“Once upon a time…”
Al museo delle Culture di Milano (meglio conosciuto come MUDEC) prossimamente sbarcheranno le storie della Disney, quelle che mamma e papà ci raccontavano prima di andare a letto, quelle che hanno iniziato a farci vivere l’amore da “favola” con il lieto fine costante, quelle che ci hanno aiutato a sognare e a credere che un mondo migliore forse, dove il bene vinceva sempre in un tempo da “c’era una volta”, esisteva davvero.
A raccontare certe storie ci hanno provato in molti: dai grandi ai piccini, grandi attori e pure gli antichi saltimbanchi e cantastorie nel tempo che fu, ma come tutti sappiamo, “raccontare” di per sé, è una vera e propria arte. E come ogni arte che si rispetti ha bisogno di uno studio accurato dietro ogni minimo particolare, che rende unica una favola. L’immediatezza delle parole scritte su un libro o attraverso l’immagini a colori sul maxischermo del cinema, è fondamentalmente ciò a cui molti registi, sceneggiatori e scrittori ci hanno abituato, ma dietro questo “saper arrivare” con emozioni, racconti, parole, miti, favole e leggende, alla portata di tutti, che cosa c’è? Ed è proprio a questa domanda alla quale vuole rispondere questo allestimento al Mudec, rendendoci tutto un po’ più chiaro e noto. Ovvero quanto lavoro, progettualità ed impegno ci mettano persone come i creatori della Disney per creare quello che noi vediamo mentre sgranocchiamo pop- corn al cinema. A partire da un disegno fino a sviluppare un personaggio in movimento attraverso le più sviluppate tecnologie. Una sorta di vero e proprio exscursus “dietro le quinte”, dei mitici capolavori che hanno fatto sognare generazioni intere. Questo lavoro di ricerca creativa, dura anni, se non ne siete al corrente. Tempo in cui con uno studio molto dettagliato dei comportamenti umani e animali, gli artisti della Disney hanno creato negli anni dei personaggi universalmente noti come Topolino e Paperino, Il Re Leone, Dumbo. Miti e leggende di dei ed eroi, favole di animali, racconti di cavalieri, streghe, maghi e principesse che hanno fattezze di cartoni animati, ma hanno anche un carattere e delle personalità, che nel disegno, così come nel grande schemo, non vanno certo dimenticate. E proprio per questo, questi procedimenti meritano la giusta attenzione. Attenzione che si è andata a convogliare, in una mostra dove lo spettatore potrà anche essere parte attiva della creazione di una storia, plot che poi sarà possibile, alla fine del “viaggio” portarsi a casa.
Da tenere ben presente che questa mostra presenterà preziosissime opere originali provenienti dagli archivi Disney come gli immortali ed indimenticabili lungometraggi come Hercules, La Sirenetta, Pinocchio, Biancaneve e i sette nani, fino ad arrivare al più recente fil di animazione: Frozen II il segreto di Arendelle, creato da una new geration tutta nuova , profondamente ispirati però dalle vecchie leve Disney. Sicuramente tra se e ma, e teorie a tratti quasi psicologici, le fiabe Disney hanno mantenuto intatto il messaggio (o morale) che ogni racconto custodisce tra le sue parole, ma sicuramente ciò che è cambiato e si evoluto nel tempo – come è giusto che sia – è stata la sua presentazione al pubblico. Questa, infatti, è una delle tanti chiavi di lettura del percorso artistico e didattico di questo progetto, che vuole raccontare al pubblico in poche semplici righe come nasce un capolavoro di animazione. Ci vogliono infatti mesi o addirittura anni per far si che un intera equipe coordinata da un regista riesca a portare sul grande schermo ciò che si vuole raccontare.
La mostra sarà curata da Walt Disney Animation Research Library, il leggendario archivio degli Studios Disney in cui vengono conservati bozzetti, disegni, concept art e tutto ciò che riguarda le grafiche dei lungometraggi e i cortometraggi animati più noti e amati della storia.
Questa mostra si rivolge un ad un pubblico variegato, e sicuramente il suo messaggio, va ben oltre quello che ogni favola scritta e riprodotta ci insegna. Per gli amanti del genere, per le famiglie, per i più grandi ma anche per i più piccini. e per chi è consapevole che dietro ai sogni, alle magie, e a tutti i “lieto fine” ci sono grandi fatiche, impegno, genialità e voglia di stupire.
Un’opportunità unica per sbirciare il dietro le quinte del colosso americano che ci ha insegnato che i sogni si possono avverare: basta solo un pizzico di magia, un po’ di zucchero e pure Merlino!
Insomma, riassumendo il tutto capiremo molto meglio le parole di Walt Disney nella sua citazione più famosa:
“Se puoi sognarlo, puoi farlo.”
Per saperne di più sulle date in cui sarà possibile visitare la mostra in modo da rispettare le norme anticontagio andate sul sito del Mudec di Milano.
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.