Dopo due anni di minuzioso restauro e oltre venti di chiusura al pubblico, lo scorso dicembre la splendida Terrazza delle Carte Geografiche agli Uffizi di Firenze, è stata riaperta ai visitatori.
Una sala particolare, progettata dal Vasari come un’alta loggia aperta e successivamente dedicata dai Medici alla cartografia del Granducato. Si apre ad una vista unica, tramite le grandi vetrate che ora la chiudono, su Santa Croce, Piazzale Michelangelo, sino ad arrivare a contemplare San Miniato al Monte. La bellezza e particolarità di questo ambiente a fatto sì che il regista Dario Argento nel 1996, la scegliesse per girare la scena clou del film “La sindrome di Stendhal”.
Due grandi mappe murali del territorio mediceo realizzate sul finire del sedicesimo secolo da Ludovico Butti, su disegni del cartografo Stefano Bonsignori, un panorama dell’Isola D’Elba, copia ottocentesca del dipinto originale andato perduto, e una visione del porto di Livorno, creato in pietre dure su un pino orizzontale, ornano le pareti laterali, con precisi riferimenti e indicazioni dei luoghi i cui nomi sono riportati in oro zecchino.
Il restauro
Oltre cinquanta specialisti dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze hanno lavorato in modo certosino, per restaurare non solo le mappe murali, ripristinate nei minimi particolari e nelle diciture auree, ma anche i nove dipinti su tavola e le cornici decorate del soffitto, danneggiati da umidità e infiltrazioni nei molti secoli trascorsi dalla loro messa a dimora. Una delicata operazione che ha richiesto, appunto, tempi lunghi per la sua attuazione e che ha visto anche il rifacimento della pavimentazione ristrutturata con piastrelle in cotto fatte a mano, per rispettare l’antico impiantito della terrazza vasariana.
Molta la soddisfazione per questa riapertura al pubblico sia da parte del Direttore del Museo Eike Schmidt che del Presidente delle Regione Toscana Eugenio Giani.
Una parte importante della storia del territorio che ritorna ad essere fruibile in un ambiente esclusivo e unico.
Dopo aver seguito studi artistici si interessa appassionatamente ad approfondire i meccanismi e l’evolversi della storia dell’arte contemporanea.
Proprio in qualità di critico d’arte e corrispondente, negli anni ’80 e ’90, ha firmato saggi e recensioni per alcuni dei maggiori periodici del settore, tra i quali: Terzoocchio delle edizioni Bora di Bologna, Flash Art di Milano Julier di Trieste ed il genovese ExArte .
Inoltre affiancherà attivamente come consulente la famosa galleria d’Arte avanguardistica Fluxia durante tutto il periodo della sua esistenza.
Ha partecipato all’organizzazione di numerosi eventi, tra i quali l’anniversario del centenario dell’Istituto d’Arte di Chiavari e la commemorazione del trentennale della morte del poeta Camillo Sbarbaro a S. Margherita L.
Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo: “La strana faccenda di via Beatrice D’Este”, un giallo fantasioso e “intimista”.
Nel 2018 pubblica il fantasy storico “Tiwanaku La Leggenda” ispirato alla storia ed alle leggende delle Ande pre-incaiche.
Attualmente collabora con alcuni blog e riviste on-line come “Chili di libri, “Accademia della scrittura”,
“Emozioni imperfette”, “L’artefatto”,” Read il magazine” e “Hermes Magazine” occupandosi ancora di critica d’arte e di recensioni letterarie.