Nasce a Urbino il 28 marzo 1483 (anche se alcune fonti collocano il giorno di nascita il 6 aprile). Il padre Giovanni Santi è uno dei pittori alla corte urbinate dei Montefeltro che si distinsero per la loro apertura verso le arti.

Un ambiente ricco di stimoli dunque, dove il giovane Raffaello (1483-1520) ha modo di frequentare  Palazzo Ducale e di   studiare, fra gli altri, i dipinti di  Piero della Francesca e di Antonio del Pollaiolo. Il suo talento naturale viene quindi indirizzato verso la pittura e l’architettura prima dal padre e successivamente nella bottega di Timoteo Viti (1469-1523).

Le sue opere

Da Perugia dove è allievo di Pietro Perugino (1450 ca.-1523), si trasferisce a Firenze e in seguito a Roma, nel 1508, dove la sua fama è già nota e dove costituirà una efficiente e laboriosa sua bottega e realizzerà molti dei suoi capolavori.

Già l’anno successivo Papa Giulio II commissiona al giovane artista il compito di affrescare gli appartamenti papali in Vaticano, oggi noti appunto come “ le Stanze di Raffaello”. Nella Stanza della Signatura è collocato l’affresco della “Scuola di Atene” dove Raffaello raffigura le sette arti liberali e ritrae i più importanti  filosofi e matematici dell’antichità in una perfetta composizione simmetrica sia architettonica che figurale. Molti dei personaggi presenti hanno le sembianze di artisti suoi contemporanei, come le due figure centrali che dialogano tra loro: Platone e Aristotele, che dovrebbero avere i volti rispettivamente di Leonardo da Vinci e Bastiano da Sangallo.

kil genio di Raffaello

Un altro precedente dipinto che mette in relazione e in consonanza compositiva forme architettoniche e protagonisti umani è “Lo sposalizio della Vergine”, datato 1504, oggi custodito nella Pinacoteca di Brera a Milano. La prospettiva centrale del dipinto che culmina con il tempietto sullo sfondo e la  posizione orizzontale, in primo piano del corteo di personaggi con Maria, Giuseppe e il sommo sacerdote al centro, crea un tutt’uno armonico che ben rappresenta il concetto di bellezza ed equilibrio del pittore e di tutto il Rinascimento italiano.

Un ulteriore soggetto caro all’artista urbinate è l’effige della Madonna con il Bambino e San Giovannino che egli realizzerà in diversi modi e momenti della sua breve esistenza. La “Madonna del cardellino” è uno dei primi dipinti su questo tema. È stata realizzata nel periodo fiorentino nel 1506, e persegue uno schema piramidale forse ispirato alle concezioni compositive dei grandi maestri come Leonardo e Michelangelo che egli ha avuto modo di ammirare nel suo soggiorno a Firenze.

il genio di Raffaello

Raffaello morirà forse di polmonite all’età di trentasette anni, lasciandoci molti capolavori assoluti. Ma un altro merito del genio raffaellesco è stato quello di essersi occupato, su mandato del Papa,  del patrimonio archeologico di Roma e di aver così salvato molti reperti e vestigia archeologiche fino ad allora oggetto di saccheggi di materiali o, nel corso del tempo, di sovracostruzioni. 

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