"Infinity" - Michelangelo Pistoletto al Chiostro del Bramante

“Infinity” – Michelangelo Pistoletto al Chiostro del Bramante

Dal 18 marzo scorso e sino al 15 ottobre 2023 il Chiostro del Bramante a Roma ospita “Infinity. Michelangelo Pistoletto”, una esposizione  che vuole  ripercorrere la poetica artistica di uno dei personaggi più interessanti del mondo dell’Arte italiana.

L’arte contemporanea senza limiti” è il sottotitolo di questa mostra, a cura di Danilo Eccher e prodotta da DART – Chiostro del Bramante, che presenta cinquanta opere e quattro grandi installazioni site specific per rendere doveroso omaggio a questo maestro dell’arte contemporanea, ai  sessant’anni della sua presenza sulla scena culturale italiana e ai novant’anni che  Michelangelo Pistoletto (Biella 1933) compie quest’anno.

L’artista

Nella sua lunga esperienza, dagli anni sessanta del secolo scorso ad oggi, l’artista piemontese ha sperimentato diversi linguaggi e lasciato profondi messaggi  e intuizioni su cui lo spettatore ha modo di confrontarsi intellettualmente oltre che visivamente.

Michelangelo Pistoletto

Fonte foto: elle

Come per il periodo degli “Specchi”, se vogliamo legati a una visione Pop dell’arte, nei quali è il visitatore, assieme alle sagome preesistenti, a integrare e costruire l’opera, specchiandosi, appunto, e venendo a far parte del manufatto, voluto protagonista e insieme indotto a confrontarsi con il proprio sé riflesso in un contesto espositivo ma che diviene intimo, fonte di ponderazione.

L’adesione poi al movimento dell’Arte Povera, (movimento che in aperto contrasto con l’arte  tradizionale e le sue tecniche, predilige  far uso di materiali “poveri” come terre, legni,  plastiche o scarti industriali) che proprio in quegli anni si andava affermando soprattutto nell’ambito torinese, ha dato avvio, nella vita dell’artista, ad un periodo di felice e proficuo lavoro. Appartiene ad esso la “Venere degli stracci” (1967) un’installazione nella quale la bellezza e il candore di una riproduzione della statua di Venere dello scultore neoclassico Bertel  Thorvaldsen vista da dietro, è sovrastata da una montagna di coloratissimi stracci, opera che ben sintetizza il clamore inutile e il caos anche mediatico della nostra vita, contrapposto  alla grazia silenziosa e nascosta del linguaggio artistico.

Michelangelo Pistoletto

Fonte foto: GBopera

Ultimamente l’artista ha focalizzato la sua espressività su un segno grafico: un doppio infinito che egli rimarca con modi e materiali sempre diversi. Tra i due cerchi  opposti un terzo cerchio centrale definito  “il terzo paradiso”, un simbolo  con il quale Pistoletto, dagli inizi di questo millennio, in molti eventi e manifestazioni porta  avanti per sensibilizzare molteplici temi sia ambientalisti che di valore umano.