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Siamo ormai a dicembre inoltrato e quindi le feste natalizie sono quasi arrivate. Da buoni italiani siamo un po’ tutti legati alle nostre tradizioni, in particolar modo a quelle culinarie. Da sempre vivo in provincia di Pavia, ecco perché voglio portarvi a scoprire i dolci tipici che non possono mancare sulle tavole dei pavesi nel periodo di Natale. Non solo! Facendo qualche ricerca, ho anche scoperto una cosa che farà trasalire tutti quanti e che personalmente mi ha resa orgogliosa della mia città… natale. Buona lettura!
La regina dei dolci di Pavia: la Torta Paradiso
In cima alla lista troviamo la Torta Paradiso, da non confondere con la Torta Margherita. Molto semplice e morbido grazie alla sua base di pan di spagna, è un dolce adatto sia come dessert che come colazione o merenda. Secondo un’antica leggenda venne scoperto da un frate della Certosa di Pavia che un giorno ne assaggiò una fetta realizzata da una giovane sposa e ne rimase estasiato, decidendo di copiarne la ricetta. La portò così ai suoi confratelli i quali, estasiati dal suo sapore, la ribattezzarono “la torta del Paradiso“. Nel 1878 venne codificata da Enrico Vigoni, proprietario della famosa pasticceria pavese, facendola diventare in poco tempo una delle torte più diffuse in Italia.
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Le Offelle di Parona
Ci sono poi le Offelle, un dolce nato a Parona Lomellina, città in provincia di Pavia. Si tratta di un dolce dalla forma ovale e dal gusto unico dovuto a degli ingredienti genuini: la farina di frumento, lo zucchero, l’olio d’oliva, le uova, il burro. Le Offelle furono create da due sorelle paronesi, Pasqualina e Linìn Colli, che le offrivano a parenti e amici durante la Madonna del Rosario, senza però svelarne mai la ricetta. Iniziarono poi a venderle ad un banchetto della festa patronale, la prima domenica di ottobre. Le Offelle erano talmente preziose da essere vendute a numero anziché a peso. Nel 1969 fu istituita la Sagra delle Offelle che si svolge per l’appunto la prima domenica di ottobre.
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I Baci del Signore
I Baci del Signore sono dolci molto piccoli, dalla forma simile a quella dei bottoni. Pesano circa 20 g e la loro particolarità è che nel gusto ricordano una torta Sacher. Vengono infatti farciti di marmellata di arance per poi essere ricoperti di cioccolato e sono ottimi da accompagnare con il tè caldo.
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…e quelli di Pavia
Ebbene sì, nel pavese ci piacciono tanto… i Baci! I Baci di Pavia sono una rivisitazione dei classici Baci di Dama. Molto simili nella forma che dà a loro il nome, perché sono costituiti da due calotte di pasta unite dal cioccolato che ricordano due labbra che si baciano, hanno però un gusto molto diverso: a differenza dei loro fratelli, sono infatti a base di mandorle.
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Un mito da sfatare: il Panettone!
Per finire, una notizia che sconvolgerà i più, soprattutto se milanesi. È storica ormai la rivalità tra Milano e Pavia e questo è dovuto anche alle origini di uno dei più famosi dolci natalizi: il Panettone. Molti pensano sia nato in città meneghina, ma le fonti rivelano il contrario. Pare infatti che Cesare Angelini, rettore del collegio Borromeo di Pavia, invitasse i suoi studenti a mangiare una fetta di Panettone, la cui ricetta era stata trovata nel 1600 in un archivio, come testimonia il sito stesso del Collegio. All’epoca esso si chiamava “Pane Grosso” e fu il padre di tutti i Panettoni (Fonte: Almo Collegio Borromeo)
Non ce ne vogliano quindi i nostri vicini di casa milanesi, che invece hanno solamente delle leggende sulle origini del Panettone, mentre a Pavia è stato trovato il documento ufficiale della sua nascita. Ma almeno per adesso seppelliamo l’ascia di guerra, del resto si sa: a Natale siamo tutti più buoni, anche grazie a tutti questi dolci!
Sono quella che in prima elementare si annoiava mentre la maestra spiegava le lettere dell’alfabeto ai suoi compagni di classe, perché le conosceva già da almeno un anno. Sin da quei tempi, durante i temi in classe sarei stata capace di riempire con pensieri e parole dieci fogli protocollo. Scrivere per me è un’esigenza, la mia costante, una delle poche cose che mi fanno realmente sentire giusta in questo mondo, insieme alla gentilezza e ai miei sorrisi. Trentatré anni, diplomata come tecnico dei servizi sociali e qualificata assistente di studio odontoiatrico, ho cambiato diverse volte strada, ma il bisogno di scrivere mi ha sempre seguito come se fosse la mia ombra.