Difficilmente al fianco della parola “Disney ” si trova il termine “fiasco”, eppure anche la grande casa di produzione, che ha reso il lungometraggio animato celebre in occidente, ha i suoi scheletri nell’armadio. In molti mettono in cima alla lista Taron e la pentola magica, ma ecco qui altri film che lo distanziano dal primo posto.
John Carter
Prodotto nel 2012 e diretto da Andrew Stanton, si tratta del peggior investimento che la Disney potesse fare. Il costo per la realizzazione di 250 milioni di dollari è il segno che si ha fiducia nel progetto che prevede una mimi saga di tre film, dei quali solo il primo vede la luce. Viene fatta una campagna pubblicitaria di grande impatto ma non serve a nulla.
Poiché è proprio il film a non entrare nel cuore degli appassionati. La trama è basata sul romanzo Sotto le lune di Marte, il primo degli undici volumi che vedono John Carter protagonista ed anche se i romanzi hanno riscosso un buon successo il film finisce per essere privo di una narrazione forte, neo che è costato alla Disney 200 milioni di dollari di perdita.
Dumbo
Parliamo del film live-action del 2019, non del lungometraggio del 1941. Il tentativo escogitato da Tim Burton di dare un motivo die esistere a questo film purtroppo snatura la trama originale. Infatti è noto a tutti come la presenza, nel cartone animato del 1941, degli esseri umani sia superflua. La trame sarebbe riuscita a stare in piedi anche senza i bipedi ed il loro ruolo è così marginale che raramente si vedono in faccia.
Il film del 2019 è volutamente un’altra storia, Tim Burton sceglie questo stratagemma con un cast d’eccellenza ed il film stesso, se solo non si fosse chiamato Dumbo, sarebbe stato un eccellente film.
Mucche alla riscossa
Qui siamo totalmente fuori rotta. Perché? A causa dell’anno di uscita, il 2004. Mucche alla riscossa non è solo un film che tenta di riesumare il classico Disney che la casa di produzione stessa ha abbandonato da tempo. Lo fa perché la concorrenza inizia ad essere forte: sono molte le case di produzione che battono la Disney sul campo dell’animazione 3D (infatti la Disney acquisisce la Pixar solo nel 2006).
Il problema è che le tinte pastello, l’umorismo in stile Aristogatti e quell’ibrido tra musical e film sono davvero troppo lontane ed ormai accettate dal pubblico come le qualità dei primi grandi classici Disney.
Atlantis
Le carenze tecnico del reparto di animazione 3D portano un altro potenziale buon lungometraggio ad un totale fallimento. Atlantis esce nel 2001 ma a differenza del sopra citato Mucche alla riscossa, ha una trama forte: Milo Thatch è un giovano cartografo e linguista che non riesce a trovare i fondi per avviare la ricerca che potrebbe portarlo alla città di Atlantide sommersa da uno tsunami 8000 anni prima.
Si rivela un prodotto finito che non ha un target preciso di riferimento, nell’incertezza la Disney finisce per produrre un lungometraggio di bassa qualità a livello grafico, anche se il disegno inizia ad essere un po’ più definito manca la giusta profondità di campo. L’unica cosa che salva un po’ la pellicola è il fatto che sia stata sceneggiata in modo molto fumettistico.
Taron e la pentola magica
Taron e la pentola magica semplicemente non è un film Disney, anche se è stato prodotto dalla Disney! Questo lungometraggio del 1985 non ha alcuna canzone, i disegni sono spigolosi, colori e le ambientazioni tetri e non c’è mai un momento di vera felicità se non sul finale. Si tratta, a mio avviso, di un lungometraggio animato molto interessante ma che stona con tutti i fratelli partoriti dalla Disney nello stesso periodo. Il costo per la realizzazione di circa 40 milioni di dollari però è largamente giustificato.
Per la sua realizzazione infatti il 155 fotogrammi realizzati a mano vengono sottoposti a ben 33 passaggi a computer, a questa nuova operazione vanno aggiunti l’utilizzo della camera multiplane e dell’ Apt per trasferire il disegno su fotogramma. Così, anche se al botteghino si racimola solo una ventina di milioni di dollari, i lungometraggi successivi possono contare sull’esperienza fatta su questa pellicola di rodaggio delle nuove tecnologie.
Lavoro come grafica-creativa, illustratrice e content editor freelance.
Sono diplomata in grafica pubblicitaria e parallelamente ho studiato disegno e copia dal vero con Loredana Romeo.
Dopo il diploma ho frequentato beni culturali presso l’università di lettere e filosofia e parallelamente seguivo un corso di formatura artistica, restauro scultoreo e creazione ortesi per il trucco di scena.
A seguire l’Accademia Albertina di Belle Arti con indirizzo in grafica d’arte (che mi ha permesso di approfondire: disegno, illustrazione, incisione, fumetto).
Sono sempre stata interessata e assorbita dal mondo dell’arte in tutte le sue forme e dopo la prima personale nel 1999-2000 non ho mai smesso di interessarmi alle realtà che mi circondavano.
Nel 2007 ero co-fondatrice e presidente dell’Associazione Arte e Cultura Culturale Metamorfosi di Torino e in seguito ho continuato e continuo a collaborare con vari artisti e ad esporre.
L’amore per l’arte in tutte le sue forme, il portare avanti le credenze e le tradizioni familiari hanno fuso insieme nella mia mente in modo indissolubile: filosofia, letteratura, esoterismo, immagine e musica.