Quando si parla di numeri imponenti come milioni di anni, è spesso difficile per la mente umana riuscire efficacemente a quantificarli. Per fare un semplice esempio, il Brontosauro visse all’incirca 145 milioni di anni fa, mentre il Tirannosauro all’incirca 65, il che separa le due specie di ben 80 milioni di anni. Per assurdo, il Tirannosauro è dunque cronologicamente più vicino all’essere umano di quanto non lo sia al Brontosauro.
È così che al cospetto di una testimonianza venuta al mondo due o tre milioni di anni addietro, la nostra mentre a fatica comprende a pieno il valore di ciò che le si staglia di fronte.
La Foresta Fossile di Dunarobba
E la Foresta Fossile di Dunarobba, adagiata tra verdi colline nel territorio di Avigliano Umbro (TR), non rappresenta una sola testimonianza di quel remoto passato; ma ben cinquanta. Inizialmente esaminata tra il 1620 e il 1637 dallo studioso Francesco Stelluti da Fabriano, su incarico del nobile e naturalista Federico Cesi, il mondo scientifico vi mostrò serio interesse solamente a partire dalla fine degli anni ’70, nel ventesimo secolo, quando rivide la luce all’interno di una cava d’argilla destinata alla fabbricazione di mattoni per l’edilizia.
Con una superficie di tre ettari, il sito custodisce circa cinquanta tronchi basali di conifere della famiglia delle Taxodiaceae, riferibili probabilmente al genere Glyptostrobus, sepolti e preservati nei millenni, nel loro stato legnoso originario, da spessi manti impermeabili di sedimenti argillosi. Larghi approssimativamente 0,5-2,5 metri, e un tempo alti tra i 2 e gli 8 metri, questi antichi alberi fossili rappresentano quindi uno squarcio nel tempo all’epoca di transizione tra il Pliocene e il Pleistocene, nel ramo sud-occidentale del Bacino Tiberino.
Nell’argilla circostante sono inoltre stati rinvenuti antichi resti vegetali di pollini, frutti, semi e foglie; numerosi fossili di molluschi Gasteropodi e Bivalvi; e alcuni fragili resti di insetti e organismi tipici di zone umide e paludose. Gli studi condotti sul campo negli ultimi anni evidenziano quindi un ecosistema forestale di clima temperato-umido, caratterizzato da solenni conifere e specie latifoglie, e sviluppatosi lungo le coste paludose di un vasto bacino lacustre risalente ad almeno due milioni di anni fa.
Un sito dunque di rara bellezza e di inestimabile valore; un dono lasciatoci dal tempo affinché potessimo godere delle meraviglie del passato. Un dono che dovremmo tutti contribuire a preservare.
Dal 2018 la Foresta Fossile di Dunarobba è gestita dalla Cooperativa Surgente, la quale si è proposta di donare al sito l’attenzione che merita grazie anche ad un progetto di rilancio culturale ed economico innovativo progettato per il territorio. Il 18 Luglio 2020 ha inoltre preso il via l’iniziativa della “Foresta Fossile CARD”, una tessera rilasciata in omaggio con l’acquisto di un biglietto intero per la visita del sito di Dunarobba e che consente l’accesso a sconti e promozioni presso tutte le attività commerciali convenzionate.
Per ulteriori informazioni sugli orari di apertura e i costi di ingresso, si consiglia la consultazione del sito web.
Giappone, archeologia, storia antica, videogiochi, horror, astronomia, marketing, scrittura. Sono felice quando gioco a Dragon Quest e quando tocco qualcosa di antico. Ho troppi interessi ed è per questo che amo scrivere: perché mi permette di viverli tutti.
Nata a Vicenza, sono laureata in Lingua Giapponese presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Ho vissuto per 1 anno a Sendai, nel Tohoku, e 2 anni a Napoli; mi sono specializzata in marketing e in quest’ambito lavoro ora nell’ufficio Marketing e Comunicazione di un’azienda TLC&ICT.. Il mio motto? 必要のない知識はない