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La musica è una parte essenziale della nostra vita. Chi più, chi meno, tutti amiamo ascoltare i nostri brani preferiti durante il giorno. Ci fa sentire bene mettere un po’ di musica mentre cuciniamo, durante le feste con gli amici oppure quando siamo tristi, senza renderci conto che involontariamente tutto ciò è già una musicoterapia. Ma spesso l’uso di questi due termini insieme provoca un po’ di confusione. Capiamo meglio cosa si intende davvero per musicoterapia.
Di cosa si tratta?
La musica, come ben sappiamo, può essere usata come strumento terapeutico ed educativo, proprio per questo viene anche applicata durante la gravidanza.
La musicoterapia consiste nell’uso della musica e degli elementi musicali, come ad esempio il suono, il ritmo e l’armonia. Tutto ciò comporta un processo per facilitare comunicazione, apprendimento e organizzazione. È provato quindi che migliora la vita, attraverso un processo preventivo, riabilitativo e terapeutico, aiutandoci a regolare l’agitazione.
La musicoterapia si adatta alla persona come un vestito, infatti le sue tecniche e pratiche non sono utilizzabili per tutti. Ad occuparsene c’è la figura del musicoterapeuta.
Già a partire dagli anni ’60 questa pratica ha acquistato sempre più consensi, sia tra i gruppi che tra le singole persone.
La musicoterapia si divide in musicoterapia attiva e reattiva, la prima consiste nell’essere parte “attiva”, suonando e approfondendo la produzione dei suoni. Mentre la reattiva, prevede ascoltare i suoni e concentrarsi sui sentimenti suscitati.
La figura del musicoterapeuta
La figura del musicoterapeuta è essenziale per far diventare la musica terapeutica, poiché grazie alla sua figura permette di far entrare in contatto il paziente e la musica, per dare vita ad un’identità sonora. (ISO)
L’ISO, è la memoria sonora che noi tutti possediamo, ci riporta alla mente gli eventi, emozioni e voci passati.
Il musicoterapeuta mette in gioco la sua identità per accogliere quella del paziente, attraverso diverse competenze, non solo musicali. Deve essere prima di tutto a conoscenza della psicologia musicale, per tirare fuori tutte le risposte psicologiche del paziente, del etnomusicologia, ovvero lo studio degli strumenti e del loro uso, della musica popolare e della lettura musicale infantile.
La professione del musicoterapeuta si basa su scienze tecniche come la psicologia generale, psicopatologia e la psicoterapia.
La musica è il metodo comunicativo più piacevole e interessante per riuscire ad entrare a fondo di se stessi.
Hi Guys! Sono Chiara, sebbene le presentazioni non siano il mio forte… preparatevi a tre righi intensi di sonno…
Nata sotto il segno del sagittario, come tale il mio punto forte è l’ironia, il debole ancora da scoprire… scherzo, è la buona cucina! Nel mezzo troviamo passione per l’arte, la letteratura, i viaggi e la scrittura.