L’autrice
Corsina Depalo è una pedagogista e docente che si è impegna in attività di volontariato a sostegno delle comunità romanés. In prima battuta ciò è avvenuto attraverso il percorso universitario in Pedagogia Interculturale; in seguito con l’attività di presidente dell’associazione EUGEMA che si occupa di intercultura, disabilità e nuovi stili di vita.
Fonte foto: Giovinazzo Live
Il libro
Il libro Stereotipi e pregiudizi verso le comunità Romanés, edito da Les Flaneurs, nasce dall’intento di abbattere pregiudizi e stereotipi presenti nel nostro Paese e in Europa verso i gruppi sociali di minoranza, con particolare riferimento alla minoranza etnica rom, una delle comunità più colpite nel corso dei secoli da fenomeni e movimenti xenofobi e razzisti.
Vediamone i dettagli
L’autrice descrive nel primo capitolo descrive il significato dei termini “stereotipo” e “pregiudizio”, spiegandone le differenze: se quest’ultimo vuol dire “giudizio espresso in assenza di dati sufficienti”, lo stereotipo rappresenta “il nucleo degli elementi che sostengono il pregiudizio e ne agevolano la riproduzione”. Entrambi gli elementi si accostano dal punto di vista concettuale a diversi ambiti, specie alle minoranze etniche.
“Gli aspetti concettuali degli stereotipi derivano da una conoscenza generica del gruppo sociale considerato, mentre i pregiudizi riguardano la valutazione negativa di tale gruppo.”
Nel secondo capitolo, l’autrice descrive il lavoro, che ha visto la partecipazione di attivisti rom e di esperti di tematiche interculturali; questo percorso ha portato ad un prodotto finale molto originale: un libro- gioco fruibile per qualsiasi fascia di età, intitolato Romanipè 2.0 – 99 domande sulla popolazione romanì.
Nel terzo capitolo, Depalo racconta come il tema delle comunità romanes sia diventato di suo interesse, focalizzando l’attenzione su un episodio accaduto nel periodo universitario, quando ascoltò l’esperienza diretta di un ragazzo che viveva con la propria famiglia nella campagna della sua città, Bari. Riuscì a notare le difficoltà d’inserimento nell’ambiente e le ostilità mostrate dagli “autoctoni”. La situazione di tensione esplose con lo sgombero di un campo e si allentò in seguito grazie al lavoro portato avanti da un Forum di Diritti e si fecero passi in avanti sul tema dell’accoglienza e della sensibilizzazione. L’autrice si specializzò in particolare nei diritti di donne e bambini rom. Per riprendere le sue parole:
“La convinzione che ogni sforzo nel processo avviato dalla sottoscritta in direzione del riscatto e della emancipazione in particolare delle donne rom, anello debole della minoranza, si scontra con una scarsa e deformata conoscenza della cultura romanì.
Ciò ha impedito nel nostro Paese una seria diagnosi delle problematiche interne ed esterne a tale minoranza.”
L’autrice evidenzia tra le criticità maggiori una sorta di confusione di significato che vede nomadismo e cultura rom come sinonimi; inoltre si assiste ad una mancanza di riferimento alla lingua romanés come elemento centrale della cultura rom, il che sfocia nel mancato riconoscimento dello status di minoranza linguistica. Il percorso verso un riconoscimento della minoranza linguistica è portato avanti da diverse associazioni; il suo avvio coincide con il Congresso Mondiale dei diritti linguistici, tenutosi a Teramo dal 19 al 23 maggio del 2015. Negli anni successivi nacque una ricerca, La Carovana, a cui prese parte la stessa autrice che utilizzò una metodologia innovativa per comprendere come i membri della comunità intendessero la propria lingua e cultura.
La proposta di legge
Il frutto della ricerca fu la pubblicazione Le rappresentazioni sociali del romanés. Un’inchiesta sulla lingua dei rom e dei sinti in Italia, presentata insieme alla proposta di Legge nazionale per il riconoscimento della minoranza romanì l’11 febbraio 2016 presso la Sala stampa della Camera dei deputati a Roma.
La proposta di legge chiede un riconoscimento di tipo culturale e si pone attenzione a tre requisiti della comunità linguistica romanì:
– il carattere di lingua del romanés, che è differente dalla lingua maggioritaria utilizzata in Italia;
– il numero di parlanti del romanés come minoranza rispetto alla diffusione della lingua italiana;
– la radici storiche della lingua romanés, presente nel territorio italiano sin dal XIV secolo.
In seguito, gli obiettivi di riconoscimento dell’identità e della cultura romanés sono stati indirizzati verso vie regionali, formulando una proposta di legge regionale per l’integrazione e la promozione della minoranza romanì in Puglia.
L’autrice precisa che il tema del riconoscimento significa il riconoscimento della personalità culturale della comunità romanì, da intendere come comunità linguistica di minoranza anziché come comunità nomade. L’autrice sottolinea che questo riconoscimento aiuterà le future generazioni a non utilizzare comportamenti devianti. Infine, la Depalo cita una tappa fondamentale: quando nel 1971 ad Orpington – Chelsfield, nei pressi di Londra, si svolse il Primo Congresso Mondiale delle comunità romanés.
“Stabilendo la denominazione ufficiale “rom” per tutte le proprie comunità, il romanés per la lingua, la bandiera romanì (una ruota indiana rossa su sfondo verde-azzurro) e l’inno nazionale”
Nel quarto capitolo l’autrice descrive le attività portate avanti nel corso della ricerca e il Piano di Azione Locale incentrato sul contesto pugliese. Il testo di Corsina Depalo, chiaro e puntuale nelle descrizioni di esperienze e nella spiegazione dei concetti, rappresenta un buon punto di partenza per chi si affaccia agli studi delle scienze sociali. Si tratta di un libro per tutti: porta alla luce tematiche attuali tangibili nella quotidianità e tentativi di soluzione possibili. Un modo per familiarizzare coi concetti alla base dello stigma e superarli.
Sociologa calabrese con specializzazione in sviluppo del territorio, particolarmente interessata ai temi delle aree interne e della loro valorizzazione e ripresa economica.
Con questi obiettivi ho creato Let’s CA, una piattaforma che racconta il territorio dal punto di vista paesaggistico, culturale e associativo. Ne portale si supportano le piccole realtà, pubblicando costantemente le esperienze da vivere nella Locride e nell’Area Grecanica. Di recente insieme ad altri soci è stata costituita l’Associazione di promozione sociale Let’s Ca – Andiamo in Calabria, che porta avanti i valori nati da questo percorso.
Su Hermes scrivo di svariati temi, anche se prediligo gli argomenti di experience ed di arte.