enfatizzano la figura del protagonista, donandogli un’aura mitica.
Uno Strehler inedito
Non è certo il primo lavoro dedicato all’artista, ma “Essere Giorgio Streheler” propone un percorso conoscitivo nuovo, realizzato attraverso interviste inedite o raramente ascoltate, archivi rari, ricostruzioni scenografiche e illusioni di luci realizzate dai tecnici del Piccolo di Milano.
Ne emerge una figura insolita di Strehler: più fragile, ma immerso nel suo tempo con una forte visione della cultura, vista come centrale all’interno di una democrazia.
Dopo due anni di chiusura dei teatri vengono aperte le porte del Piccolo Teatro di Milano, all’interno del quale è lo stesso Strehler a farci da guida. Qui, nel buio della scena, rivivono gli oggetti di scena, i costumi, le scenografie, le luci, tra le mani di quei tecnici teatrali che da giovani hanno avuto l’onore di lavorare con Strehler.
Su quelle pareti, aggiunge la regista in un’intervista:
“Si sente ancora l’eco della sua presenza e, tra le corde e le quinte delle macchine teatrali, abbiamo proiettato immagini e suoni di alcuni spettacoli. Nel buio del teatro abbiamo rievocato la luce che si riflette nell’acqua, il telo in tempesta, la macchina del vento. Tutte intuizioni e visioni di un regista non solo potente e geniale ma anche fragile e molto umano.”
Classe ’84, laureata in lingue straniere e discipline dello spettacolo. Ama il cinema, le serie tv, il teatro, l’arte e la scrittura. Indossa spesso gli occhiali da sole “per avere più carisma e sintomatico mistero”.
Ha scritto due fumetti (“I Voccapierto’s – Le Origini” e “I Voccapierto’s – Back to the Vocca”) e ogni tanto insegna quel poco che ha imparato in giro. Il resto del tempo aspetta che suo figlio si addormenti per leggere un libro.