Ryuichi Sakamoto e le sue colonne sonore più belle

Ryuichi Sakamoto e le sue colonne sonore più belle

Fonte foto: wikipedia.org

Il 28 marzo 2023, dopo una lunga battaglia con il cancro, ci ha lasciato Ryuichi Sakamoto, musicista che ha composto alcune tra le più belle colonne sonore per film. L’artista ha creato capolavori come il soundtrack di “Furyo” e “L’ultimo imperatore”, ma, un po’ a sorpresa, ha musicato anche eventi come i Giochi Olimpici di Barcellona del 1992, realizzato l’accompagnamento per una pubblicità tonificante per la salute (che è diventata “Energy Flow”) e scritto la colonna sonora per un episodio della serie tv “Black Mirror”.

Per ricordare questo musicista poliedrico, vi proponiamo oggi una lista delle sue musiche più belle.

Ryuichi Sakamoto, la vita e il genio

Nato nel 1952, Ryuichi Sakamoto frequentò negli anni ’70 la Tokyo National University of Fine Arts and Music; si appassionò in particolar modo alla musica etnica del Giappone, dell’India e dell’Africa, ma anche a compositori classici come Claude Debussy. Nel 1978 fu tra i fondatori della band Yellow Magic Orchestra, che ebbe una grande influenza sulla musica elettronica del resto del mondo, dopodiché si dedicò ad alcuni progetti da solista, creando pezzi musicali che spaziavano tra l’elettronica, il pop, la world music, l’ambient, la bossa nova e la musica neoclassica.

Ryuichi Sakamoto e le sue colonne sonore più belle

Fonte foto: wikipedia.org

Conquistò il successo con la colonna sonora del film “Furyo” del 1983, in cui si propose anche come attore recitando accanto a David Bowie, dopodiché continuò a creare soundtrack per il mondo del cinema, ottenendo nel corso della sua carriera un Oscar, un Bafta, un Grammy e due Golden Globe.

Curioso il suo metodo creativo, che era aperto spesso all’improvvisazione. “Devi aprire le orecchie tutto il tempo perché tutto potrebbe accadere inaspettatamente”, dichiarò infatti l’artista, perché “tutto può essere musica.”

Furyo (1982)

Tra le opere musicali composte da Ryuichi Sakamoto, la colonna sonora del filmFuryo”, con i suoi tratti nostalgici e delicati, è senza alcun dubbio una delle più belle e famose. Sakamoto rimase folgorato dal personaggio che interpretava David Bowie, un biondissimo ufficiale inglese prigioniero dei giapponesi durante la seconda guerra mondiale, e confezionò una colonna sonora perfetta per i momenti più importanti del film, come la tragica e arcinota “Forbidden colours” e l’enfatica “Sowing the seed”, che accompagna la celebre scena del bacio.

L’ultimo imperatore (1987)

L’ultimo imperatore” di Bernardo Bertolucci fu un trionfo, alla cerimonia degli Oscar del 1988, dal momento che conquistò ben nove statuette, tra cui quella per la migliore colonna sonora. La pellicola deve senza alcun dubbio parte del suo successo allo splendido soundtrack, composto da nove pezzi di Sakamoto, cinque di David Byrne e uno di Cong Su.

Tra le musiche ideate da Sakamoto, brillano soprattutto le commoventi “Open the door” e “Rain (I want a divorce)”.

Il tè nel deserto (1990)

L’artista torna a lavorare nel 1990 con Bernardo Bertolucci firmando una colonna sonora ricca di pathos per il suo film “Il tè nel deserto”. Le scene suggestive ambientate nel Sahara trovano un ineguagliabile accompagnamento nelle musiche maestose firmate dall’artista giapponese. Da non perdere “The Sheltering Sky Theme”, il tema principale del lungometraggio, realizzato con uno struggente giro di archi.

Il Piccolo Buddha (1993)

Ancora una collaborazione con Bernardo Bertolucci, per una colonna sonora sognante e dai risvolti malinconici, impreziosita da note esotiche ispirate alle vette incontaminate del Tibet e alla musica tradizionale indiana.

The Revenant (2015)

Dopo una prima collaborazione con il regista Alejandro G. Iñárritu per il film “Babel”, Ryuichi Sakamoto firma la colonna sonora per il suo “The Revenant”. Il soundtrack non poté concorrere per l’Oscar perché, secondo quanto stabilito dall’Academy, non era possibile identificare una netta prevalenza di un compositore sugli altri, giacché in questo caso oltre a Sakamoto parteciparono alla colonna sonora anche l’artista tedesco Alva Noto (Carsten Nicolai) e Bryce Dessner, ma il tono sospeso e doloroso del tema principale del film garantisce comunque un lavoro di eccezionale livello.