Raffaello alla Domus Aurea

Raffaello: il Maestro delle grottesche alla Domus Aurea

Fonte foto: raffaellodomusaurea.it

Cadeva nel 2020 il cinquecentesimo anniversario dalla morte del Maestro Raffaello. Data la pandemia, non è stato possibile celebrarne il ricordo lo scorso anno. Si è rinviata a quest’anno, dunque, la mostra celebrativa Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche.

L’esposizione – promossa dal Parco archeologico del Colosseo e curata da Vincenzo Farinella, Alfonsina Russo, Stefano Borghini e Alessandro D’Alessiola – è stata allestita all’interno della restaurata Domus Aurea neroniana e sarà visitabile fino al 7 gennaio 2022.

L’esposizione

Chiunque scelga di visitare la mostra, deve essere ben cosciente che non si troverà a vagare tra sculture e dipinti come avviene in un tradizionale museo. L’evento, infatti, farà vivere al visitatore un’esperienza immersiva e multisensoriale, grazie alla combinazione di luci, suoni e interaction design. A firmare questo progetto è lo studio multidiscplinare milanese Dotdotdot. Il percorso, ideato per fondersi al luogo che lo ospita, consiste in sei installazioni all’interno del padiglione neroniano e in una narrazione sonora (oltre che visiva) dell’arte delle grottesche, a partire dal loro utilizzo magistrale nei lavori di Raffaello.

Ricordiamo, qui, che le grottesche sono decorazioni pittoriche parietali (più raramente sotto forma di scultura) che richiamano i temi cari all’arte classica: intrecci di forme vegetali, maschere, animali, paesaggi e prospettive fantastiche.

La Sala Ottagona e le Sale radiali

La mostra immersiva si distribuisce su un totale di sei sale. La prima è la Sala Ottagona, sulla cupola della quale vengono proiettate le illustrazioni del globo così come scolpite nell’Atlante Farnese, la statua più antica rinvenuta che riporta le immagini quasi al completo delle costellazioni. Questo gioco visivo è stato pensato per richiamare l’ipotesi secondo la quale Nerone avesse fatto installare sul soffitto della sala un meccanismo rotante raffigurante il planetario.

La seconda sala è, in realtà, la Prima sala radiale ed è dedicata alle grottesche rinvenute proprio alla Domus. Qui la presenza del visitatore diventa fondamentale: sono infatti le persone che, attraversando la stanza, accendono le luci che illuminano le pareti e danno vita alle storie dei personaggi in realtà aumentata. Una presenza fondamentale, qui, ce l’ha l’apparato sonoro. Oltre a simulare riverberi, sussurri, gocce d’acqua e pietre che rotolano, all’aumentare della presenza umana nella sala aumenta anche l’intensità dei bisbigli che si percepiscono, del crepitare delle fiammelle delle torce che, metaforicamente, illuminano il percorso.

 

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Fonte foto: Romeing, Artribune

Proseguendo, la Seconda sala radiale è un omaggio al grande Maestro. Qui, in scala 1:1, è ricostruito un trittico dipinto da Raffaello situato nelle stanze vaticane, pertanto non visibile al pubblico. Si possono ammirare la complessità e la numerosità di particolari delle sue grottesche, delle quali Raffaello era un vero e proprio Maestro.

Nella Terza sala radiale, per un attimo cambiamo argomento. Al centro, all’interno di una teca, vi è infatti posizionata una copia in gesso del gruppo scultoreo del Laoconte. Alle sue spalle, viene proiettato un video che mostra le principali reinterpretazioni del soggetto, dal Cinquecento fino ai giorni nostri.

Con la Quarta sala radiale torniamo all’argomento principe dell’esposizione: le grottesche. Attraverso un’installazione, infatti, possiamo ammirare come queste particolari decorazioni si siano nel tempo diffuse tra i palazzi nobiliari di tutto il mondo.

Nella Quinta – e ultima – Sala radiale, infine, arriviamo ad approfondire come questi motivi decorativi abbiano influenzato l’arte novecentesca. In questo spazio, il visitatore viene richiamato all’azione. Sono proiettate, infatti, quattro ghiere girevoli che consentono di comporre ognuno la propria grottesca, scegliendo e combinando tra i diversi elementi a disposizione. Grazie a un sofisticato software, poi, il decoro creato si dissolve nell’opera di un artista del XX secolo.

Le novità

Non solo un’esperienza a 360° per i visitatori, immersi nel mondo delle grottesche e della loro storia. Altre novità attendono “a braccia aperte”. A partire dal modo in cui si può raggiungere la Domus. Grazie allo studio Boeri, infatti, è stata ricavata una passerella di accesso attraverso una delle gallerie volute dall’imperatore Traiano. Un passaggio all’interno di antiche rovine, che permette di raggiungere il cuore pulsante dell’edificio. Non è stata affatto un’impresa semplice aprire al pubblico questa passerella, come spiega proprio l’architetto Stefano Boeri:

Abbiamo dovuto fare i conti con un tema delicato di ricucitura, un salto di quota, un diverso orientamento, un tema termico… insomma, un viaggio nello spazio che è anche un viaggio nel tempo.

Non solo. Grazie al sapiente lavoro di restauro, oggi sono aperti al pubblico anche ambienti della Domus Aurea prima non visitabili, all’interno dei quali sono posizionati i reperti rinvenuti in loco. Infine, il nuovo sistema di illuminazione scenografica che, come detto, svolgerà un ruolo fondamentale per l’aspetto evocativo dell’intera esposizione e dell’intera esperienza.