Questa volta, per le nostre storie di pasta, ci troviamo in Sardegna. Vi voglio raccontare la storia della fregola, un tipo di pasta dalle dimensioni molto piccole, tant’è vero che è conosciuta anche come “cous cous italiano”, proprio per via della sua somiglianza con il piatto tipico del Medioriente. Di colore ambrato e dal gusto molto saporito, grazie alla presenza della semola, è preparata tradizionalmente in casa, viene impastata con acqua tiepida e salata e poi viene lavorata per ottenere delle palline del diametro tra 2 e 6 millimetri. Successivamente si lascia ad asciugare su un telo per poi essere tostata in forno per circa un quarto d’ora.
Le origini
La sua storia è talmente antica che è praticamente impossibile assegnarla ad una precisa epoca storica. Si presume che sia nata grazie agli scambi commerciali con Fenici e Punici – e probabilmente è proprio per questo che assomiglia così tanto al cous cous – ma c’è anche chi crede che sia stata inventata proprio nell’isola, grazie agli artigiani sardi. Secondo lo Statuto dei Mugnai di Tempio Pausania, la fregola doveva essere preparata solamente dal lunedì al venerdì in quanto, durante il fine settimana, l’acqua serviva per la coltivazione dei campi.
È inoltre giusto specificare che in Sardegna viene chiamata “fregula”, anche se nel nuorese è più conosciuta come “pistizzone” che significa “grossa briciola”. Ad ogni modo il suo nome deriva dalla parola latina “ferculum” che può essere tradotta come “briciola”.
Come prepararla
Grazie alle sue dimensioni, la fregola è davvero versatile e si adatta a diversi tipi di cottura. Non solo: è anche è perfetta in qualsiasi stagione. Può essere cotta in acqua bollente come un qualsiasi tipo di pasta, oppure cotta nel brodo di pecora e accompagnata con il pecorino grattugiato o, ancora, può essere risottata. Vi sono inoltre tantissimi modi per abbinarla e ce n’è davvero per tutti i gusti. Nella cucina tradizionale sarda viene utilizzata per primi piatti a base di pesce, crostacei e molluschi, ma può essere accompagnata anche dalla carne d’agnello oppure affiancare la verdura, specialmente carciofi e piselli. Ottima anche con pomodori, fagioli, funghi o sedano, a seconda delle proprie preferenze. Si può preparare al forno con formaggio fresco oppure in brodo proprio come una minestra, e persino fredda nelle insalate di pasta, che contribuirà ad impreziosire grazie al suo sapore gustoso.
Una ricetta molto semplice e saporita da preparare è la fregola con le vongole. Ecco l’occorrente per 3 persone.
Ingredienti
- 300 gr di fregola sarda;
- 900 gr vongole;
- 1 spicchio di aglio;
- 1 mazzetto di prezzemolo;
- 1 peperoncino;
- 1 bicchiere di vino bianco;
- 4 cucchiai di pomodori pelati;
- 2 cucchiai di olio extravergine di oliva;
- sale q.b.;
- 500 ml di brodo vegetale o di pesce
Preparazione
Per prima cosa mettiamo le vongole dentro ad una ciotola contentente acqua e sale, per permettergli di rilasciare la sabbia che sta al loro interno. Questa è un’operazione che richiede svariate ore, quindi vi consiglio di farlo la sera in modo da lasciarle a bagno tutta la notte. Fatto ciò possiamo sciacquarle sotto l’acqua corrente e lasciamole da parte per dopo. In una padella versiamo un filo d’olio, aggiungiamo peperoncino, metà prezzemolo e aglio triturati finemente e lasciamo insaporire il tutto per qualche minuto. Aggiungiamo ora le vongole, sfumando con il vino bianco, mettiamo i pomodori tagliati a dadini e infine la fregola. Aggiungiamo poco per volta il brodo e portiamo a cottura la pasta. Serviamo infine con il restante prezzemolo tritato fresco e un filo d’olio a crudo.
Non mi resta che augurarvi buon appetito e darvi appuntamento alla prossima storia di pasta!
Sono quella che in prima elementare si annoiava mentre la maestra spiegava le lettere dell’alfabeto ai suoi compagni di classe, perché le conosceva già da almeno un anno. Sin da quei tempi, durante i temi in classe sarei stata capace di riempire con pensieri e parole dieci fogli protocollo. Scrivere per me è un’esigenza, la mia costante, una delle poche cose che mi fanno realmente sentire giusta in questo mondo, insieme alla gentilezza e ai miei sorrisi. Trentatré anni, diplomata come tecnico dei servizi sociali e qualificata assistente di studio odontoiatrico, ho cambiato diverse volte strada, ma il bisogno di scrivere mi ha sempre seguito come se fosse la mia ombra.