“Hotel Supramonte”: la canzone capace di elevare il particolare a universale


Chi non conosce Fabrizio De André? Sicuramente uno tra i più influenti e dotati cantautori italiani. Noto anche come Faber, ha svolto la sua attività artistica per quasi quarant’anni, incidendo numerosi album e pubblicando alcune tra le più belle canzoni nostrane. Tra queste, Hotel Supramonte rappresenta in modo certo il suo immenso talento: la musica, il testo, l’interpretazione… Tutto ciò che compone il brano è scelto accuratamente ed è garanzia di qualità.

Il contesto

La narrazione all’interno della canzone fa riferimento alle vicende del sequestro che lo ha visto protagonista assieme alla compagna Dori Ghezzi. I due, infatti, a fine anni Settanta, furono rapiti dall’Anonima Sequestri e furono imprigionati sulle montagne sarde per ben 117 giorni. Il titolo della canzone, che fa parte dell’album Indiano pubblicato nel 1981, fa riferimento a una nota montagna della Sardegna che veniva utilizzata come base dai criminali dell’epoca.

Il testo

 E se vai all’Hotel Supramonte e guardi il cielo
Tu vedrai una donna in fiamme e un uomo solo
E una lettera vera di notte, falsa di giorno
E poi scuse, accuse e scuse senza ritorno

E ora viaggi, ridi, vivi o sei perduta
Col tuo ordine discreto dentro il cuore
Ma dove, dov’è il tuo amore
Ma dove è finito il tuo amore

Grazie al cielo ho una bocca per bere e non è facile
Grazie a te ho una barca da scrivere, ho un treno da perdere
E un invito all’Hotel Supramonte dove ho visto la neve
Sul tuo corpo così dolce di fame, così dolce di sete

Passerà anche questa stazione senza far male
Passerà questa pioggia sottile come passa il dolore
Ma dove, dov’è il tuo cuore
Ma dove è finito il tuo cuore

E ora siedo sul letto del bosco che ormai ha il tuo nome
Ora il tempo è un signore distratto, è un bambino che dorme
Ma se ti svegli e hai ancora paura ridammi la mano
Cosa importa se sono caduto, se sono lontano

Perché domani sarà un giorno lungo e senza parole
Perché domani sarà un giorno incerto di nuvole e sole
Ma dove, dov’è il tuo amore
Ma dove è finito il tuo amore

 

Il significato

Come tutti i testi di De André, anche questo nasconde molteplici significati. Quello più evidente, ovviamente, riguarda lo stato di disagio vissuto dal cantautore durante il sequestro. Ne abbiamo conferma già dalle prime righe, attraverso la frase “Tu vedrai una donna in fiamme e un uomo solo”, che rappresenta un ovvio riferimento a sé stesso e alla compagna, costretti in una situazione di cattività. La coppia si trova esposta alle intemperie, “All’Hotel supramonte dove ho visto la neve”, ed è costretta ad attendere che qualcuno li salvi: “E ora siedo sul letto del bosco […] Ora il tempo è un signore distratto, è un bambino che dorme”. Tuttavia, l’artista sembra non perdere mai del tutto la speranza, come evidenziato nella strofa in cui canta “Passerà anche questa stazione senza far male, passerà questa pioggia sottile, come passa il dolore.”

Personalmente, però, ho sempre pensato che questa canzone si possa contemporaneamente riferire ai periodi difficili e bui della vita di tutti. Credo che sia proprio questo il grande pregio di De André: egli è stato capace, partendo dal particolare, di raggiungere il sentimento universale. Ogni singola parola, ogni frase all’interno di questa canzone, è in grado di scuotere l’animo e provocare turbamento. Ognuno di noi, ascoltandola, non può non tornare con la mente ai propri momenti cruciali, ai giorni di dolore in cui, guardandoci dentro ci siamo chiesti:

Ma dove, dov’è il tuo cuore
Ma dove è finito il tuo cuore?”