Nike e Michael Jordan, l’accordo che ha cambiato la storia del brand

Nike e Michael Jordan, l’accordo che ha cambiato la storia del brand

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Nel 1984 Nike e Michael Jordan siglarono il più ricco accordo di sponsorizzazione mai realizzato. L’accordo che ha permesso a Nike di trasformarsi da un brand minore ad uno dei più influenti al mondo.

La Nike negli anni ‘80

Alla fine degli anni ’80 il monopolio del mercato delle sneakers era per lo più in mano all’Adidas, che vantava il 50% delle vendite totali rispetto agli altri concorrenti. I marchi preferiti dei giocatori dell’NBA erano Converse e Reebok.

Il famoso brand dello “Swoosh”, fino ad allora, si era specializzato soprattutto su sneakers da running, ma in quegli anni aveva compreso che il settore del basket avrebbe portato un importante scossone ai loro affari.

Nel 1982 nascono le Air force 1, le prime scarpe da basket che contenevano una bolla di aria all’altezza del tallone che garantiva un maggior sostegno ed una maggiore ammortizzazione.

Fu un importante innovazione nel settore ma questo non bastava, la Nike per ottenere il vero salto di qualità aveva bisogno di concludere un’importante partnership con un personaggio sportivo che potesse essere un vero catalizzatore di attenzione, un personaggio carismatico che desse al brand la giusta considerazione.

Michael Jordan la stella emergente dell’NBA

Dopo aver giocato per tre anni nell’Università del North Carolina, Michael Jordan nel 1984, allora 21enne, sbarca ai Chicago Bulls, dopo essere stato il miglior realizzatore della nazionale statunitense alle Olimpiadi.

Fonte foto: 888sport

Alla Nike intuiscono l’enorme potenziale di questo giovane atleta, che con la sua supponenza e competitività mira a ben altri traguardi.

Il lungo corteggiamento

Fonte foto: post-gazette

Sonny Vaccaro, l’allora capo della sezione marketing di Nike, avvalendosi della collaborazione del suo agente David Falk, mise in atto un lungo e insistente corteggiamento nei confronti di Jordan, attuando una efferata strategia di persuasione anche attraverso il coinvolgimento della famiglia, di amici, colleghi e consulenti.

Falk sapeva di dover cavalcare l’onda del successo del suo giovane talento, che stava divenendo una vera e propria star internazionale. Il passo successivo avrebbe dovuto essere una scarpa personalizzata, “signature sneakers”.

Fonte foto: quora

Jordan, all’Università, aveva indossato scarpe Converse, come la maggior parte delle stelle del basket dell’epoca come Magic Johnson e Larry Bird, ma una volta ingaggiato dai Bulls decise che avrebbe indossato Adidas e chiese loro la sponsorizzazione. Ma il brand delle tre strisce, rifiutò. Non erano ancora pronti per realizzare una scarpa personalizzata. Cosa che invece la Nike era disposta a fare.

Fonte foto: sinrodeod

Falk, fissò un appuntamento fra Jordan e la Nike, estendendo l’invito anche ai genitori di Michael, il quale non aveva alcuna intenzione di prendere in considerazione alcuna loro proposta ed era deciso a rifiutare l’invito. A cambiare il corso della storia fu sua madre Deloris, che lo spinse a presentarsi all’incontro per una questione di educazione.

“Almeno andiamo a sentire cosa ti propongono”

Così Michael e e i suoi genitori si presentarono alla sede della Nike.

L’accordo

La società propose a Jordan un accordo di 500 mila dollari l’anno per cinque anni più una percentuale sulle vendite delle scarpe e opzioni sulle azioni. Un contratto senza precedenti fra una stella dell’NBA e il suo sponsor tecnico.

A quel punto Michael Jordan, sostenuto dai suoi genitori, accettò la proposta. Decisione che lo ha reso miliardario. Gran parte della sua fortuna deriva dal suo rapporto con la Nike e il suo conseguente marchio.

Non che la Nike non avesse preso delle precauzioni nel caso il progetto non avesse soddisfatto le aspettative. Se entro tre anni dall’accordo le vendite non avessero raggiunto i 4 milioni di dollari, la partnership si sarebbe interrotta.

Ma sappiamo benissimo com’è andata. L’obiettivo delle vendite andò abbondantemente oltre le migliori aspettative. Ben 128 milioni di dollari solo nel primo anno.

La nascita delle Air Jordan

Nacque così il marchio Air Jordan. Fu David Falk a idearne il nome. Peter Moore ne disegnò il logo “Wings” il caratteristico pallone da basket con le ali.

Fonte foto: nbapassion

La prima scarpa firmata Jordan rappresentò una rivoluzione. Negli anni ’80 le scarpe da basket erano bianche mentre le Air Jordan 1 erano bianche rosse e nere. Erano state abbattute “le barriere del colore delle calzature”. Lo stesso Jordan quando vide per la prima volta le scarpe, si rifiutò di indossarle, per non apparire ridicolo. L’aver cambiato idea diede vita ad un rinnovamento nella storia della sneakers.

Le Air Jordan 1 però non furono gradite dall’NBA. All’epoca il regolamento prevedeva che ogni giocatore dovesse indossare scarpe che fossero uguali ai compagni di squadra e che corrispondessero all’uniforme della squadra. Bandì quindi la Air Jordan 1. Inoltre ogni qualvolta Jordan fosse entrato in campo con quelle scarpe avrebbe dovuto pagare una multa di 5 mila dollari.

La Nike ignorò il provvedimento e incoraggiò Michael a continuare ad indossare le scarpe pagando sistematicamente la multa.

Le sneakers più popolari di sempre

La Nike non si limitò a pagare le multe ma sfruttò la situazione per realizzare uno spot iconico per pubblicizzare le ormai famosissime Air Jordan 1.

Le sneakers, improvvisamente, non furono più scarpe esclusive da basket ma divennero l’oggetto del desiderio di tutti i ragazzi dell’epoca. Non importava quanto costassero, tutti volevano indossare le Jordan.

E’ vero che la Nike rappresenta la fortuna di Jordan, ma è anche vero il contrario. Le Air Jordan non avrebbero avuto lo stesso successo se non avessero rappresentato un uomo altamente competitivo con l’istinto per la vittoria, un fuoriclasse in grado di rivoluzionare il gioco del basket. Jordan era un simbolo altamente vincente, appariva infallibile, con doti straordinarie. Era un eroe. Possedere le sue scarpe, indossare le Air Jordan voleva dire essere un po’ come lui. Sentirsi più vicino ad un mito.

Nel 1988 nacque il logo Jumpman, icona stilizzata di Michael Jordan che da quel momento in poi avrebbe caratterizzato l’intera linea.

Fonte foto: athletamag

Ancora oggi milioni di persone indossano le Jordan, e il marchio è ancora la punta di diamante del brand dello Swoosh.

La Nike continua a blindare con contratti sensazionali campioni appartenenti ad ogni genere di sport, ma come Jordan nessuno mai.


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