Il concerto che vorrei: il live inclusivo dentro e fuori dal palco

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Il concerto che vorrei” è l’esperienza musicale inclusiva, senza discriminazioni di genere, a tutela di ogni forma di disabilità e diversità. Un live accessibile in grado di offrire una medesima opportunità di fruizione e condivisione a tutte e tutti.

“Il concerto che vorrei”: diversity, gender equality e disabilità

Inclusività è la parola d’ordine de Il concerto che vorrei: il percorso coinvolge insieme pubblico, artisti e addetti ai lavori per progettare e cambiare l’approccio dentro e fuori dal palco.

Ideato da KeepOn LIVE – la rete associativa di spazi di musica dal vivo – “Il Concerto che vorrei” è in collaborazione con il Ministero della Cultura, il supporto di Equaly (prima realtà ad occuparsi di uguaglianza di genere nell’industria musicale); Uildm (associazione di riferimento per le persone con distrofie e altre malattie neuromuscolari); CSV Milano (agente di sviluppo del volontariato e della cittadinanza attiva); Revelland e BAM! Strategie Culturali.

Un lavoro lungo due anni che ha analizzato, attraverso interviste, le diverse esigenze degli attori in campo e vuole oggi realizzare un concerto ideale ma non utopico, offrendo soluzioni concrete e basate su tre pilastri: diversity, ovvero una programmazione e una divulgazione  comunicativa inclusiva; gender equality nella programmazione, nei ruoli professionali e nella divulgazione comunicativa; disabilità, ovvero l’accessibilità degli spazi e l’adozione di un codice  comportamentale inclusivo.

La prima data a Palermo

Il progetto ha preso forma in anteprima giovedì 26 settembre a Palermo, nel capoluogo siciliano, per la tappa inaugurale con il duo electro-pop olandese CUT nell’ambito di Revelland (2023 – 2025), la rete europea collaborativa determinata a creare spettacoli accessibili. Un’iniziativa già approdata su palchi prestigiosi come lo Sziget Festival (Ungheria), ESNS (Paesi Bassi), Roskilde (Danimarca) e presentata qui per la prima volta in Italia.

I CUT sono Sebastiaan Dutilh e Belle Doron, e sono andati in scena con “The Ritual”: un’esperienza immersiva e multisensoriale guidata da una “voce divina” che attraversa i sensi (gusto, l’olfatto e il tatto), per creare un legame emotivo con il pubblico.

CUT

Li hanno anticipati gli italiani One eat One, la prima band di musica elettronica al mondo composta da persone normodotate e persone con disabilità. Ad aprire la serata Giorgina Lo Nardo, artista e performer LIS di Palermo già sul palco con i Pinguini Tattici Nucleari.

Il concerto che vorrei: attenzione e cura ai dettagli

Un primo live realizzato per evidenziare alcune delle caratteristiche che dovrebbe avere “Il concerto che vorrei”: attenzione e cura della programmazione musicale e una comunicazione che non promuova solo l’utilizzo di foto o immagini rappresentative della maggioranza, includendo anche persone non caucasiche o con disabilità fisiche.

Per le persone con disabilità, da rivedere l’area “recintata” lontana dal palco e dai propri amici, l’obbligo di avere un accompagnatore o perfino, in alcuni casi, la richiesta del 100% di invalidità per poter usufruire di spazi e servizi dedicati. Rilevante anche la questione trasporti: ci si sente più al sicuro se esiste una rete di mezzi pubblici per raggiungere la venue, un servizio navette o una stazione taxi; mentre nel caso di parcheggi auto, servirebbero ben illuminati e controllati.

“Il concerto che vorrei” vuole scardinare l’assunto che alcuni cambiamenti siano troppo difficili in termini di spesa economica, tempo, competenze e risorse umane, dimostrando che concerti come questo di Palermo, anziché essere fonte di preoccupazione, possano al contrario stimolare un nuovo approccio e generare soddisfazione tanto nel team di chi lavora nella musica quanto nel pubblico.

Prossimi appuntamenti

BOLOGNA, DUMBO – 11 E 12 OTTOBRE – ROBOT FESTIVAL

ROMA, MONK – 17 OTTOBRE

MILANO, SANTERIA – MILANO MUSIC WEEK

 


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