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Giorgio Gaber. Basta pronunciarne semplicemente nome e cognome per pensare immediatamente a lui. Alla sua mimica facciale, ai suoi movimenti, al suo modo di intrattenere il pubblico. Più semplicemente, alla sua meravigliosa capacità di comunicare. Se cercherete su Google il suo nome, potrete notare che ci sarà scritto che era un cantautore. Ma Giorgio Gaber non era solo questo. Lui era tutto ciò che ci si può immaginare su un palcoscenico. Emozioni, bellezza, intelligenza. Coraggio di dire la propria opinione, andando contro tutto e tutti, con pungente ironia e senza alcuna paura. Anche con il rischio di poter essere censurato.
E le censure non mancarono di certo, nella sua immensa ed inimitabile carriera. Pensiamo per prima cosa al modo in cui negli anni ’60, la censura fosse davvero severa. Solo per dirne una, uno dei tanti scandali provocati da Gaber fu fare una pernacchia in televisione durante una sua esibizione: cosa di veramente ignobile, in quegli anni. Questo è ad ogni modo solo uno dei tantissimi esempi. I suoi album erano spesso contestati, ma ciò non bastò mai a fermare quel genio di Giorgio Gaber. Il suo bisogno di dire la propria opinione e di essere scomodo era molto più grande della paura della disapprovazione. Motivo per il quale fu tanto amato dal suo pubblico. Si può dire senza esagerazioni che lui fosse la voce del popolo.
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La nascita di un genio
Nato a Milano il 25 gennaio 1939, Gaber era in realtà l’abbreviazione del cognome esteso Gaberscik. Ciò che più sorprende della sua carriera è che iniziò in maniera davvero curiosa. Pensate, all’età di 15 anni il suo braccio sinistro venne colpito da una paralisi e proprio per tale motivo iniziò a suonare la chitarra. Conobbe in seguito Mogol, il quale colpito dalla sua bravura gli propose di presentarsi ad un’audizione alla Ricordi. Proprio con la Dischi Ricordi incise nel 1961 “Giorgio Gaber”, il primo di numerosi album: ben 26.
Durante la sua incredibile carriera artistica, Gaber vinse anche diversi premi. Tra questi, il Premio Tenco nel 1974 e addirittura una candidatura come miglior attore non protagonista al David di Donatello per il film “Rossini! Rossini!”.
Il teatro canzone
Come tutti i grandi geni, Gaber cercò di fare degli ostacoli il suo trampolino per saltare ancora più in alto. Ed infatti, per schivare l’odiata censura, ad inizio anni ’70 creò insieme a Sandro Luporini il Teatro Canzone, portando per la prima volta la musica a teatro. Un luogo questo molto più libero, dove l’artista si sentì molto più a suo agio a dire la sua.
Giorgio l’indimenticabile
Tanto criticato quanto amato, Gaber morì il 1° gennaio 2001 a Camaiore. Ma a quel punto era già praticamente immortale. Grazie alla sua intelligenza e sensibilità è rimasto e resterà per sempre nel cuore dei suoi innumerevoli fan. Anche per merito delle sue canzoni non sarà mai dimenticato. Brani come “Un’idea”, “Quello che perde i pezzi”, “La paura”, “La libertà”, “La nave”, “Casablanca”, rimarranno per l’eternità a noi comuni mortali.
Sono quella che in prima elementare si annoiava mentre la maestra spiegava le lettere dell’alfabeto ai suoi compagni di classe, perché le conosceva già da almeno un anno. Sin da quei tempi, durante i temi in classe sarei stata capace di riempire con pensieri e parole dieci fogli protocollo. Scrivere per me è un’esigenza, la mia costante, una delle poche cose che mi fanno realmente sentire giusta in questo mondo, insieme alla gentilezza e ai miei sorrisi. Trentatré anni, diplomata come tecnico dei servizi sociali e qualificata assistente di studio odontoiatrico, ho cambiato diverse volte strada, ma il bisogno di scrivere mi ha sempre seguito come se fosse la mia ombra.