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Per romanzo di formazione si intende un’opera di narrativa basata sull’evoluzione del protagonista dall’età infantile a quella adulta, in cui questo affronta diverse esperienze e sfide, prove e viaggi, errori e scoperte, per conoscere meglio sé stesso, gli altri individui e la società.
Le caratteristiche
Le principali caratteristiche dei romanzi di formazione sono, sinteticamente:
– la narrazione di una maturazione individuale;
– l’attenzione ai sentimenti e ai pensieri del protagonista;
– la descrizione di uno specifico ambiente sociale.
Come già detto, inoltre, il personaggio principale è spesso un bambino o un ragazzo che fra alti e bassi viene educato a vivere nel mondo adulto.
È bene sottolineare che, se al loro interno presentano elementi preponderanti di altri generi letterari, i romanzi di formazione classici e contemporanei possono venire considerati al tempo stesso anche romanzi storici, romanzi fantasy, romanzi per ragazzi o per bambini, romanzi d’amore o rosa, romanzi psicologici e perfino romanzi distopici o romanzi d’avventura, dal momento che l’una categorizzazione non esclude l’altra.
La storia
Il primo autore autorevole che ha introdotto il genere è stato Goethe (1749-1832), che ha definito così il suo Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister, dato alle stampe nel 1796 e considerato il capostipite di questo genere letterario. È quindi la Germania del ‘700 la culla del romanzo di formazione.
Si diffonde presto in tutta Europa. In Francia l’autore più famoso è Stendhal che nel 1830 pubblica Il rosso e il nero, storia di Julien Sorel, un giovane arrampicatore sociale che usa il suo fascino e i suoi intrighi per guadagnare una posizione nella società borghese. In questo modo Stendhal illumina le tensioni sociali della Francia post-rivoluzionaria, in cui, spente le pulsioni di cambiamento, le politiche reazionarie dividono la società emarginando i meno abbienti: il romanzo assume così una funzione di critica sociale e descrizione storica.
Nel 1850 in Inghilterra Charles Dickens dà alle stampe David Copperfield. Il protagonista comincia la sua storia come bambino infelice ed emarginato e finisce con l’essere adulto affermato. La storia dà anche modo di aprire delle finestre su un altro panorama: si sofferma sulla realtà degli slums londinesi di metà Ottocento, raccontando il loro squallore umano pur senza abbandonarsi a considerazioni di tipo moralistico.
In Italia
Diversi sono gli autori che possiamo citare in Italia. Ippolito Nievo scrive Confessioni di un italiano che viene pubblicato nel 1867 dopo la morte dell’autore. La storia si svolge negli anni turbolenti dell’Unità d’Italia, e sotto l’autobiografia fittizia del protagonista, Carlo Altoviti, si cela quella reale dell’autore e del suo processo di maturazione che lo porta dal sentirsi veneziano al sentirsi italiano.
Carlo Collodi nel 1883 pubblica le Avventure di Pinocchio: la storia del burattino bugiardo che diventa una persona reale nel momento in cui si responsabilizza, evidentemente metaforica, rende questo romanzo di formazione un capolavoro della letteratura mondiale.
Nel novero dei romanzi di formazione rientra anche Storia di una capinera (1871) di Giovanni Verga, caposcuola della corrente verista, in cui la storia della giovane Maria viene narrata con il consueto pessimismo del verismo siciliano.
I più consigliati
Fra i romanzi di formazione più letti dai ragazzi e che, più in generale, rientrano fra quei libri da leggere tuttora consigliati durante l’adolescenza, figurano inoltre Alice nel paese delle meraviglie (1865) di Lewis Carroll, Tom Sawyer (1876) e Le avventure di Huckelberry Finn (1884) di Mark Twain, L’isola del tesoro (1883) di Robert Louis Stevenson e Capitani coraggiosi (1897) di Rudyard Kipling.
Nel ‘900
Nel Novecento il romanzo di formazione interpreta inquietudini e fragilità dell’uomo contemporaneo
Si ricordano: Tonio Kröger (1903) di Thomas Mann; Il giovane Holden (1951) di Jerome David Salinger; L’isola di Arturo (1957) di Elsa Morante; Io non ho paura (2001) e Io e te (2010) di Niccolò Ammaniti.
Una nuova uscita
Alessandro Piperno è uno dei più famosi scrittori attuali italiani e il suo ultimo libro Di chi è la colpa? può essere annoverato fra i romanzi di formazione più recenti, vincitore del premio Campiello Opera prima, del premio Strega e, in Francia, del Prix du meilleur livre étranger.
Dare agli altri la colpa della propria infelicità è un esercizio di malafede collaudato, una tentazione alla portata di tutti. Ed è ciò che prova a fare anche il protagonista di questo romanzo. Almeno fino a un certo punto. Figlio unico di una strana famiglia disfunzionale, con genitori litigiosissimi e assediati dai debiti, è stato un bambino introverso, abituato a bastare a se stesso e a cercare conforto nella musica e nei propri pensieri. Cresciuto in una dimensione rigidamente mononucleare – senza mai sentir parlare di nonni e parenti in genere -, sulla soglia dell’adolescenza scopre che naturalmente un passato c’è, ed è anche parecchio ingombrante.
Questo video riassume i punti salienti del nostro articolo.
Mi rimetto in gioco sempre. Cerco ogni giorno il meglio da me e per me. Curiosa, leggo e scrivo per passione. Imparo dal confronto, dalle critiche costruttive e rinasco cercando di superare i miei limiti. È così che approdo a nuove mete dopo scelte di studio e lavoro completamente diverse, quali la contabilità e un impiego in amministrazione in un’azienda privata e mi dedico a ciò che avrei dovuto fare fin dall’inizio.