“Papavero Bianco, storia di una consolazione” è una raccolta di componimenti poetici edito da Foschi Santarcangelo, scritti dall’autrice Ilaria Spadaccini. Una donna, una scrittrice che attraverso le parole, anche senza essere troppo prolissa, riesce a compire il cuore del lettore. Papavero Bianco richiama alla mente sicuramente i libri di Rupi Kaur, perché oltre alle parole troviamo a seguire tantissime immagini stilizzate sin dalla copertina, che provano e riescono a descrivere attraverso il tratto grafico semplice, – quello dell’illustratrice Giuliet Françoismarie – ma mai banale come tutto ciò che viene espresso nei pensieri poetici scritti tra queste pagine.
Il libro
Una vera e propria storia che si snoda e si riannoda in un filo logico perfetto, attraverso la suddivisione dei tre “argomenti” trattati: Il dolore, la ribellione e l’amore. Un libro che scorre tra le dita di chi legge in modo fluido e semplice. Quasi leggero. Nonostante la pienezza che si portano dentro.
Ilaria è nata nel 1990 a Martina Franca, in Puglia. Oggi vive a Forlì in Emilia Romagna. Racconta di sé che crede nel grande potere della scrittura, quasi come terapia e conoscenza introspettiva di sé stessi. E come darle torto? Un cuore che cammina scalzo, un passo alla volta verso una lacrima coraggiosa. Ecco, questo è quello che lascia e segna, la scrittura di Ilaria. Non è il racconto che fa un libro grande, ma è proprio il suo modo di raccontarsi e aprirsi agli occhi di chi segue le righe con l’indice e sogna, e si ritrova e si riperde. La cura delle parole, l’attenzione alle emozioni, alle loro sfumature. Io l’ho letto in un pomeriggio di pioggia a Milano, abbracciata a un sogno che mi tiene stretta da cinque anni. Dolore, ribellione e amore. Contestualizzati in una pagina soltanto, o in più pagine. Pagine che lasciano spazio al cuore, alla vita quella che fa male ma che sa anche accarezzati, mentre piangi.
Ilaria si racconta con la delicatezza del suo sentire e delle sue parole. E’ una bella rivincita. Nessuna lacrima è perduta a chi riesce a scorgerne l’essenza in quei brevi componimenti. È una lacrima che si è trasformata in rugiada sul petalo bianco di un papavero che sa fiorire anche d’inverno.
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.