“Face to Face – Heart to Heart” è una canzone dei Twins datata 1982, ma è stata rivisitata come titolo di un murales apparso fuori da San Siro in questi giorni e che ha come protagoniste le due maglie più influenti del derby della Madonnina: quella di Romelu Lukaku il gigante attaccante dell’Inter e del naso più lungo della Svezia importato in Italia, ovvero quello di Zlatan Ibrahimovic per il Milan.
Dipinto da Stefania Marchetto e Alessandro Mantovani in arte SteReal e KeyOne, grazie proprio ad un’idea di quest’ ultimo che è anche founder e art director della “Stradedarts1988 Urban Gallery.”, che si è impegnata a risanificare attraverso la street art i murales che circondano l’ippodromo del Galoppo e quelli fuori da San Siro in occasione della finale di Champions League del 2016. Nonostante il poco interesse verso l’arte di strada perché considerata fuggitiva e quasi ai limiti della legalità, il murales ha fatto il giro del mondo, ed è stato riportato nelle testate giornalistiche sportive più importanti del bel paese.
Stefania si è occupata della parte figurativa, e Alessandro del lettering. In totale il murale è stato realizzato in sei ore. L’importanza del disegno non è tanto l’agonismo tra le due squadre principali della città bensì il messaggio alla stessa: “Agonismo, intensità e amore per la squadra, per la nostra città. Questo è quello che abbiamo rappresentato. Dedicando quest’opera ai cittadini e ai tifosi. Come ben si nota, sopra la “i” della parola “Milano” c’è la rappresentazione del Duomo”.
Il messaggio del murale appare chiaro. L’episodio tra Ibrahimovic e Lokaku ha acceso un importante dibattito, SteReal e KayOne lo hanno interpretato nel modo più positivo possibile. Ovvero sul piano di spirito competitivo sportivo, di attaccamento ai colori della propria squadra. Quello che è successo altro non è che un episodio da campo, figlio della tensione combattiva del momento: nessun accenno a discriminazione, nessuna polemica. I due giocatori sono comunque tra i simboli della città. Ma i due artisti sono consapevoli che come ogni opera che si rispetti, qualcuno potrebbe storcere il naso e vederla in un altro modo senza comprendere a fondo il messaggio colorato sul muro di San Siro: “Siamo pronti alle critiche, sono prevedibili e bisogna essere pronti ad accettarle. Nell’arte c’è chi si ferma a quello che vede, fa parte del gioco. Su cento persone che vengono messe davanti a un quadro di Fontana, 99 diranno che lo sapevamo fare anche loro. Quando ci si mette di fronte a un’opera, o ci si informa o bisogna avere gli strumenti per comprendere il messaggio. Altrimenti si fanno commenti da piazza, senza spessore”.
L’immagine risulta chiaramente di forte impatto agonistico, eppure ha anche un lato abbastanza tenero e sentimentale ai miei occhi. Se immaginassimo anche solo per un attimo, che quella sorta di face to face, sia un bacio sulla fronte di rispetto a chi in questo momento sta un po’ piu’ in difficolta, a livello di classifica, ma che comunque rappresenta la storia di una Milano che non si arrende mai.
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.